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C’erano una volta le primarie

All’interno del centrodestra nessuno parla più di questo “passaggio” prima delle elezioni 2027. Così come Riccardo Mastrangeli non ha effettuato alcuna verifica. Richieste cadute nel vuoto

C’erano una volta le primarie

Tempi ormai stretti per lo svolgimento della seduta ordinaria del consiglio comunale per il mese di settembre. Considerando che non è stata ancora fissata la conferenza dei capigruppo. È evidente che a questo punto, qualora si dovesse procedere, la riunione dell’assemblea potrebbe esserci negli ultimi giorni del mese. C’è attesa innanzitutto per capire se si procederà ancora soltanto con la prima convocazione oppure se sarà ripristinata la seconda. Dipenderà dal presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri, sul quale c’è un pressing forte da mesi. Lui però è andato avanti per la sua strada. Con la prima convocazione, per la validità della quale devono essere presenti almeno 17 consiglieri su 33. E siccome la coalizione trasversale si ferma a 16, è emerso in maniera evidente quanto sia decisiva la Lista Marzi per il mantenimento del numero legale. Sono infatti 3 su 4 gli esponenti della civica che garantiscono l’apertura dei lavori: Domenico Marzi, Carlo Gagliardi, Alessandra Mandarelli. Non Armando Papetti, che è su altre posizioni.

Detto tutto questo, ripristinare la seconda convocazione in tale fase potrebbe cambiare poco ai fini degli assetti nell’aula di Palazzo Munari. Perché in ogni caso “dissidenti” (9), Pd (3), Psi (1) e Armando Papetti potrebbero arrivare a 14. E se decidessero di fare strategie unitarie per mettere in difficoltà la coalizione trasversale, potrebbero farlo anche in “seconda”. A quel punto i gruppi che sostengono Riccardo Mastrangeli dovrebbero comunque attrezzarsi per avere una soglia di... sicurezza. In più di tre anni di mandato il Sindaco mai è andato “sotto” in Consiglio. Si tratta di un elemento che fa la differenza. Visto che soltanto una “defaillance” di questo tipo aprirebbe di fatto una crisi politica in maniera formale. Sul tavolo del centrodestra continuano ad esserci tematiche non affrontate. E men che meno si pensa ad effettuare delle verifiche.
A inizio agosto i due assessori di Fratelli d’Italia (che ha il gruppo più numeroso con 5 consiglieri) non hanno partecipato alla seduta della giunta nella quale c’è stata la presa d’atto del tracciato del Brt.

Per lo stesso motivo il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri ha lasciato la Lista Ottaviani, della quale era un punto di riferimento. Eppure Mastrangeli non ha ritenuto necessario definire un confronto con Fratelli d’Italia e con Massimiliano Tagliaferri.
Poi c’è la Lista per Frosinone del vicesindaco Antonio Scaccia, il quale è altresì presidente regionale dell’associazione Noi con Vannacci, che fa riferimento all’europarlamentare e vicesegretario della Lega Roberto Vannacci. Il consigliere della Lista per Frosinone Corrado Renzi ha chiesto a Mastrangeli di prevedere una verifica nell’alveo del centrodestra originario. Messaggio forte e chiaro, così traducibile: “valutiamo il rientro di Forza Italia in maggioranza”. In modo da non da non dare alla Lista Marzi un ruolo determinante. C’è un altro argomento letteralmente sparito dal dibattito all’interno del centrodestra: le primarie. Sono state svolte nelle tre precedenti occasioni: 2012, 2017, 2022. Certamente il risultato finale era evidente dall’inizio: vale a dire le vittorie di Nicola Ottaviani (due volte) e di Riccardo Mastrangeli (una). La competizione, però, è stata importante per tenere unito il centrodestra e per promuovere un minimo di mobilitazione dal basso.

Nei mesi scorsi si erano detti favorevoli a passare ancora una volta dalle primarie sia Fratelli d’Italia che la Lista per Frosinone. Ma il silenzio di Riccardo Mastrangeli è stato tanto assordante quanto esplicito. La sensazione forte è che il primo cittadino non ritenga necessarie le primarie nel 2027. Innanzitutto perché il profilo politico è cambiato e adesso il Sindaco è sostenuto da una “coalizione trasversale”. Il centrodestra si è spaccato e Forza Italia è fuori dalla maggioranza da quattordici mesi. Poi c’è il risultato del sondaggio Governance Poll, che ha attribuito a Mastrangeli un gradimento del 56%. Ma il punto politico è pure un altro: il Sindaco non intende accettare l’idea di primarie “contendibili”. Perché mai è avvenuto in passato e lui è il primo cittadino in carica.

Detto tutto questo, si sta già lavorando in vista delle elezioni del 2027. Perché ventuno mesi passano in fretta. Lo schema che Riccardo Mastrangeli ha in testa è quello della conferma della coalizione trasversale. Composta da Lega, Lista Ottaviani, Lista Mastrangeli, Lista per Frosinone, ma anche da Lista Marzi, Lista Marini e Polo Civico. Il Sindaco spera che della stessa possa far parte pure Fratelli d’Italia. Il nodo è tutto politico, nel campo del centrodestra. Perché nel 2027 alle amministrative si voterà anche a Roma e Frosinone è un Comune capoluogo di provincia. I leader regionali del centrodestra cercheranno di garantire ovunque l’unità dell’alleanza. A Frosinone, però, si è consumata la frattura con Forza Italia. Uno strappo che non è affatto semplice da ricucire.
E proprio questo potrebbe aprire spazi anche ad altre coalizioni trasversali.

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