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A Palermo bisognerà essere più forti delle assenze

Contro la strafavorita al successo finale il tecnico Alvini dovrà rinunciare a mezza difesa. Assenti Monterisi, Biraschi e lo squalificato Calvani

A Palermo bisognerà essere più forti delle assenze

Foto Federico Proietti

La prima trasferta del campionato 2025-2026, coincide per il Frosinone con l’impegno sulla carta più difficile delle diciannove tappe lontane dallo “Stirpe”. Alle ore 21, i giallazzurri scenderanno in campo al “Renzo Barbera” contro il Palermo, vera e propria corazzata della Serie B. Una squadra costruita con investimenti milionari, con l’unico obiettivo di centrare quella promozione in Serie A soltanto sfiorata nella scorsa stagione. E a rendere il compito dei ciociari ancora più arduo c’è la guida tecnica dei rosanero. Ossia quel Filippo Inzaghi, che in cadetteria sa bene come si fa a vincere. Sulla carta, dunque, i favori del pronostico pendono tutti dalla parte dei siciliani. Eppure, il Frosinone si presenta all’appuntamento senza pressioni, forte della vittoria ottenuta all’esordio contro l’Avellino e con la consapevolezza di non avere nulla da perdere.

Le scelte obbligate di Alvini

Il vero cruccio per l’allenatore è rappresentato dalla difesa. Il reparto arretrato, infatti, dovrà essere ridisegnato da zero. Non ci sarà Calvani, fermato dal giudice sportivo, e non ci sarà Monterisi, ormai in uscita di mercato. Assente anche Biraschi, ancora alle prese con i problemi al ginocchio. A questi si aggiungono i soliti forfait riguardanti il portiere Sherri, l’esterno Corrado e l’attaccante Gori, tutti ai box per infortunio. Tornando alla difesa, quindi, restano a disposizione soltanto due centrali di ruolo: Bracaglia e Jacopo Gelli. Una situazione di emergenza che potrebbe spingere Alvini ad abbandonare il 4-2-3-1 visto contro l’Avellino per virare su una difesa a tre. In questo caso, Jacopo Gelli verrebbe schierato come braccetto destro, Marchizza a sinistra e Bracaglia centrale. Alle loro spalle il portiere Palmisani.

Due ipotesi di modulo

In altre parole le alternative tattiche al vaglio sono due: un 3-4-3 votato all’equilibrio dinamico o un 3-5-2 più conservativo. Nella prima ipotesi, sugli esterni ci sarebbero Oyono a destra e Masciangelo a sinistra, con Calò e Koutsoupias in mezzo. In avanti spazio a Ghedjemis, Raimondo e Kvernadze, tridente giovane e ricco di talento. Nel secondo scenario, invece, il centrocampo verrebbe irrobustito con l’inserimento di un quinto uomo (Barcella o Francesco Gelli), a scapito di una punta. Ma è chiaro che al di là delle “formule tattiche”, il Frosinone dovrà affidarsi a compattezza, sacrificio e spirito di squadra per reggere l’urto di un avversario costruito per dominare. Il Palermo, in particolare davanti al proprio pubblico, non farà sconti, mentre di contro il Frosinone non potrà avere alcun tifoso al seguito. E poi, come detto, la rosa allestita dalla dirigenza rosanero è di primissimo livello e Inzaghi può contare su un organico completo in ogni reparto. E, comunque, la pressione sarà tutta sulle spalle dei padroni di casa, chiamati a confermare le ambizioni di promozione. Per il Frosinone, scendere in campo senza l’assillo del risultato ad ogni costo, potrebbe anche rappresentare un piccolo ma importante vantaggio.

Obiettivo continuità

Il tecnico Massimiliano Alvini, fin dal suo arrivo, ha impostato il lavoro su concetti chiari: intensità, compattezza, mentalità aggressiva. La vittoria ottenuta all’esordio in campionato con l’Avellino ha dimostrato che il gruppo ha recepito il messaggio. Adesso arriva la verifica più dura: provare a fermare la corazzata Palermo in uno stadio che raramente perdona. Ma il Frosinone parte con un vantaggio psicologico: qualunque risultato non metterà in discussione il percorso di crescita avviato dal tecnico toscano. C’è una stagione intera da vivere, con difficoltà e occasioni da cogliere. E chissà che proprio la notte del “Barbera” non regali una sorpresa inattesa.

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