Spazio satira
Arte e colore
13.05.2025 - 17:14
Umberto Di Passio al lavoro
Sorano, disegnatore di fumetti, attratto dalla storia in generale ma, anche, da quella del suo amato territorio: Umberto Di Passio, in arte Dpassio, apre le pagine delle sue “nuvolette” ai nostri lettori.
Quando si è avvicinato al mondo dei fumetti?
«Leggevo fumetti già da piccolo, soprattutto grazie a mia madre che spesso mi comprava le raccolte dei Peanuts. Anni dopo, al liceo artistico, ho avuto modo di incontrare ragazzi che ne sapevano molto più di me e grazie a loro sono riuscito ad approfondire le mie conoscenze».
Quali sono i primi fumetti che ricorda?
«Il mio primissimo ricordo legato ai fumetti è l’acquisto di qualche Topolino in edicola durante l’estate. Crescendo ricordo che iniziai a comprare qualche numero di Dragon Ball, che ancora oggi reputo un capolavoro grafico».
A quali fumetti è più legato?
«Sono molto legato alla storia del fumetto italiano. Chi mi conosce sa il mio amore per le opere di Andrea Pazienza e del Corto Maltese disegnato da Hugo Pratt. Un altro fumetto del passato che ho sempre letto con tanto interesse è stato senza dubbio Dylan Dog».
Nei fumetti è più importante il disegno o la storia?
«Il successo di fumetti come Maus o Persepolis ci insegnano che la storia raccontata bene vale più di un disegno minuzioso. Questo però non vuol dire che il disegno sia secondario. Per me un buon fumetto è la perfetta armonia di storia e disegno. Il disegno deve servire a dovere le richieste della storia, e la storia deve permettere al disegno di esprimersi».
Quanto influisce la laurea nei suoi disegni?
«Quando ho deciso di prendere una laurea l’ho fatto principalmente per crescere come persona, soprattutto culturalmente. Poi, negli anni, mi sono reso conto che tante informazioni che avevo appreso studiando sono state utili anche nel disegno. Ed è stata una scoperta inaspettata».
Quali sono attualmente i fumetti preferiti dagli italiani e quale la fascia d’età interessata?
«Sicuramente il fumettista più amato attualmente è Zerocalcare, ed è probabilmente grazie a lui se il fumetto in parte è stato rivalutato in Italia. Credo che la fascia di età più interessata al fumetto oggi sia principalmente quella adolescenziale, in sporadici casi giovani adulti, e che siano interessati soprattutto al manga (i fumetti originari del Giappone, ndr)».
Nel 2021 ha prodotto e pubblicato “Le cronache di Ciociaria”: ne riassume l’esperienza?
«Questo fumetto è nato per caso. Ero in lockdown con i miei coinquilini a Roma e per passare il tempo iniziammo a immaginare una storia in cui due eserciti medievali si affrontavano parlando in dialetto ciociaro. Da lì ho strutturato un fumetto che ho diviso e pubblicato in episodi sul mio profilo Instagram. È stato un grande successo tra i giovani della mia zona».
“Paesaggi di confine”: che cosa è?
«È un progetto realizzato dall’Università “La Sapienza” di Roma per promuovere la ricerca e dialogare con il territorio e la sua comunità».
I tifosi del Sora Calcio la conoscono perché…
«Mi conoscono probabilmente grazie ai miei lavori realizzati sul territorio. Tempo fa mi hanno contattato e mi hanno spiegato il loro progetto. L’idea era quella di ridisegnare una storica fotografia del Sora calcio del 1907 danneggiata dal tempo, dandole anche, nell’opera, uno stile più moderno. Questo mio disegno è stato poi trasferito dai tifosi su un telone che è diventato parte di una coreografia meravigliosa».
Una delle sue attività è anche ritrarre dal vivo i volti umani: quale emozione le dà tale disegno estemporaneo?
«Per me il ritratto è una magia. A volte mi chiedono come faccia a realizzare dei ritratti somiglianti, ma la verità è che non lo so nemmeno io. Inizio a disegnare senza pensare troppo al risultato finale e, proprio come per magia, il disegno viene fuori. Certe volte sono stupito anche io».
L’attività artistica occupa tutto il suo tempo lavorativo?
«Non sono ancora un artista a tempo pieno perché, in realtà, fino a pochi mesi fa non avevo troppo tempo per disegnare. Metà della mia giornata l’ho dedicata per anni allo studio universitario e questo non mi ha permesso di concentrarmi a tempo pieno sul disegno».
Arte e Sora: in che rapporto stanno?
«Sora è davvero piena di artisti formidabili, anche se molti di loro purtroppo sono poco conosciuti. Io, personalmente, ho imparato tantissimo da alcuni di loro e spero che pian piano la città riesca a far emergere questi talenti unici».
Ha un suo desiderio professionale da realizzare?
«Il mio più grande desiderio probabilmente è lavorare come fumettista professionista a tempo pieno. Non voglio cambiare il fumetto e nemmeno migliorarlo, ma mi piacerebbe entrare dalla porta ufficiale e notoria di questo mondo artistico e magari lasciare il mio segno...».
E, come diceva Patsy nel fumetto Nick Carter, qualche annetto fa, “L’ultimo chiuda la porta!”.
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