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1854-2024

Il dogma dell’Immacolata Concezione

La bolla papale “Ineffabilis Deus” di Pio IX. Centosettanta anni fa la decisione del pontefice

chiesa pixabay

L’8 dicembre del 1854, e quindi esattamente 170 anni fa, con l’emissione della bolla papale “Ineffabilis Deus”, Papa Pio IX proclamò il dogma della “Immacolata Concezione”. Esso trae fondamento dalla questione biblica del peccato originale, dal quale qualsiasi essere umano nasce – suo malgrado – gravato. Secondo la concezione cattolica solo la Vergine Maria, scelta come “Madre di Dio”, ne fu sollevata. Il dogma della “Immacolata Concezione” ci dice infatti che la Madonna – creatura caratterizzata da una totale innocenza spirituale e da un’incorruttibile moralità – non si macchiò mai di alcun peccato in tutta la sua vita, e ciò in forza di un privilegio divino in virtù del quale era stata scelta da Dio stesso per farsi carico di un compito ben più gravoso di quello generalmente affidato a qualsiasi essere umano.

Il Padre Eterno, in altre parole, per dare pieno compimento al piano che sarebbe stato poi sublimato dalla nascita di Gesù, la rese “piena di grazia”, tanto è vero che il testo del dogma così recita: «Dichiariamo, affermiamo e definiamo la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli… riaffermiamo la Nostra più fiduciosa speranza nella Beatissima Vergine, che, tutta Bella e Immacolata, ha schiacciato il capo velenoso del crudelissimo serpente, ed ha portato la salvezza al mondo; in Colei, che è gloria dei profeti e degli apostoli, onore dei martiri, letizia e corona di tutti i santi; sicurissimo rifugio e fedelissimo aiuto di tutti coloro che sono in pericolo; potentissima mediatrice e riconciliatrice di tutto il mondo presso il suo Figlio unigenito; fulgidissima bellezza e ornamento della Chiesa e sua saldissima difesa.

Riaffermiamo la Nostra speranza in Colei che ha sempre distrutto tutte le eresie, ha salvato i popoli fedeli da gravissimi mali di ogni genere, ed ha liberato Noi stessi da tanti pericoli, che ci sovrastano». Pio IX rivelò successivamente che la sua decisione di promulgare il dogma della “Immacolata Concezione” fu il frutto del voto che egli aveva fatto durante il suo esilio forzato di Gaeta, nell’ipotesi in cui avesse ricevuto la grazia di riuscire a tornare a Roma, e dell’auspicata ricostituzione dell’ordine cristiano in Europa. Il Pontefice, nel 1857, così poi descrisse il fortissimo stato di tensione mistica in cui si venne a trovare nel momento esatto della declamazione dogmatica nella basilica di San Pietro, gremita di fedeli: «Quando incominciai a pubblicare il decreto… alla formula della definizione, Iddio dette al suo Vicario tal forza e tanta soprannaturale vigoria che ne risuonò tutta la basilica. Ed io fui tanto impressionato da tal soccorso divino che fui costretto a sospendere un istante la parola per dare libero sfogo alle mie lagrime. Inoltre, mentre Dio proclamava il dogma per bocca del suo Vicario, Dio stesso dette al mio spirito un conoscimento sì chiaro e sì largo dell’incomparabile purezza della santissima Vergine, che inabissato nella profondità di questa conoscenza, che nessun linguaggio potrebbe descrivere, l’anima mia restò inondata di delizie inenarrabili, di delizie che non sono terrene, né potrebbero provarsi che in cielo».

È tuttavia opportuno precisare che il dogma della “Immacolata concezione” non va confuso con quelli della “perpetua verginità di Maria”, o quello del suo “concepimento immacolato di Gesù nel suo grembo”, che riguardano interventi divini ben diversi sulla figura di Maria. Esso, a dire il vero, è uno dei dogmi storicamente più controversi, in quanto nei secoli precedenti la sua proclamazione, molti studiosi, numerosi teologi ed alcune figure canoniche di altissimo rilievo, mostrarono dubbi e riserve in merito all’idea di una “origine immacolata” della madre di Gesù che taluni propugnavano. Basti infatti pensare a Sant’Agostino; il quale, pur ritenendo che Maria, durante la sua esistenza, era stata perfettamente santa, e dunque esente da qualsiasi peccato, in realtà era comunque “nata peccatrice” alla pari di tutti gli uomini; ma che poi, per precisa scelta divina, la sua umana condizione era stata immediatamente “immacolata” dalla “Grazia” (anche perché non era ovviamente accettabile da un punto di vista teologico che Cristo potesse essere accolto «da un corpo e da un’anima femminili già corrotti dal peccato d’origine», e quindi nascere “impuro”). Non si può pertanto nemmeno pensare che Gesù possa aver ricevuto la natura umana da una creatura che era stata toccata – anche se per un solo istante – dal peccato, e quindi contaminata dal Maligno. Le dispute filosofico-teologiche, sul punto, continuarono a lungo, anche nel Medioevo. Ed il mondo cattolico, nel corso dei secoli, si divise sostanzialmente in due “fazioni”: quella cosiddetta “macolista” (portata avanti, ad esempio, dall’ordine di domenicani), e quella degli “immacolisti” (invece sostenuta dai francescani).

Poco alla volta, ad ogni buon conto, quest’ultima teorizzazione prese il sopravvento, creando poi i necessari presupposti per la successiva dogmatizzazione. Che – come detto – avvenne nel dicembre del 1854. La conferma della correttezza della decisione di Pio IX, ad ogni buon conto, parve concretizzarsi già quattro anni dopo, e precisamente il 25 marzo del 1858, quando a Lourdes – secondo la narrazione di Bernadette Soubirous – la stessa Vergine Maria le apparve in tutto il suo candore («Ho visto una signora vestita di bianco. Indossava un abito bianco, un velo bianco, una cintura blu ed una rosa gialla su ogni piede»), presentandosi con le inequivocabili parole: «Io sono l’Immacolata Concezione».

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