Spazio satira
L'intervista
18.12.2024 - 20:35
L’autore, compositore e produttore Marco Colavecchio con il nuovo disco di Fiorella Mannonia
Autore, compositore e produttore. È Marco Colavecchio, originario di Cassino, dove vive con la sua famiglia. Tutti i suoi successi sono nati nel suo studio. I primi a credere in lui sono stati Rita Pavone e Teddy Reno che negli anni 90, dopo una lunga e appassionante tournée, lo ingaggiano come direttore artistico del “Festival degli sconosciuti”, e poi nel programma televisivo “Domenica In” dove suonava il pianoforte. Un periodo indimenticabile per Colavecchio che custodisce un bel ricordo di quegli anni.
Oggi, da artista affermato, collabora con personaggi importanti, si dice emozionato di aver scritto l’ultima canzone di Fiorella Mannoia, molto apprezzata da pubblico e critica. Con la maestra Teresa Reale, a Sora, ha aperto una scuola per poter dar spazio ai giovani. Ad affiancarlo in questa avventura, che ha preso il via nei mesi scorsi una ventiquattrenne, Denise, sua figlia. Assistente durante i corsi, vanta già esperienze importanti sia nei cori nel disco di Eros Ramazzotti, ma anche due anni di tournée con il cantante con Paolo Vallesi. È laureata in canto pop.
Con Marco Colavecchio abbiamo fatto una bella chiacchierata...
Scrivere testi. Una passione che ha da sempre...
«Effettivamente ho cominciato prestissimo. A cinque anni suonavo la chitarra, a tredici anni sono entrato in conservatorio e mi sono diplomato in chitarra classica. La scrittura della canzone è stata un passaggio naturale ed il mio sogno, già a dieci anni, era quello di diventare un autore a livello internazionale. Era un mio desiderio e l’ho raggiunto. In età adolescenziale ho scritto le prime “canzonette”. Se oggi le riascolto non mi piacciono...».
Quando è arrivata la prima vera occasione?
«Presto. Da giovanissimo ho iniziato a lavorare: il mio primo tour europeo è stato con Rita Pavone e avevo appena vent’anni. Giravo l’Europa come chitarrista e solista di due star come Rita e Teddy Reno. Dopo due anni partecipai all’importantissimo “Festival degli Sconosciuti” che veniva trasmesso su Rai Due, e dove sono usciti artisti come Claudio Baglioni. In quell’occasione vinsi il premio nella sezione cantautori. Era l’inizio degli anni 90».
E poi la sua crescita artistica...
“Sì. La scrittura mi ha accompagnato nel mio percorso di vita e di crescita. Mi divertivo a scrivere canzoni. Ho scritto per Ivana Spagna, Alessandro Canino, Luisa Corna. Ho scritto anche una canzone di Natale per Gigi D’Alessio e un’altra, sempre natalizia, che hanno cantato Raf e Nina Zilli. Ma il mio sogno era andare oltre, fare qualcosa di grande. E sono stato ingaggiato da Eros Ramazzotti per il quale ho scritto la canzone che dà il titolo all’album, il singolo e quattro brani nel suo ultimo disco; in una canzone sono anche l’unico corista».
Ha finito di sognare?
«No, impossibile. Ho ancora tanti sogni, fortunatamente. A me piacciono gli artisti di spessore e un grande desiderio era lavorare con Fiorella Mannoia. Sogno che coltivavo già dal 2014, speravo di poterle scrivere una canzone. Onestamente il fatto che non solo scegliesse di cantare una mia canzone, ma che poi diventasse il titolo dell’album uscito nei giorni scorsi, appunto “Disobbedire”, è stato veramente fantastico. E poi questa canzone è anche il primo singolo estratto e quindi, il brano più importante dell’album: è veramente una soddisfazione enorme».
Cosa c’è nel futuro?
«A oggi ho altri progetti molto importanti a livello internazionale, però non svelo nulla. Altro aspetto che mi riempie di gioia e che mi fa stare bene è che le canzoni non le scrivo sempre da solo. Ricordo quando cercavo all’inizio, piano piano, di farmi apprezzare da autori di livello mondiale, ma pensavo non mi dessero retta. Invece poi sono riuscito a lavorare con autori di grande calibro come per esempio Beppe Dani, che ha scritto “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini. Lavoro anche a stretto contatto, ormai da anni, con Alfredo Rapetti Mogol, con Giuseppe Anastasi che ha scritto “La Notte” e tante altre canzoni per Arisa. Con loro collaboro. Il brano della Mannoia l’ho scritto insieme ad alcuni di loro e alla stessa Fiorella».
Come nascono le sue canzoni?
«L’idea di tutti i successi è sempre partita da me, perché non sono i cantanti che mi chiamano e mi dicono scrivi questo. A Fiorella, sapendo che è attentissima alle tematiche sociali, abbiamo scritto un pezzo su... misura. Le canzoni certe volte si scrivono in due minuti, altre in otto mesi. Il brano “Disobbedire” è stato scritto un anno e mezzo fa e abbiamo impegnato un pomeriggio per buttare giù il testo, nel mio studio di Cassino. A Fiorella è piaciuto molto il pezzo, lei è una delle artiste più eccezionali con cui ho collaborato. L’ho ringraziata tante volte per aver scelto il mio brano e lei mi ringrazia sempre per averglielo scritto, perché mi dice essere una delle più belle canzoni che abbia mai cantato. Queste parole mi emozionano e mi inorgogliscono. A una giovane artista non avrei dato questo brano, era per Fiorella e così doveva andare per grandezza e sensibilità. Nei prossimi giorni parteciperò ad un suo concerto su Roma. Mi fa molto piacere andarla a sentire; verrà eseguito dal vivo il pezzo “Disobbedire con la sua band e l’orchestra sinfonica. Sarà molto suggestivo».
Oggi è anche impegnato con un nuovo progetto a Sora...
«Vero. A Sora ho creato un mondo a cui tengo tantissimo. La mia strada di successo è stata molto difficile, ho passato anni in cui nonostante sentissi che avevo talento, non mi apriva le porte nessuno, non mi ascoltava nessuno. Quando mi presentavo mi veniva chiesto “cosa hai scritto?”... Ma volevo scrivere. Ho incontrato una chiusura a livello discografico bruttissima. E quindi ribatto su questa scuola di scrittura che ho aperto a Sora, che è la prima, oltre al Cet di Mogol. Con la maestra Teresa Reale abbiamo voluto fondare a Sora una scuola per i giovani. Voglio che i ragazzi che hanno talento vengano aiutati a crescere
ed aiutarli a trovare la loro strada, presentando le loro canzoni».
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