L'intervista
18.11.2025 - 14:00
Lucia Fanelli
Monzese di nascita e milanese di adozione, Lucia Fanelli, manager con la passione per la narrativa, ha scritto con Angelo Guattari un romanzo che coglie lo spirito del Monte Circeo con la sua storia e i suoi segreti, dal titolo “Il principe del promontorio. Grotta Guattari e il volto autentico del Circeo” (Atlantide Editore, 2025). L’occasione è buona per conoscere più da vicino la scrittrice che, proprio in questi giorni, ha in programma alcune presentazioni sul nostro territorio.
Quando è cominciata la passione per la scrittura?
«Devo la passione per la scrittura e l’amore per la lettura a mio padre, un libraio “di una volta”, che leggeva tutti i saggi e i romanzi prima di proporli ai suoi clienti. Dava anche a noi in famiglia preziosi suggerimenti sulle letture: diceva – e questo l’ho scritto anche in “Immune e impune e altre storie a geometria variabile” (Laura Capone Editore, 2022) – di iniziare leggendo i classici, che ci fanno riflettere e ci insegnano a vivere meglio».
Parallelamente ha intrapreso un percorso di studi economici…
«Ho studiato Economia Aziendale alla Bocconi e ho conseguito un master alla Stockholm School of Economy nell’ambito della gestione delle dinamiche dei gruppi e delle competenze delle persone».
Da una parte manager aziendale, apparentemente lucida e razionale, dall’altra scrittrice di romanzi emozionanti e avvincenti, sembrerebbe una contraddizione…
«In realtà, come spesso accade agli scrittori, ho unito la mia lunga esperienza professionale maturata nella consulenza di direzione aziendale, in Italia e all’estero, all’interno della narrativa dei miei primi tre romanzi. La mia “prima vita” da manager si è così integrata in modo organico con la mia “seconda vita” da scrittrice e i miei romanzi raccontano tematiche legate alle dinamiche organizzative, al mondo aziendale e ai rapporti non sempre trasparenti che si sviluppano tra colleghi».
Un esempio della realizzazione di questa sinergia…
«In “Antioco Aramu. Storia di un seduttore sardo” (Laura Capone Editore, 2023) e “Vite in volo. Tra esaltanti ascese e rovinose cadute” (Laura Capone Editore, 2025), il protagonista – lo stesso per ambedue i volumi – si forma come manager all’interno di una delle più grandi e prestigiose società di consulenza americane, per poi approdare all’imprenditorialità, creando una propria azienda vitivinicola, innovativa e di successo in Sardegna, sua terra d’origine. Ovviamente c’è poi una larga parte del romanzo dedicata alle vicende sentimentali del protagonista, impenitente seduttore».
Ecco, il vino, un elemento importante nei suoi racconti…
«Non a caso attribuisco i due romanzi al genere eno-letterario! Infatti, il protagonista, Antioco Aramu è un ambizioso giovane sardo che, lasciata la Sardegna e approdato nel “continente”, diventa un uomo affascinante e colto che utilizza la sua conoscenza del vino per sedurre donne di ogni età e status sociale».
Il vino non è, nell’arte della seduzione, il suo solo cavallo di battaglia…
«In effetti, nei romanzi parlo della “triade della seduzione” che si compone di tre elementi, arte, vino ed eros, che sono poi i leit-motiv del libro: arte per coinvolgere, vino per entusiasmare ed eros per affascinare».
Tornando a “Immune e impune e altre storie a geometria variabile”, si può parlare di giallo manageriale?
«Sì, certo. Un giallo manageriale è un romanzo nel quale il caso da risolvere include tra le piste indiziarie dinamiche di potere, soldi, status, etc. L’ambientazione è dunque nell’ambito del business e coinvolge imprenditori, manager e dipendenti di una società, oltre ai clienti».
Come vede la donna nei suoi romanzi?
«Il protagonista è solitamente un uomo, ma i personaggi veramente forti, quelli che decidono e determinano il futuro degli uomini, sono le donne. Come poi accade nella realtà…».
Arriviamo così al romanzo-saggio «Il principe del promontorio. Grotta Guattari e il volto autentico del Circeo», scritto con Angelo Guattari: ce ne parla?
«È un romanzo-saggio che abbraccia oltre ottant’anni di vicende legate al Promontorio del Circeo, ispirato alla vita di Angelo Guattari che è, allo stesso tempo, protagonista e coautore del romanzo».
Come si sviluppa la storia?
«Inizia nel 1939, con il ritrovamento accidentale di un cranio neanderthaliano da parte di Alessandro Guattari, padre di Angelo, in una grotta situata nella sua proprietà a San Felice Circeo. A partire da questa sensazionale scoperta, il libro ripercorre i mestieri dell’epoca, le feste religiose, i personaggi straordinari e indimenticabili che a San Felice hanno vissuto, la difficile convivenza con la palude infestata dalla malaria, l’avvento di Italo Gemini e la “Capri di Roma”, fino alla rinascita e al rilancio di Grotta Guattari. Una parte importante del libro è la narrazione di mito, leggenda e magia che ammantano il Promontorio, con Circe e Ulisse come indiscussi protagonisti».
Ha un sogno nel cassetto?
«Non ho sogni nel cassetto, ma progetti nel mio piano d’azione! Il primo di un lungo elenco è rappresentare la mia sceneggiatura teatrale, appena conclusa…».
“C’è un momento che devi decidere: o sei la principessa che aspetta di essere salvata o sei la guerriera che si salva da sé… Io credo di aver già scelto… Mi sono salvata da sola” (Marilyn Monroe).
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