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L'intervista

Tramandare storie per parlare di fantasmi

Grande successo per il progetto Italian Ghost Story. Amedeo Cerilli: «Dalla paura per l’ignoto si amplificano le emozioni»

Tramandare storie per parlare di fantasmi

La presentazione del libro i “Fantasmi della Ciociaria”,

Con Italian Ghost Story ha dato vita alla fortunata serie sui fantasmi nei territori del Lazio. Amedeo Cerilli è coautore del libro “I fantasmi della Ciociaria” sulla falsariga del successo avuto con i libri sui fantasmi di Terracina e poi con quelli di Fondi, dei Castelli romani e della Tuscia. Con Amedeo Cerilli parliamo di come si è sviluppata questa idea e dei nuovi obiettivi a cominciare dal progetto sul “turismo dei fantasmi”.

Come nasce l’idea di scrivere libri sui fantasmi?
«L’idea di scrivere libri sui fantasmi nasce dall’esigenza di recuperare le storie tramandate oralmente dai nostri avi. Racconti, densi di mistero e inquietudine, che da sempre dimorano tra borghi, vicoli e piazze delle città in modo tale che non ne venga meno la memoria, ma che questa possa essere restituita ai territori per raccontare alle nuove generazioni in una chiave ricca di pathos e suggestioni, i luoghi della nostra affascinante Italia».

Come si crea una storia di fantasmi?
«Le storie prendono vita da una varietà incredibile di fonti: leggende popolari, eventi storici, esperienze personali… ma ciò che le accomuna sono i sentimenti che hanno radici antiche, prima tra tutte, la paura nei confronti dell’ignoto ed è proprio da qui che gli autori di Italian Ghost Story elaborano e amplificano tale emozione creandone una storia romanzata».
Quali ingredienti non possono mai mancare?
«Si attinge dal “toccare” i sensi che pervadono la mente umana attraverso rumori o suoni improvvisi, ambientazioni suggestive, sensazioni di isolamento e insicurezza, tensioni che aumentano, ingredienti che insieme creano di certo un climax notevole».

Qual è il posto migliore per ambientare una storia?
«Vi sono molteplici luoghi comuni rispetto a ciò: banalmente si potrebbe pensare che un castello, un bosco o un vecchio ospedale abbandonato siano i luoghi perfetti perché questi da subito evocano un senso di oscurità, e imminenti tragedie, in realtà non esiste il posto ideale, vince per così dire ciò che si presta al meglio alla narrazione, per creare quella giusta dose tra terrore e dramma».

Quale la storia più incredibile che avete raccontato?
«Di storie che ci hanno colpito ve ne sono tantissime, soprattutto quando queste sono state riportate in documenti religiosi ufficiali o comunque legate ad eventi storici concreti. Ecco, quei racconti ci hanno fatto vacillare e non poco rispetto sia alla responsabilità che ci sentivamo addosso nel riportare fatti reali sia rispetto alle emozioni che anche in noi, queste suscitavano. Ma più di storie incredibili ciò che ci ha colpito sono stati i luoghi in cui queste storie prendevano vita: l’Italia è ricca di luoghi incredibili, con un’energia molto intensa, oltre alla bellezza che in questi è insita, tra eccellenze architettoniche e paesaggi incantevoli».

Le provincie di Frosinone e Latina come hanno risposto?
«Italian Ghost Story all’inizio di questo “viaggio” era partito con la consapevolezza che stesse portando una novità e come tutte le novità, che questa dovesse essere prima compresa per poi essere vissuta come l’intero team avrebbe voluto, cioè come un’esperienza in cui sentirsi parte integrante, ma invece ciò che ha stupito enormemente è come la risposta sia stata immediatamente positiva, oltre ogni più roseo pronostico. Le persone si sono strette da subito intorno al progetto, sia editoriale sia legato agli eventi, spingendoci a cercare ancora tra i territori per saperne di più. Alcuni si fanno portavoce di racconti dei luoghi a loro più cari, chiedendoci di scrivere per il loro territorio così da farlo conoscere. I libri attualmente risultano tra i primi in classifica per genere nelle classifiche di Amazon, accanto a best seller come il “Miglio verde” di Stephen King, segnale che la risposta oltre a essere positiva da parte dei lettori residenti nei luoghi pontini e ciociari, lo è stata anche come promozione del territorio laziale al di fuori dei confini regionali».

