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L'intervista

Alberto Petricca nel tempio della lirica. Ad aprile sul palco del Teatro alla Scala di Milano

Il baritono sorano parla dei suoi prossimi impegni. «La Scala è universalmente riconosciuto come uno dei teatri d’opera più prestigiosi e storici al mondo»

Alberto Petricca nel tempio della lirica. Ad aprile sul palco del Teatro alla Scala di Milano

La passione per la musica è sempre esistita in me ed è difficile trovare un suo inizio. Ricordo che già da piccolo avevo un flauto e la famosa clavietta, con i quali cercavo di riprodurre delle semplici melodie. Ma il mio più grande sogno era quello di cantare, infatti mio padre a ogni festa familiare mi metteva un fazzoletto bianco in mano e mi faceva intonare il celebre brano “Caruso”.
Queste le parole con le quali Alberto Petricca, baritono sorano, iniziava a rispondere nell’intervista pubblicata su Ciociaria Oggi (v. articolo del 27/6/2023, dal titolo “I sogni sul palcoscenico”). A distanza di un paio di anni, il “caruso” ha continuato il suo percorso lirico fino ad arrivare a… No, non sarà sicuramente un punto di arrivo, ma una tappa intermedia molto importante. Ed è lui stesso a parlarcene.
«Il 2026 sarà un anno pieno di novità, di debutti in nuovi teatri Italiani, ma la novità più importante in assoluto sarà quella di salire sul palco del Teatro alla Scala di Milano, ad aprile».

Quale sarà l’opera e quale personaggio rappresenterà?
«Canterò nella “Turandot” di Giacomo Puccini, ricoprendo il ruolo del mandarino, il quale, pur non essendo uno dei protagonisti, ha l’onore di introdurre lo spettatore direttamente nel cuore della vicenda. Infatti, la sua voce è la prima a risuonare nell’opera, creando immediatamente un’atmosfera di tensione e di attesa con l’annuncio di un severo editto dell’imperatore cinese: sua figlia, la principessa Turandot, sposerà solo un pretendente di sangue reale che riuscirà a risolvere i suoi tre enigmi, pena la decapitazione in caso di fallimento. Il principe tartaro Calaf, affascinato dalla principessa e presentatosi anonimamente alla sfida, risolve gli enigmi gettando nello sconforto Turandot, diventata ora sua promessa sposa. Calaf però vuole per sposa una donna convinta e così le propone un patto: se lei riuscirà a scoprire il suo nome prima dell'alba, sarà giustiziato. La vicenda si complica con l'arrivo di Liù, schiava fedele e innamorata di Calaf, che preferisce sacrificarsi per proteggere il nome del suo padrone. Al sorgere del sole, la principessa, non avendo scoperto il nome del pretendente, annuncia al popolo il nome di colui con il quale si sposerà: “Amore”».

Che cosa rappresenta la Scala per lei?
«Il Teatro alla Scala non è semplicemente “un” teatro ma “il” teatro. È il tempio della lirica, infatti, ed è universalmente riconosciuto come uno dei teatri d’opera più prestigiosi e storici al mondo. Per tutti i cantanti lirici, e soprattutto per me, è il sogno che tutti vorrebbero si avverasse, il coronamento di anni di studio, sacrifico e dedizione. Ancora oggi mi chiedo… se sia vero! Questo non deve portare un’artista a crogiolarsi, anzi, è solo l’inizio di uno studio ancora più profondo e raffinato. Cantare alla Scala di Milano è un bel bigliettino da visita per un cantante lirico ma questo significa avere anche più riflettori puntati».

Sarà emozionato su quel palcoscenico?
«Poche volte mi emoziono, e per fortuna, perché l’emozione gioca sempre brutti scherzi. Quindi spero anche questa volta di controllare le emozioni che vorranno esplodere per dare il meglio sul palcoscenico».
Come fa per stemperare l’emozione prima di una performance?
«Questa è una delle domande più gettonate anche tra noi cantanti. Per quanto mi riguarda, la preparazione e lo studio maniacale che precedono le prove mi rendono molto sereno. Vado molto in anticipo in teatro per entrare nel personaggio, riscaldare la voce e parlare un po’, cercando di distrarmi fino all’ultimo. Prima di entrare ascolto l’inno di Mameli e poi… si va sul palco a dare il meglio di sé!».

Quali esperienze ha conseguito dall’ultima intervista?
«Ho partecipato a diverse audizioni nei teatri più importanti, italiani ed esteri. Dopo il Teatro Lirico Di Cagliari nel novembre 2024, che mi ha visto sia come baritono solista in una composizione sacra sia come il Dottor Falke alias il pipistrello, ho debuttato al Teatro Lirico Bellini di Catania, lo scorso marzo 2025. Ad aprile 2025 sono poi volato in Oman per debuttare alla Royal Opera House Muscat, grazie alla collaborazione con il Teatro Petruzzelli di Bari».
Prima ha parlato di sogni. Ce n’è uno, difficile da realizzare, nel suo futuro professionale?,
«Cantare alla Scala di Milano e al Metropolitan Opera House di New York!»: così rispondeva Alberto Petricca nel 2023 a Ciociaria Oggi. Nel ricordarglielo, i suoi occhi sorridono come quelli di un bambino felice per un regalo che sta per ricevere… “Solo chi sogna può volare!” (dal film “Peter Pan”).

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