Comune
22.10.2025 - 09:00
Il sindaco Riccardo Mastrangeli e il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri
A chiedergli di blindare la coalizione trasversale, trasformandola in maggioranza numerica e amministrativa, sono stati (quasi) tutti i gruppi consiliari. C’è un passaggio necessario: trovare il diciassettesimo. Visto che l’assetto attuale è parametrato a quota 16 su 33. Negli ultimi undici mesi non ci sono stati problemi nelle sedute ordinarie di prima convocazione perché 3 esponenti su 4 della Lista Marzi hanno garantito il numero legale. Parliamo di Domenico Marzi, Alessandra Mandarelli e Carlo Gagliardi. Non Armando Papetti, che peraltro ha già annunciato che nel 2027 sarà candidato nella coalizione del Psi, a sostegno di Vincenzo Iacovissi. Una coalizione di quattro liste. Per come si sta delineando la situazione, la ricerca del “diciassettesimo” non serve solo a rinsaldare il quadro attuale, ma anche (anzi, soprattutto) a tratteggiare le dinamiche e le strategie delle prossime amministrative.
Lunedì era stata individuata una possibile opzione, vale a dire quella di attribuire una delega al consigliere Carlo Gagliardi, della Lista Marzi. Una delega come consigliere, non quindi nel ruolo di assessore. Si era parlato dell’urbanistica, materia che prima Nicola Ottaviani e poi Riccardo Mastrangeli hanno sempre trattenuto ad interim. Il Sindaco si è confrontato con i gruppi su una soluzione del genere. Alla fine, però, il via libera non c’è stato. Sembra per le perplessità della cosiddetta “galassia della Lega”. Composta dai gruppi del Carroccio (1 consigliere), della Lista per Frosinone (3), della Lista Ottaviani (2) e anche da Marco Sordi, eletto nella Lista Vicano. Ma vicinissimo politicamente a Nicola Ottaviani, deputato e coordinatore provinciale della Lega. Proprio in questi giorni si sta pensando alla costituzione di un intergruppo tra queste forze. In totale 7 consiglieri. Nelle ultime settimane Nicola Ottaviani e Antonio Scaccia hanno ritrovato piena sintonia.
Fatto sta che dopo il no all’ipotesi di attribuire una delega al consigliere Carlo Gagliardi, la situazione non si è sbloccata. Inoltre un’intesa programmatico-amministrativa con la Lista Marzi non appare a portata di mano. Domenico Marzi ha più volte ribadito che non parteciperà ad iniziative finalizzate a interrompere la consiliatura (dimissioni di massa o mozione di sfiducia). Aggiungendo di aspettare risposte ad alcune richieste avanzate: il trasferimento degli uffici comunali dell’ex Mtc nella sede di piazza VI Dicembre e la riattivazione dell’ascensore inclinato. Però un accordo vero e proprio è un altro discorso.
Probabilmente Mastrangeli ritiene che intanto si può andare avanti con questo schema, ma la domanda è: cosa potrebbe succedere senza il “diciassettesimo”? Della “galassia della Lega” abbiamo detto. Ma nella coalizione trasversale ci sono altresì Fratelli d’Italia (5 consiglieri: il gruppo più numeroso) e il presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri, ora “indipendente” dopo essere uscito dalla Lista Ottaviani. Quindi ci sono Andrea Turriziani (Lista Marini) e Claudio Caparrelli (Polo Civico). Entrambi eletti nelle file dell’opposizione nel 2022. Sabato scorso a Colleferro c’è stato un incontro a cena tra Gianfranco Pizzutelli (fondatore e presidente del Polo Civico) e Francesco Trina (coordinatore della Lista Marini). Probabilmente per capire se ci sono gli spazi per una sorta di patto federativo. Sia in questa fase che per le prossime elezioni? Vedremo.
Ad ogni modo c’è una convinzione diffusa: l’unico spazio di agibilità politica vera per arrivare (almeno) a quota 17 è quello che va nella direzione della Lista Marzi. Lo scontro politico nel corso del dibattito sulle mozioni riguardanti la situazione nella Striscia di Gaza ha evidenziato quanto sia profonda la frattura tra il gruppo di Forza Italia (3 consiglieri) da una parte, il sindaco Mastrangeli, Fratelli d’Italia, Lista per Frosinone e Lista Ottaviani dall’altra. Allo stesso modo distanza incolmabile con gli altri 6 “dissidenti” eletti nel centrodestra. Vale a dire Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (Lega), Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone (FutuRa).
Restano il Pd (3) e i Socialisti (1). Entrambi i partiti del centrosinistra, pur distanti tra loro, rimarranno all’opposizione fino al termine della consiliatura.
In quaranta mesi Mastrangeli ha sempre avuto i numeri nell’aula di Palazzo Munari. E fino a questo momento mai si sono intravisti spazi per mettere in fila 17 firme (dimissioni di massa) o 17 voti (mozione di sfiducia). Fino alla discussione sul bilancio non succederà nulla. Forse. Bisognerà vedere il quadro politico a partire dalla fine del 2026. Specialmente nel centrodestra. Sarà quello il periodo decisivo per capire chi intenderà sostenere la candidatura bis di Riccardo Mastrangeli. Il quale peraltro si sta già muovendo per conto proprio, anche su scenari alternativi. La novità dell’ultimo periodo è stata rappresentata dal ripristino della seconda convocazione per le sedute ordinarie dell’aula. In questo modo per il numero legale servono 12 presenti. L’ultima volta, relativamente alla discussione sulle mozioni, si è capito che se “dissidenti” e centrosinistra convergono su una strategia, la coalizione trasversale può rischiare. È esattamente per questa ragione che a Mastrangeli è stato chiesto di trovare il “diciassettesimo”. All’ultimo vertice di maggioranza non erano presenti né i consiglieri di Fratelli d’Italia né Massimiliano Tagliaferri. Segnale da non sottovalutare. Assolutamente.
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