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Salute e benessere

Dieta dopo le festività natalizie. Parola d'ordine: equilibrio

Dopo gli eccessi delle feste in molti devono fare i conti con la bilancia ed è facile cadere in errore. La dottoressa Alice Del Vecchio, nutrizionista nella casa di cura Città Bianca di Veroli, spiega come comportarsi

Dieta dopo le festività natalizie. Parola d'ordine: equilibrio

La dottoressa Alice Del Vecchio

Un’alimentazione sana dall’Epifania a Natale, per concedersi con serenità qualche eccesso a tavola da Natale all’Epifania. Lasciate alle spalle le festività, in molti, in questi giorni stanno facendo i conti con la bilancia. Come affrontare al meglio questo periodo? E quali sono gli errori da evitare? A rispondere la dottoressa Alice Del Vecchio, nutrizionista alla casa di cura Città Bianca di Veroli.

Dottoressa, quanto incide, in una dieta tendenzialmente sana, un periodo di eccessi?
«Un primo dato importante da sottolineare è che le festività natalizie durano circa due settimane. Su 365 giorni, quindi, è evidente che la dieta di questo periodo non rappresenta il modello alimentare e le abitudini che abbiamo durante tutto l’arco dell’anno. Non saranno quindi queste due settimane a condannarci a un futuro di sovrappeso o di privazione di tutti gli alimenti che ci piacciono. Una delle prime cose che si fanno dopo le feste, infatti, è, pentiti di aver mangiato troppo, è rinunciare a tutto e quasi digiunare. È un comportamento che ho riscontrato spesso nei miei pazienti. Per rimediare all’aver mangiato troppo, si tende a mangiare poco e male per giorni. Ma il risultato è che, dicendo “no” a tutto, inevitabilmente arriva il momento in cui si cede e si dice di sì, tornando a eccedere».

Qual è, quindi, l’approccio corretto?
«La prima cosa da fare dopo le feste è bere moltissima acqua. I numeri che vediamo aumentare sulla bilancia nel periodo dopo le feste, sono per lo più legati a gonfiore, che è diverso dall’ingrassare. In quei giorni si mangiano più cibi salati, più dolci, senza contare gli alcolici, e bere molta acqua, distribuendola lungo tutta la giornata, aiuta a ridurre il gonfiore. Importante, poi, mantenersi attivi, mettendo in atto alcune piccole buone abitudini, come spostarsi a piedi, magari per andare a fare la spesa o andare alla posta, cercando di camminare almeno venti minuti al giorno. Ovviamente, poi, c’è l’attenzione all’alimentazione. Ogni persona ha i propri bisogni e i propri gusti, ma in linea generale è bene preferire gli alimenti integrali o a basso contenuto di zuccheri. In questa direzione spesso ci viene in aiuto già il packaging degli alimenti, con i vari claim, come “senza zuccheri aggiunti”, che ci danno una prima indicazione della loro caratteristica benefica e ci danno un’indicazione sulla scelta alimentare che si può fare già al supermercato».

In molti, dopo le feste, ricorrono a diete drastiche fai da te. Quanto possono essere dannose?
«Questo tipo di diete incidono su due livelli, quello fisico e quello mentale, che hanno la stessa importanza. Quando ci si priva di molti alimenti, anche di quelli basilari, eliminando, per esempio, completamente pasta o riso, è vero che si assiste a un dimagrimento, ma non si perde il grasso. Quello che si perde è la massa muscolare. Quindi è vero che si vede diminuire il numero sulla bilancia, ma più che di dimagrimento, in questo caso parliamo di deperimento. Eliminare questo tipo di alimenti, che forniscono energia, inoltre, ha conseguenze anche a livello mentale. Ci si sente più irritabili, tristi, sottotono, assonnati. E bisogna ribadire che se si rinuncia sempre al pane, alla pasta, alla pizza, inevitabilmente arriverà un momento in cui non si riesce più a farlo, con la conseguenza che si riacquisice il peso perso, entrando in un circolo vizioso. Il cosiddetto effetto yo-yo».

Quindi la chiave è l’equilibrio?
«Esatto. Ci vuole costanza, ma bisogna sapere che questa costanza non potrà mai essere altissima tutti i mesi. Bisogna cercare di mettere in atto tante piccole azioni nel quotidiano che più si portano avanti e più diventano un’abitudine. Questa deve essere la normalità e quando arrivano quei momenti dell’anno, come le festività natalizie, Pasqua, un viaggio, la settimana del compleanno o un matrimonio bisogna affrontarli con la consapevolezza che quello è il periodo in cui non ci sarà la stessa costanza, alla quale però ritornare. Probabilmente non esiste un paziente, un corpo ideale, che riesce a seguire un’alimentazione perfetta per 365 giorni. Nella praticità della vita non è così, quindi quello a cui mira la terapia è creare un setting in cui il paziente si riconosce, che è vero che è imposto dal nutrizionista e ha delle linee guida, ma andando avanti nella terapia si riesce a farlo proprio e a personalizzarlo».

A proposito di personalizzazione, molti, ricorrendo alle diete fai da te, cercano online un piano alimentare o seguono quello studiato per un amico o un parente. Quanto è importante invece una dieta pensata per persona specifica?
«Copiare la dieta di qualcun altro non è mai una buona idea. Uno dei motivi può essere, banalmente, il gusto. In quella dieta possono esserci alimenti non graditi. Poi il timing può non coincidere. Con i pazienti parlo dei loro orari lavorativi e dei loro impegni quotidiani, in base ai quali inserisco pasti in determinati orari, non applicabili a una persona con orari e abitudini diverse. Poi ovviamente bisogna considerare le calorie da raggiungere, che possono essere di più o di meno a seconda che la dieta sia pensata per un uomo, una donna, una ragazza o un ragazzo di 16 anni o per il fratello di 20. La dieta non è come il paracetamolo: hai un sintomo e lo curi con un determinato farmaco. Deve essere necessariamente individuale, semplicemente perché tu sei tu, hai i tuoi bisogni, le tue tempistiche e i tuoi gusti».

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