Cosa cerca la gente nei libri di fantasmi?
«Di getto, potrei dire il brivido ma in realtà dopo anni di esperienza posso dire che c’è molto di più. Queste storie trascinano in una dimensione onirica in cui ogni lettore ricerca risposte, sul senso stesso della morte, interrogandosi sui temi profondi dell’io, o semplicemente anelando un rifugio dalla realtà ripetitiva del proprio quotidiano, abbandonandosi a trame avvincenti ed emozionali che non cessano il loro effetto con la chiusura del libro ma che perdurano grazie alla possibilità di poter visitare quegli stessi luoghi dal quale tutti questi sentimenti partono, perché essi stessi reali».

Di pari passo alle storie avete intrapreso il percorso del Ghost Tourism. Come sta andando?
«I libri e gli eventi a essi collegati sono collante di questo nuova forma di turismo che stiamo incrementando in Italia da svariati anni. Non è più da considerarsi ormai come turismo potenziale ma come elemento di prim’ordine per dare impulso a un settore produttivo come quello turistico e culturale per lo sviluppo esponenziale di un territorio e dell’indotto economico collegato a esso. Ad oggi siamo in contatto con le istituzioni dei vari luoghi in cui portiamo la nostra progettazione, enti locali e associazioni che in rete con noi vogliono investire sulle proprie realtà per aggiungere nuovo nutrimento dal quale far scaturire esternalità positive. Ma non si parla solo di partecipazioni con le programmazioni turistico-culturali delle amministrazioni a vario livello ma anche di collaborazioni con aziende che hanno diverso core business ma stessa finalità. In virtù di questo, attualmente Italian Ghost Story ha chiuso un accordo molto importante con un’azienda leader da più di trent’anni nel settore turistico-alberghiero: l’Anxur Tour che da sempre investe nella sperimentazione di nuovi itinerari turistici, e come nel nostro caso, di nuove modalità di fare turismo: si partirà con un progetto pilota congiunto dedicato a una delle nostre mete raccontate in uno dei nostri libri più di successo. Attraverso il ghost tour si esporterà il racconto di un distretto territoriale locale con i propri fantasmi al di fuori dei confini provinciali e regionali, attirando così nuovi turisti nel territorio laziale, in luoghi meno battuti rispetto alle consone mete turistiche, rispondendo quindi alle esigenze in continua evoluzione di coloro che amano viaggiare e scoprire».

A chi è rivolto?
«Il ghost tour è rivolto ai turisti e non solo, appassionati di storia, cultori del soprannaturale, amanti delle arti sceniche e del teatro, curiosi e perché no, anche scettici… Visitare di notte e in un’atmosfera suggestiva luoghi infestati è un’esperienza che vale la pena regalarsi almeno una volta nella vita».

Chi sono i partecipanti?
«Nei ghost tour svolti fin ora si è avuta una grande partecipazione di target molto differenti tra loro, famiglie con bambini, dai dieci anni d’età, in cerca di spettri da stanare nei vicoli tra divertimento e brividi, a un target più maturo commosso da racconti che li portano inesorabilmente indietro nel tempo quando davanti ai camini delle proprie abitazioni, i loro nonni raccontavano la storia della propria comunità o famiglia attraverso le storie di fantasmi».

Qual è il prossimo obiettivo?
«Il prossimo obiettivo oltre a continuare a raccontare attraverso i libri e gli eventi è di approfondire il tema del ghost tourism con la creazione della prima Ghost week in Italia: la creazione di un grande evento di più giorni in cui, complice una cornice da brivido, si raccontano le storie di fantasmi del territorio italiano attraverso diverse modalità di intrattenimento. L’antico Borgo ciociaro di Vicalvi è stato scelto come luogo iconico per la prima di questo evento unico in Italia».

Un nuovo libro, ambientato dove?
«Stiamo lavorando su diversi territori, entro l’anno prevediamo l’uscita dei libri riguardanti il territorio del Materano, di Pesaro Urbino, di Bergamo, del comprensorio di Gaeta, Formia e Minturno. Il nostro obiettivo è quello di “infestare” e quindi raccontare l’intera Italia, dalla grande città al piccolo borgo, in modo tale che nessuna storia venga dimenticata.

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