Il commento
26.10.2025 - 11:00
Fratelli d’Italia ha scelto di tornare sul luogo della vittoria. Al Parco dei Principi a Roma. Dove era stato festeggiato il successo alle politiche del 2022, quello che ha cambiato la narrazione ad ogni livello. Per celebrare i tre anni di governo di Giorgia Meloni (LEGGI QUI), che è già il terzo più longevo della storia della Repubblica. Ma che intende arrivare al primo posto. «Abbiamo archiviato la stagione dei governi tecnici e rimesso al centro la politica», ha detto Paolo Trancassini, deputato e coordinatore regionale del partito nel Lazio. Toccando tutte le corde emozionali e identitarie di una platea consapevole di essere diventata classe dirigente ad ogni livello. «C’era ironia nei nostri confronti, molti dicevano che saremmo durati pochi giorni», ha scandito Trancassini. Il collante, forte e insostituibile, resta il partito. Un partito che è arrivato al 30% senza alcun tipo di divisione, tanto da apparire un monolite.
Non ci sono, per esempio, le “correnti” che in Italia hanno sempre spaccato i più grandi partiti: dalla Dc al Psi, da Alleanza Nazionale al Pd. Senza dimenticare il Pdl. Con lotte intestine senza esclusione di colpi. In Fratelli d’Italia ci sono certamente delle “sfumature” diverse, che però risultano funzionali ad alimentare un dibattito mai lacerante. Ieri l’elemento che ha caratterizzato l’incontro è stato l’orgoglio. Non ostentato però. Quell’orgoglio che ha permesso a Paolo Trancassini di dire: «Abbiamo preso una nazione in crisi economica e in crisi di identità, in cui si compravano i banchi a rotelle, si teneva la gente sul divano e si pensava di fare le rivoluzioni con i monopattini».
Ma pure l’orgoglio di una sala stracolma di gente e di un popolo che si stringe intorno al partito-guida della Nazione. Non sono certo tutte rose e fiori. I problemi quando si governa ci sono. In tutti i livelli della filiera. Come non mancano le preoccupazioni per una trasformazione che pur senza rinnegare i valori fondanti, lascia latente il dubbio che prima o poi anche in Italia qualcuno cavalchi l’onda delle destre estreme che raccolgono consensi in tutta Europa, sull’onda di un’economia dove la forbice tra ricchezza e povertà si allarga sempre di più nonostante i conti ed il rigore del governo di Giorgia Meloni. E dove tutti fanno i conti - ed è stato sottolineato in più di qualche intervento - con la sfacciataggine delle big tech che nessun sovranismo pare riesca ad arginare.
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