Cerca

Sanremo

«Il Festival? Sempre più social»

Originario di Veroli, Daniele Mignardi ha un’agenzia di comunicazione con sede a Roma. Da anni nel mondo dello spettacolo, si occupa di alcuni dei più grandi artisti italiani

Daniele Mignardi

foto di Enrico Magliocco

Da Veroli, dove è nato e cresciuto, fino ai più grandi palcoscenici nazionali e internazionali, al fianco di artisti e personaggi del mondo dello spettacolo dei quali cura quotidianamente la comunicazione. Lui si chiama Daniele Mignardi e ha dato vita, ormai diversi anni fa, a un’agenzia di comunicazione con sede nella capitale.

Tra gli artisti dei quali Daniele si occupa ormai da tempo, c’è Carlo Conti. Insieme al conduttore fiorentino in questi giorni è impegnato a Sanremo, la kermesse musicale più importante d’Italia che Daniele conosce bene, avendo lavorato già nei precedenti Festival di Carlo Conti ma non solamente. Faceva parte, infatti, anche della squadra di comunicazione negli anni di Claudio Baglioni. In una chiacchierata, Daniele Mignardi ci ha raccontato le emozioni dietro al suo lavoro e l’impegno all’Ariston in questi giorni tanto frenetici quanto belli per chi ha la fortuna di vivere dal vivo il “caos” della città di Sanremo nella settimana del Festival della canzone italiana.

Daniele, di cosa ti occupi al Festival?

«Ormai da tanti anni ho una società di comunicazione con sede a Roma che si occupa di spettacolo. Ho artisti dei quali curo la comunicazione nel mondo della musica e della televisione. Ci sono anche artisti internazionali: per loro curo le tournée in Italia. Ho una serie di collaboratori e ci occupiamo della loro comunicazione: sia ufficio stampa, sia social network, sia web. Tra i nostri clienti c’è ormai da tempo Carlo Conti: l’ho seguito in tutte le edizioni dei suoi Festival. Lavoriamo inoltre con tutte le sue produzioni televisive, da “Tale e quale” fino a “I migliori anni”».

Che differenze ci sono in questo Festival di Sanremo rispetto a quelli del passato?

«È sempre una continuità, un’emozione. Non ci sono differenze vere e proprie, noto un’evoluzione, soprattutto nella parte di comunicazione. Dieci anni fa, ad esempio, parlare dei social era un po’ prematuro, perché erano proprio all’inizio. Oggi sono preponderanti. Si fa più attenzione ai nuovi strumenti: al web, ai social, ai podcast… Da professionista della comunicazione, noto un’evoluzione».

Tra i cambiamenti nella comunicazione, c’è sicuramente anche il Fantasanremo...

«Carlo Conti si diverte particolarmente. Lo segue divertito. Era nato come un gioco, oggi è importante per tanta gente».

Che atmosfera si respira a Sanremo in questi giorni?

«Ormai dopo tanti anni qui, ho anche degli amici: per questa ragione si torna volentieri, si conosce tanta gente, si vive la città. I primi anni vivevo Sanremo come il Festival, ora vivo anche Sanremo come città. Poi si resta qui per svariati giorni, si fanno attività varie. Ormai vengo anche durante l’anno per vari eventi, come il Premio Tenco».

Dopo le cinque edizioni di Amadeus far bene almeno quanto lui non era affatto semplice. I numeri degli ascolti, però, stanno premiando Carlo Conti... C’era pressione?

«Non c’era alcuna pressione. Quando si lavora con Carlo si lavora con leggerezza e con l’obiettivo del risultato, per fare bene. Non c’è mai stata pressione, Carlo non bada ai numeri e agli ascolti. È irrilevante per lui, non è importante il dato di ascolto bensì il gradimento del pubblico. È un grande professionista».

È vero che nessuno sapeva del videomessaggio di Papa Francesco?

«È stata una sorpresa che Carlo ha voluto fare al pubblico, una grande emozione».

La comunicazione è il tuo mestiere, ma oltre all’agenzia con sede a Roma sei anche un docente...

«Collaboro con diverse università come la Luiss e La Sapienza. Mi piace. È vero che comunicare è un mestiere, ma anche una passione e questo mi porta anche a entusiasmarmi quando le cose vanno bene».

I prossimi progetti?

«Saremo impegnati come agenzia di comunicazione con alcuni eventi musicali e grandi produzioni televisive. Lavoreremo per la tournée degli AC/DC in Italia e ancora per quella di Bruce Springsteen. Sarebbe bello organizzare anche qualcosa in Ciociaria. Mi piacerebbe portare la nostra terra alla ribalta nazionale o internazionale».

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione