Spazio satira
L'intervista
09.10.2023 - 16:55
Nicola Ottaviani, parlamentare e coordinatore provinciale della Lega
È certo che il centrodestra continuerà a governare senza problemi, forte dei risultati elettorali. Ad ogni livello: nazionale, regionale e locale. Nicola Ottaviani, deputato e coordinatore provinciale della Lega, fa il punto della situazione alla vigilia di una stagione politica importante e per molti versi decisiva. Senza perdere di vista le dinamiche economiche e finanziarie del Paese. Con un occhio attento agli investimenti e all'occupazione.
Manovra economica: quali sono gli spazi effettivi? Il ministro Giorgetti ha parlato di inevitabili scelte difficili e forse impopolari. Dove e in che misura ci saranno i tagli?
«Il buco finanziario lasciato dalla assurda programmazione sul Superbonus avrà riverberi ancora per molto. Passare da 36 miliardi di crediti di imposta, secondo le iniziali previsioni, a oltre 94 a settembre, toccando la punta di 130 miliardi a dicembre, appare più arduo di una scalata dell'Everest al buio. In questo quadro risulta indispensabile soffermarsi e puntare alla realizzazione delle priorità assolute e, tra queste, sicuramente rimane l'abbattimento del cuneo contributivo e fiscale anche per il 2024, che comporterà una diminuzione tra i sei e i sette punti percentuali della pressione gravante sulle buste paga dei lavoratori. La manovra, inoltre, si concentrerà anche sulla qualità e l'adeguatezza della spesa sanitaria, poiché si dovranno sostenere le Regioni nell'abbattimento delle liste di attesa e nella stabilizzazione del personale sanitario medico e paramedico che, soprattutto durante il Covid, si è reso protagonista di veri e propri comportamenti eroici».
Si avvertono realmente manovre (come nel 2011) per arrivare a Governi tecnici?
«Il centrodestra non teme neppure lontanamente la riedizione di quello che avvenne nel 2011, quando un Governo legittimamente eletto dal popolo, a causa di manovre di palazzo, ordite da alcuni ambienti della finanza europea, capovolse il risultato uscito dalle urne, imponendo logiche da piccole lobby plutocratiche. Giorgia Meloni, Matteo Salvini e tutto il centrodestra non hanno vulnerabilità di sorta, tali da imporre sacrifici di democrazia che rischierebbero di non avere alcuna giustificazione, sotto il profilo costituzionale e democratico. Per il resto, il ruolo dell'Italia oggi in Europa è molto più saldo ed ancorato alla difesa di prerogative storiche ed identitarie, che traggono le radici proprio dal manifesto di Ventotene, non a caso redatto in una delle zone più belle della nostra Penisola».
Siamo alla vigilia di una stagione politico-elettorale impegnativa e delicata. Quanto (e perché) saranno importanti le elezioni europee? In provincia di Frosinone si avranno candidature eleggibili, come per esempio potrebbe essere quella di Mario Abbruzzese?
«Alle elezioni europee la Lega si presenterà con candidati del territorio provenienti anche dalla provincia di Frosinone, in grado di essere eletti e di difendere i progetti, le aziende ed i lavoratori dell'Italia centrale. Ecco perché i candidati potenziali non devono essere bruciati, poiché in politica non valgono le regole di De Coubertin, secondo le quali la mera partecipazione era di per sé un successo».
Perché in provincia di Frosinone il centrodestra fa fatica a fare squadra e ad essere unito? C'è chi vi accusa di non riconoscere la leadership di FdI.
«Il rapporto con gli alleati di governo è necessariamente di collaborazione e di condivisione del programma che gli elettori hanno giudicato positivamente, con un consenso enorme, a settembre dello scorso anno e, dunque, non vi sono particolari problemi che possano alterare equilibri e schemi assolutamente consolidati. Per il resto, è normale che vi sia una dialettica costruttiva, volta a trovare soluzioni comuni e condivise, davanti alle novità politiche o amministrative, che dovessero presentarsi sul percorso locale e nazionale».
Di cosa hanno davvero bisogno le imprese della provincia di Frosinone per un rilancio degli investimenti e dell'occupazione?
«La provincia di Frosinone, in questo momento, ha bisogno soltanto di consolidare le vocazioni produttive e del terziario avanzato, che hanno portato il territorio ad essere il traino del Mezzogiorno da sessant'anni, toccando punte di qualità e di professionalità di livello europeo ed internazionale. Chiaramente, soprattutto sul versante dell'occupazione, dovrà essere migliorato ulteriormente il confronto tra le associazioni datoriali e quelle sindacali dei lavoratori, per centrare l'obiettivo dell'aumento del potere di acquisto dei salari, attraverso formule di contrattazione decentrata, che possano premiare la professionalità, il lavoro straordinario ed il raggiungimento degli obiettivi che non sono dell'imprenditore, ma dell'impresa, da intendersi come valore aggiunto di una comunità. Sotto tale profilo, la "ciociarità", intesa come identità, orgoglio ed approccio metodologico, costituisce un valore da promuovere e continuare ad esportare, ben oltre i confini della nostra provincia».
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