Spazio satira
Frosinone
06.09.2025 - 12:04
«A Frosinone, l’urbanistica è da tempo relegata ai margini del dibattito politico e amministrativo. Un’assenza che pesa sul futuro della città. È un po’ come il Godot di Beckett: tutti lo aspettano, ma non arriverà mai».
A denunciarlo è Anselmo Pizzutelli, capogruppo della lista Mastrangeli, che con toni decisi punta il dito contro l’immobilismo dell’amministrazione comunale. «Siamo arrivati a una sorta di punto di non ritorno e in gioco c’è molto del futuro della città» avverte, sottolineando come la mancanza di una strategia chiara abbia lasciato irrisolte questioni cruciali, dal rispetto delle convenzioni edilizie alla revisione del Piano Regolatore Generale. Il primo nodo critico è la gestione della delega all’urbanistica, che «è quasi ad interim nelle mani del sindaco che non l’ha mai assegnata». Pizzutelli si chiede: «Perché da anni la delega all’urbanistica non viene assegnata? Devo pensare che si ritenga che nessuno dei consiglieri sia all’altezza di avere una visione, oppure che neanche un tecnico esterno possa essere considerato all’altezza di ricoprire il ruolo?».
Questa assenza di una figura dedicata ha contribuito, secondo il consigliere, a «una mancanza di visione e programmazione» che ha penalizzato i cittadini, lasciando la città indietro rispetto ad altre realtà. Le convenzioni edilizie sono un altro tema centrale. Pizzutelli critica la tendenza dell’amministrazione a giustificarsi con la «carenza di personal», un problema reale ma non sufficiente a spiegare l’inerzia. «Negli ultimi anni con un lassismo a dir poco deprecabile la classe dirigente ha dormito e non ha bussato alla porta di chi costruiva, che nel frattempo realizza business e profitto, per farsi consegnare le opere compensative necessarie per la vivibilità e la qualità degli spazi urbani» afferma. Il risultato è stato un danno che va oltre l’aspetto economico: «Non parlo di un vulnus solo economico ed erariale, ma di occasioni mancate di sviluppo sociale che ci fanno rimanere ancora indietro di anni rispetto ad altre realtà».
Durante il question time, Pizzutelli ha chiesto risposte al sindaco Riccardo Mastrangeli, che detiene la delega all’urbanistica, ma ha ricevuto «risposte evasive e per nulla convincenti». La mancata riscossione di diversi oneri concessori e la mancata realizzazione delle opere compensative sono un altro punto dolente. «Sarebbe stato il caso di investire nel lavoro di professionisti che si fossero occupati di questo, anziché elargire soldi a pioggia per incarichi legali e per eventi di dubbia qualità che non hanno prodotto ritorni né economici né di immagine» aggiunge, criticando una gestione poco lungimirante delle risorse. La mancanza di visione urbanistica ha avuto conseguenze tangibili, come la «mancata revisione del Prg, evidentemente non adatto» e la «mancata ricucitura dei quartieri». Pizzutelli evidenzia anche il problema delle lottizzazioni: «Qualcuno si è mai chiesto quante strade di lottizzazioni siano state realizzate in questi anni e che non sono state accatastate e che, se collegate, avrebbero risolto molti problemi di traffico?». Uno sviluppo urbano «a macchia di leopardo» secondo il consigliere, ha generato più danni che benefici.
Ma le questioni sul tappeto sono tante. «Prendiamo il palazzo SIF. All’appello mancano una strada e un parcheggio e tutti sanno come serva come il pane un parcheggio allo Scalo; quindi, cosa si sta aspettando?» sottolinea Pizzutelli, lamentando l’assenza di interventi che rispondano alle esigenze dei cittadini. Inoltre, il rischio di perdere i diritti dell’ente è concreto: «Se è vero che dopo dieci anni potremmo decadere dal diritto di far valere le ragioni del Comune nei confronti dei privati, perché si insiste in questa inerzia? perché i cittadini devono essere privati di queste opportunità?».
Il consigliere Anselmo Pizzutelli conclude con un appello diretto al sindaco, all’assessore alle finanze e a quello al patrimonio: «C’è una reale volontà di far rispettare fino in fondo le convenzioni, riscuotendo gli oneri concessori e facendo realizzare le opere? In caso contrario, perché non si fa? Se c’è l’intenzione di recuperare il tempo perduto non facendo scadere le convenzioni, perché questa non è una priorità dell’amministrazione?» si chiede, lasciando sul tappeto un interrogativo che interpella l’intera classe dirigente.
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