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L'intervista

“Brigitte Bardot – Scandalo e solitudine” in scena al Teatro Belli. L’attrice Patrizia Bellucci presenta la sua B.B.

Libera di viaggiare nel tempo e nello spazio con le sue interpretazioni, ma sempre legata alla Ciciaria, l'attrice racconta la sua ultima fatica

Patrizia Bellucci

Molto legata alla nostra terra, come vedremo, ma libera di viaggiare nel tempo e nello spazio con le sue memorabili interpretazioni, l’attrice Patrizia Bellucci ci parla della sua ultima fatica, “B.B. Brigitte Bardot – Scandalo e solitudine”. L’opera teatrale andrà in scena al Teatro Belli di Roma da oggi fino al 18 maggio.

Perché una rappresentazione su Brigitte Bardot?

«Perché B.B. è un personaggio iconico, aggiungerei un fenomeno sociale, un mito che travalica il tempo. Questo spettacolo è un omaggio alla bellezza, alla libertà e al coraggio di Brigitte Bardot. Raccontarla oggi significa dare voce a tutte le donne che si sono sentite guardate, giudicate e possedute. Il testo è stato scritto da me in collaborazione con il regista Fabio Lombardi e l’amico autore e regista Fabrizio Catalano Sciascia, nipote del famoso scrittore Leonardo. Come sempre, quando devo interpretare un personaggio studio e mi informo attraverso biografie e interviste. In questo caso ho cercato di cucirmi addosso una B.B. lontana dagli stereotipi, motivo per il quale il testo, pur nascendo da uno studio accurato, presenta una forte risonanza emotiva».

Com’è la donna B.B., lontana dalla cinepresa?

«B.B. è una contraddizione vivente. Bellissima, ribelle, vulnerabile, cerca la libertà con una fame viscerale, ma rimane imprigionata nei desideri degli altri. Ha il coraggio di dire no a tutto, al cinema, alla fama, alla finzione, all’amore umano e paga con la solitudine. È una donna estrema e, quindi, profondamente vera. Il suo valore più importante è la resistenza individuale, non quella eroica, ma quella intima e quotidiana. Negli anni della sua adolescenza Brigitte voleva diventare una ballerina classica e la danza, come dice lei stessa, “non ti chiede di piacere ma di resistere”. La Bardot attivista è l’ultima forma del suo bisogno di autenticità ed è lì che il monologo si fa politico...».

Ci sono affinità tra di voi?

«Sì, entrambe cerchiamo la verità a costo di farci male. Entrambe siamo nel profondo solitarie. E ci accomuna anche il rapporto complesso con l’immagine pubblica, quel bisogno di esprimersi senza mai sentirsi rappresentate davvero».

Come si snoda la trama?

«È un viaggio nella memoria di una donna senza età che ricorda. Gli amori, la gioventù, la fuga, ma soprattutto il silenzio che arriva dopo il rumore. Il filo conduttore è la voce interiore di Brigitte che si racconta a sé stessa e per la prima volta non mente».

Se volesse definire la tipologia dell’opera teatrale…?

«Non è né commedia né tragedia ma la vita di una donna in tutta la sua pienezza drammatica. Ed è un monologo ma non nel senso classico, è piuttosto un dialogo con il tempo, con lo specchio, con la propria ombra».

Quali sono le emozioni che arrivano dal palcoscenico?

«Tenerezza, rabbia, nostalgia, struggimento. Chi assisterà uscirà dal teatro con la sensazione di aver visto una Bardot senza trucco. E forse si chiederà quante B.B. ci sono ancora oggi che non osano parlare…».

Perché il sottotitolo “Scandalo e solitudine”?

«Perché la Bardot è sempre stata un caso e mai una persona. Lo scandalo l’ha circondata ma la solitudine l’ha definita. È quella la chiave per comprenderla: una donna che ha avuto tutto e ha perso sé stessa».

Quanto è pesante interpretare B.B.?

«Molto, non solo per la complessità del testo ma per l’empatia che mi lega a lei. Ogni volta è un confronto con la mia fragilità, faticoso ma anche profondamente liberatorio».

Vuole ringraziare qualcuno?

«Ringrazio chi ha creduto che una Bardot diversa fosse possibile. Chi mi ha aiutato a scavare, a non accontentarmi, a guardare dentro le crepe. Ringrazio il regista Fabio Lombardi, anche autore delle musiche che mi accompagneranno in questo viaggio, e Fabrizio Catalano Sciascia, scrittore e regista ma soprattutto amico, per i suoi preziosi consigli. Sia Fabio e che Fabrizio hanno collaborato con me nella stesura del testo e mi hanno aiutato con grande pazienza e affetto a entrare nell’ anima e nel cuore di B.B.. Ringrazio ovviamente il pubblico che verrà ad ascoltare questa storia».

Che cosa la lega alla Ciociaria?

«Tutto. È la mia terra, qui ho radici, i silenzi, la famiglia. E l’orizzonte del Liri che ogni giorno mi insegna il ritmo lento del vivere».

…dalla sua residenza particolare, il Castello Boncompagni Viscogliosi…

«Sì, è la mia casa, il mio rifugio, un luogo fuori dal tempo, proprio come questo spettacolo».

Porterà lo spettacolo in Ciociaria?

«Sì, non potrei non farlo. Sarà un ritorno a casa, ma anche un dono a chi mi ha sempre sostenuta con affetto e discrezione».

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