Spazio satira
Ceccano
17.05.2025 - 21:01
Ginevra Bianchini, candidata al consiglio comunale con Fratelli d’Italia, davanti al comitato elettorale di Ugo Di Pofi
Ginevra Bianchini, candidata di Fratelli d’Italia al consiglio comunale a sostegno di Ugo Di Pofi, già assessore all’urbanistica, rapporti con gli enti territoriali, istituzioni e Regione, sente di avere una missione da svolgere in questo ultimo scorcio di campagna elettorale: raccontare ai cittadini quanto di buono fatto dal centrodestra in questi anni, invitandoli a non “buttare via il bambino con l’acqua sporca”. L’abbiamo intervistata.
Continua a dominare il tema degli arresti di ottobre e della caduta dell’amministrazione Caligiore. Gli avversari vi incalzano e chiedono: avete ancora il coraggio di candidarvi? Lei perché ce l’ha?
«E perché mai non dovrei averlo? Personalmente ritengo di aver sempre operato con serietà e impegno per la crescita della città. Onestamente. Le responsabilità che riguardano determinati fatti saranno valutate nelle sedi competenti. Spetta alla magistratura fare il proprio corso. Da parte mia ho la responsabilità di continuare a lavorare con spirito costruttivo perché Ceccano ha bisogno di visione e continuità amministrativa».
Che cos’ha fatto di buono il centrodestra?
«Prima di noi Ceccano era una città divisa, c’erano famiglie di serie A e di serie B. I giovani servivano solo per attaccare manifesti. La politica veniva da fuori a prendersi e a “vendersi” i voti dei ceccanesi. Poi qualcosa è cambiato e il gigante si è svegliato. Dal nulla è nata una speranza con Fratelli d’Italia e il gruppo di Massimo Ruspandini. C’ero allora come ci sono oggi, sempre dalla stessa parte».
Rimpiange qualcosa della sua esperienza di assessore?
«Il lavoro che stavamo portando avanti sulla rigenerazione urbana è rimasto in sospeso con la caduta dell’amministrazione. È uno strumento fondamentale per la riqualificazione del territorio che serve ad affrontare le grandi sfide che abbiamo di fronte, come le aree dismesse, anche industriali, che possono essere recuperate e restituite alla città come nuovi spazi».
E di che cosa va fiera?
«Abbiamo riportato il settore urbanistico al passo con i tempi. I nostri competitor parlano tanto di trasparenza, ma noi con l’attivazione del “Sue” abbiamo reso telematico lo sportello per l’edilizia privata, semplificando l’accesso alle pratiche e rendendo più agevole ed equo il rapporto tra cittadini, professionisti e Comune. Questa sì che è trasparenza».
Quali priorità amministrative sosterrà se eletta?
«La prima, dalla quale siamo arrivati ad un passo, è la ricostruzione del palazzetto dello sport che, non possiamo dimenticarlo, crollò nel 2012 pur essendo nuovo. Un fatto che non ha prodotto accanimenti contro la sinistra che quell’opera aveva progettato e realizzato. E poi la cura e la manutenzione urbana che con tanta fatica stavamo rimettendo in piedi».
C’è un’altra coalizione di liste di centrodestra, suoi ex colleghi di maggioranza. Che si sente di dire loro?
«Abbiamo svolto le primarie proprio per circoscrivere il centrodestra ceccanese che è quello che sostiene Ugo Di Pofi con la forza dei partiti che governano ormai ad ogni livello. Il resto mi sembra più incentrato su personalismi e ambizioni scollegate da un percorso chiaro».
Sabato scorso ha incontrato a Ceccano con Di Pofi e gli altri esponenti del centrodestra il presidente della Regione, Francesco Rocca, che vi ha incoraggiato ad andare a testa alta e spiegare ai cittadini quanto di buono fatto dal centrodestra in questi anni. Lei lo sta facendo?
«Sì, continuo ad avere un contatto diretto e costante con i cittadini ceccanesi. Sapendo esattamente da dove voglio ripartire, con le idee chiare e potendo contare su una sponda importante alla Regione con il presidente Rocca e tutta la maggioranza».
Perché chiede il voto?
«Ho 32 anni, e 18 li ho spesi in questo cammino. Non so se gli altri candidati, anche chi si propone come sindaco, possano dire la stessa cosa. Abbiamo creato a Ceccano una classe dirigente seria, preparata e radicata sul territorio, una risorsa che non va dispersa ma valorizzata e rafforzata. Io ci sono».
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