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La situazione

Serie B, smantellate dai giudici le tesi difensive del Brescia

Il Tribunale federale nazionale ha depositato le motivazioni della decisione per la penalizzazione dei lombardi

Serie B, smantellate dai giudici le tesi difensive del Brescia

Il Tribunale Federale Nazionale ha depositato le motivazioni della decisione presa nei confronti del Brescia, con il club lombardo che è stato penalizzato di 8 punti di cui 4 da scontare nell’attuale stagione. Decisione, questa che ha cambiato la classifica di Serie B della stagione appena conclusa: lombardi terzultimi e retrocessi in C, Frosinone salvo, mentre Salernitana e Sampdoria dovranno giocare i play out.. Ora il club di Cellino ricorrerà alla Corte d’Appello (12 giugno), ma stando
alle motivazioni del Tfn, ogni tentativo può essere considerato vano.

La vicenda
Al centro della questione le inadempienze della società con il mancato versamento delle ritenute Irpef e dei contributi Inps relativi al periodo compreso tra novembre 2024 e febbraio 2025, per un importo complessivo di circa 2 milioni di euro. Il tentativo del Brescia di compensare con crediti d’imposta incautamente acquisiti dal gruppo Alfieri SPV srl si è rivelato inesistente alla verifica dell’Agenzia Entrate, e in ogni caso inutilizzabile nelle modalità attivate, e ha inchiodato il sodalizio bresciano alle proprie responsabilità.

Smontate le tesi di Cellino
La tesi sostenuta dai legali di Cellino della “truffa patita”, è stata letteralmente smantellata dalle ampie ed esaustive argomentazioni addotte dai giudici del TFN presieduti da Carlo Sica. A differenza di quanto affermato dalla società, il collegio ha ritenuto corretto e tempestivo l’operato sia della Covisoc che dello stesso procuratore Chinè. Per quanto concerne, inoltre, la quantificazione della sanzione è stato ribadito il principio fissato sin dal precedente del Taranto nella scorsa stagione. Ovvero che ogni inadempienza comporta 2 punti di penalizzazione e che Irpef e Inps sono da considerarsi violazioni separate. Infine, il Brescia, secondo il TFN, aveva tutte le possibilità per verificare preventivamente l’affidabilità o meno del soggetto da cui aveva acquisito i crediti d’imposta risultati poi inesistenti e fasulli.

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