Spazio satira
Frosinone
02.07.2025 - 11:00
Il sindaco Riccardo Mastrangeli e il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri
«Si va avanti con la prima convocazione. Punto». Massimiliano Tagliaferri, presidente del consiglio comunale di Frosinone, è stato netto con chi lunedì sera gli chiedeva di ripristinare la seconda convocazione nelle sedute ordinarie. Il rischio che il numero legale saltasse è stato reale. Alla fine si è reso necessario richiamare Domenico Marzi, che ad un certo punto (dopo l’approvazione delle delibere più importanti) era andato via. Si trovava a casa quando il suo telefonino ha iniziato a squillare senza soluzione di continuità. Sembra che la chiamata decisiva sia stata quella del presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri. Fatto sta che la coalizione trasversale che appoggia Riccardo Mastrangeli era ferma a 16 presenti (su 33). Tra i quali Alessandra Mandarelli, della Lista Marzi. Dall’inizio della seduta mancava Sergio Crescenzi (Fratelli d’Italia). Il quale spiega: «Ho avuto un problema di carattere fisico, l’errore è stato non avvertire nessuno e quindi sul piano tecnico sono risultato come assente ingiustificato. Ma non c’è alcun problema».
Il gruppo di Fratelli d’Italia aveva fatto sapere che erano comunque necessarie delle spiegazioni. Per un motivo semplice: parliamo del primo partito in aula consiliare, che pochi giorni fa ha avuto un confronto importante con il Sindaco. Affrontando temi di primo piano sia a livello politico che amministrativo. Ovvio che fa differenza poter contare su 5 oppure su 4 consiglieri. Specialmente in tale fase. Perciò il capogruppo Franco Carfagna ha immediatamente sollecitato dei chiarimenti. In realtà a questo punto all’interno della coalizione più di qualcuno chiede una sorta di verifica per capire davvero chi sta con chi. Proprio perché i numeri sono stretti.
Dicevamo 16 su 33: 5 di Fratelli d’Italia, 3 della Lista Ottaviani, 3 della Lista per Frosinone, 1 della Lega, 1 del gruppo che fa riferimento a Mauro Vicano. Poi c’è il sindaco Mastrangeli, che è anche consigliere. E i 2 esponenti provenienti dalle opposizioni: Andrea Turriziani (Lista Marini) e Claudio Caparrelli (Polo Civico). Però il numero legale si raggiunge con 17 presenti ed è qui che si evidenzia il ruolo decisivo della Lista Marzi, che ha 4 consiglieri. L’altra sera in aula ce n’erano 2: Domenico Marzi e Alessandra Mandarelli. Spiega Domenico Marzi: «A dire la verità lunedì sera mi sono meravigliato del fatto che non sia stata votata all’unanimità la delibera del polo logistico. Ci sono dei segnali chiari che Frosinone sta uscendo dal torpore e penso che vadano colti. Per quello che mi riguarda, ribadisco che l’obiettivo è evitare l’interruzione anticipata della consiliatura. Ho avanzato delle proposte programmatiche, ad un certo punto farò delle valutazioni. Mi ero allontanato dall’aula, ma non ho avuto problemi a tornare».
I numeri però restano stretti. Anzi, strettissimi. Lunedì sera al termine della seduta, l’ex consigliere Roberto Pittiglio (esponente della Lista per Frosinone del vicesindaco Antonio Scaccia) ha chiesto esplicitamente di tornare alla seconda convocazione. Quindi ha invitato Riccardo Mastrangeli ad ispirarsi di più all’ex sindaco Nicola Ottaviani. Messaggi politici molto chiari per la verità. Il sindaco Mastrangeli, dal canto suo, ancora una volta ha voluto mettere in evidenza di essere concentrato sul profilo amministrativo. Ha detto ai fedelissimi: «È chiaro a tutti che sul piano programmatico e amministrativo si sta andando avanti. Le delibere continuano ad essere approvate, tutte». Va fatta una considerazione: Massimiliano Tagliaferri (Lista Ottaviani) tiene dritta la barra sulla prima convocazione anche per tenere alta la pressione sui gruppi della maggioranza originaria. Nel senso che se qualcuno vuole davvero il ripristino della seconda “chiama”, allora lo deve dire (e motivare) apertamente. È anche una partita a scacchi, giocata sull’orlo di una crisi di nervi. Su questo non c’è dubbio alcuno. C’è un’altra novità emersa dalla seduta dell’altra sera.
I “dissidenti” e il Pd hanno deciso di unire le forze nelle strategie consiliari. Provando a far saltare la riunione per mancanza del numero legale. Sarebbe stato un segnale forte. Sicuramente ci riproveranno. I “dissidenti” eletti nel centrodestra sono 9: 3 di Forza Italia (Pasquale Cirillo, Maurizio Scaccia, Christian Alviani), 3 di FutuRa (Giovambattista Martino, Teresa Petricca, Francesco Pallone), 2 della Lista Mastrangeli (Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella) 1 della Lega (Giovanni Bortone). Poi c’è il Pd, che ha 3 esponenti: Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari, Norberto Venturi. In totale sono 12. Al momento l’unica strategia può essere quella di verificare continuamente la presenza o meno del numero legale nell’aula di Palazzo Munari. Anche se l’altra sera nessuno ha chiesto di effettuare l’appello quando Domenico Marzi si era allontanato.
Nel frattempo Andrea Turriziani aveva preso la parola per consentire a Marzi di avere il tempo di rientrare. La domanda politica è una sola: ci sono davvero la volontà e gli spazi per ricomporre il quadro originario del centrodestra al Comune capoluogo? Perché la distanza che separa Forza Italia da Riccardo Mastrangeli continua ad aumentare. E nonostante sia stato più volte sottolineato che esiste la possibilità di investire del tema il tavolo regionale della coalizione (Frosinone è un Comune capoluogo), passi successivi non vengono effettuati. Probabilmente c’è chi ritiene che quando fra due anni ci saranno le elezioni comunali, è complicato immaginare un centrodestra spaccato a Frosinone (Comune capoluogo). Tanto più che contemporaneamente si voterà anche a Roma e subito dopo ci saranno le politiche. Ma nulla è scontato. Tanto più che gli “azzurri” al Comune sono attivissimi. C’è chi non esclude possibile nuove adesioni. Magari in tempi brevi.
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