I fondi
02.10.2025 - 07:00
Un bando da quasi 19 milioni di euro per il potenziamento della raccolta differenziata. E poi altri 19 milioni per ridurre la frazione organica dei rifiuti e 21 milioni per trasformare gli impianti per trattare nuove tipologie di rifiuti.
Sono 60 i milioni di euro che la Regione Lazio, nell’ambito del programma regionale Fesr Lazio 2021-2027 ha investito per «promuovere l’economia circolare e l’efficienza delle risorse; migliorare e innovare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani; ammodernare e creare nuove linee di trattamento e riciclo dei materiali raccolti; finanziare interventi per ammodernare e potenziare la rete di raccolta differenziata e gli impianti di riciclo».
Ieri, nella sala Tevere della Regione Lazio si è svolto un incontro, promosso dall’assessorato al ciclo dei rifiuti, con i 76 Comuni più Unioni Comuni e Comunità montane che hanno partecipato al bando di Lazio Innova, per il quale sono stati stanziati in totale 18,7 milioni di euro per il potenziamento della raccolta differenziata. Hanno partecipato all’incontro il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, l’assessore al ciclo dei rifiuti, Fabrizio Ghera e il direttore della direzione regionale ambiente, transizione energetica e ciclo dei Rifiuti, Wanda D’Ercole. Obiettivo della riunione - spiegano dalla Regione Lazio - «è fare il punto sulla gestione dei rifiuti nel Lazio e illustrare gli investimenti avviati dalla giunta regionale per colmare il divario e accelerare la transizione verso un’economia circolare, attraverso l’implementazione dell’intera filiera della gestione dei rifiuti».
Pur avendo avuto, negli ultimi anni, un trend positivo nella raccolta differenziata, fino a raggiungere la media del 55,42%, il Lazio viaggia a due velocità. «L’analisi del dato aggregato rivela una realtà disomogenea - rilevano dalla Regione - una sorta di “doppia velocità” regionale. La performance complessiva è infatti pesantemente influenzata dal risultato di Roma capitale, che si attesta su un 46,6%». Con numeri riferiti all’anno 2023, il dato migliore sulla raccolta differenziata è quello dei comuni della provincia di Roma con il 69,24% di rifiuti differenziati, seguono con il 66,53% la provincia di Viterbo, con il 63,93% la provincia di Latina, con il 63,80% la provincia di Frosinone, con il 58,03% la provincia di Rieti, con il 53,03% la provincia di Roma, infine con il 46,64% Roma capitale. In totale il Lazio, sempre nel 2023, ha generato quasi 2,9 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, ovvero circa 500 pro capite. Cifre, comunque, in calo rispetto al 2019.
Il bando da 18,7 milioni di euro per la raccolta differenziata ha una dotazione raddoppiata rispetto agli originari 9,3 milioni per finanziare tuti i progetti presentati e risultati idonei per un totale di 78 tra comuni ed enti montani o unioni di comuni.
Per la provincia di Frosinone saranno interessati i comuni di: Amaseno, Atina, Castelnuovo Parano, Castrocielo, Ceccano, Ceprano, Cervaro, Falvaterra, Filettino, Guarcino, Paliano, Piglio, Pofi, Pontecorvo, Rocca d’Arce, San Donato Val di Comino, San Vittore del Lazio, Sora, Strangolagalli, Terelle, Torre Cajetani, Vico nel Lazio e Unione Cinquecittà (Piedimonte San Germano, Aquino, Roccasecca, Villa Santa Lucia, Terelle, Castrocielo e Colle San Magno). Secondo la Regione Lazio «esistono solidi punti di forza che costituiscono le fondamenta su cui costruire un sistema più efficiente». Tra questi: «capillarità della raccolta. La raccolta differenziata è ormai una realtà estesa a tutti i Comuni, con sistemi attivi per la maggior parte delle frazioni di materiali con il raggiungimento del target del 65%. Efficacia del modello “Porta a porta”. Laddove applicato, specialmente nei comuni di medie e piccole dimensioni, il sistema di raccolta “porta a porta” ha dato prova di grande efficacia, portando moltissime municipalità a raggiungere e superare risultati d’eccellenza. Rete di trattamento esistente. Il Lazio dispone di una buona rete di impianti di recupero per le frazioni secche (ed in particolare degli imballaggi) e di una copertura adeguata di impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb/Tm) per gestire in prossimità il flusso di rifiuti indifferenziati».
Da qui l’obiettivo di raggiungere, nel medio-periodo, ovvero entro il 2031, un tasso medio di raccolta differenziata del 72,3%. Ma per farlo, serve «un cambio di passo radicale, che dovrà necessariamente passare dal superamento del deficit impiantistico e da un’azione mirata a colmare il divario di performance di Roma capitale. Un’azione chiave sarà intervenire in maniera specifica sui comuni con i risultati più bassi, per allineare l’intera regione verso standard di eccellenza».
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