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Cinema

Un ciociaro in Guglielmo Tell

Francesco Cipolla, giovane fantino di Giuliano di Roma, ha recitato nel film adesso nelle sale. Per venticinque giorni ha ricoperto il ruolo di stunt horse: «È stata un’emozione incredibile»

Da Giuliano di Roma al Grande Schermo. Francesco Cipolla, proprietario con la famiglia del Ranch Saypol Horse, maneggio e centro di equitazione, tra ottobre e novembre ha lavorato con la società “Horses & Movies”, che si occupa di fornire cavalli, costumi, armi, bighe e carrozze per rappresentazioni storiche e produzioni cinematografiche.
Francesco ha girato, nel ruolo di stunt horse, il film “Guglielmo Tell”, in questi giorni al cinema. Il giovane ciociaro è stato uno dei fantini che hanno lavorato come controfigura a cavallo nel corso delle riprese.

Quando è cominciata la tua esperienza sul set di Guglielmo Tell?

«Personalmente ho iniziato a lavorare a Guglielmo Tell a fine ottobre, ma le riprese erano già in corso. Io ho lavorato a Cinecittà e sul Passo dello Stelvio, in Trentino. Sono stato circa 25 giorni sul set. Il nostro gruppo si occupava di stunt man e controfigura di attori. Principalmente facevamo scene di lotta e cavalcate e attraversamenti di fiumi. Abbiamo girato anche scene con gli attori: loro montavano i nostri cavalli e noi eravamo lì intorno per aiutarli. Solitamente, quando gli attori stessi devono girare con i cavalli, la società “Horses & Movies” li prepara con corsi specifici».

Che esperienza è stata?

«L’esperienza è stata bella ed emozionante. È stato divertente. Il set era sempre in montagna, spesso ci trovavamo a girare scene all’alba o al tramonto: giravamo in posti complicati, impervi, ma belli. Ho conosciuto tanti attori come Ben Kingsley che ha girato anche Iron Man. Inizialmente non lo avevo riconosciuto perché era vestito per la scena. L’ho guardato titubante perché non ero certo che fosse lui e non gli ho chiesto una foto, ma non ho avuto modo di rincontrarlo. Abbiamo girato su tutto il Passo dello Stelvio, più scene contemporaneamente. C’erano più set attivi allo stesso tempo, quindi non si incontravano sempre gli stessi attori, e purtroppo con lui non c’è stata più l’occasione».

Hai incontrato qualche altro attore nel corso delle riprese?

«Ho incontrato anche Golshifteh Farahani. Spesso quando giravamo a cavallo, lei veniva da noi. Quando abbiamo girato a Cinecittà World, veniva dai nostri cavalli perché le piacevano molto; quindi scambiava due chiacchiere anche con noi. Ho scambiato due parole anche con Amar Chadha-Patel. Ho visto tutti gli attori girare: quasi in ogni scena, infatti, c’eravamo noi a cavallo, quindi abbiamo spesso lavorato insieme».

Hai legato con qualcuno?

«Il regista, Nick Hamm, era davvero molto simpatico. Abbiamo passato con lui tanti momenti insieme. Lo sentivamo sempre parlare, era molto interattivo, ci spiegava le scene».

Come erano organizzate le giornate?

«Funziona così: il giorno prima arriva il programma e lo stant coordinator organizza il tutto. A volte è capitato anche di ripetere le scene dieci volte. C’è da dire che si guarda molto al benessere degli animali, quindi se una scena prevede un dispendio energetico da parte dell’animale, si gira al massimo due volte. E quando un cavallo è stanco, ci si ferma».

Sei andato al cinema a vedere Guglielmo Tell?

«Sono andato al cinema martedì sera. Bellissima emozione rivedermi sul grande schermo. È stata un'esperienza per me nuova e devo dire che è stato molto più divertente che guardare un altro film. Mi è piaciuta davvero tanto la pellicola. Pur avendo visto determinate scene girate sul set, devo dire che guardarlo sul grande schermo è proprio un'altra cosa».

Pensi che ripeterai questa esperienza?

«Ho lavorato con questa azienda per un anno e mi è rimasto nel cuore. Se dovesse esserci un’altra chiamata per altri film, lo farei volentieri, anche se al momento mi sono dedicato ad altri progetti».

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