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La stanza della domenica

La visione e l’ambizione. Fiuggi, questione di... marchio

Leonardo Maria Del Vecchio ha tagliato il nastro del nuovo stabilimento di imbottigliamento della società Acqua di Fiuggi. L'inaugurazione di venerdì è parte integrante del “Piano strategico e industriale 2025-2028”

La visione e l’ambizione. Fiuggi, questione di... marchio

Foto Massimo Scaccia

Un certo Walt Disney ha detto: «Se puoi sognarlo, puoi farlo». Frase che è tornata alla mente quando Leonardo Maria Del Vecchio ha tagliato il nastro del nuovo stabilimento di imbottigliamento della società Acqua di Fiuggi. Mettendo in evidenza tutti i valori di un imprenditore vero: ambizione, determinazione, volontà di arrivare fino in fondo, visione, doti motivazionali fuori dall’ordinario, capacità di pensare in grande. Infatti ha spiegato che l’obiettivo è quello di creare un prodotto di lusso per essere un marchio di lusso. Imprimendo una svolta forte, finalizzata ad un cambiamento profondo. Non di facciata. D’altronde l’inaugurazione di venerdì è parte integrante del “Piano strategico e industriale 2025-2028”.

Parliamo di 40 milioni di investimenti, di cui 15 già realizzati in soli 8 mesi per il completo rinnovamento dello stabilimento. Parliamo del fatto che il 95% di Acqua di Fiuggi è detenuto da Lmdv Capital, family office di Leonardo Maria Del Vecchio. Il restante 5% è del Comune. Del Vecchio ha parlato di storia («questa sorgente ha più di 800 anni e merita tutta la nostra attenzione»), ha sviluppato una sorta di “mozione degli affetti” («quando ho analizzato la proposta mi sono ricordato che era l’acqua che beveva mio padre diversi anni fa), ma ha soprattutto definito la linea. Così: «Abbiamo ristrutturato questo brand, un marchio storico, si tratta della Cappella Sistina delle acque italiane. Non esiste nessun marchio, nessuna acqua che si può paragonare a Fiuggi». Attraverso le nuove linee produttive Acqua e Terme di Fiuggi intende triplicare i volumi di produzione, dagli attuali 22 milioni di litri a circa 70 milioni entro il 2028. Il traguardo è questo.

La differenza vera sarà quella di andare fino in fondo
Sono attesi ricavi di circa 38 milioni di euro: nel 2024 sono stati 13. Il che vuol dire una crescita del 31%. All’orizzonte si vedono già partnership di rilievo strategico, che puntano a coinvolgere gruppi di rilevanza internazionale. Ha affermato Leonardo Maria Del Vecchio tra le altre cose: «Questo risultato è prima di tutto il frutto del lavoro di chi ogni giorno vive Fiuggi con passione e responsabilità. Solo grazie a loro possiamo trasformare la nostra visione in realtà e portare questo marchio dove merita: in Italia e nel mondo». Per concludere: «Scriviamo una pagina importante della storia di Fiuggi». Del Vecchio ha voluto mettere la chiesa al centro del villaggio, posizionando Fiuggi nel nucleo di un’operazione imprenditoriale che vuole invertire la narrazione. In questo senso non va dimenticato il ruolo del sindaco Alioska Baccarini. Tradizione e innovazione per promuovere il made in Italy. Detta così è semplice, ma la differenza è rappresentata da due elementi. Leonardo Maria Del Vecchio ha prima immaginato la soluzione e poi l’ha “scaricata a terra” in tempi rapidi. Dando una prospettiva certa. Propria di chi è determinato ad arrivare fino in fondo. Ed è esattamente questo a creare un punto di discrimine insuperabile. Da una parte i fatti, dall’altra gli annunci. Da una parte la concretezza, dall’altra chiacchiere e distintivi. Da una parte investimenti, piani strategici, cronoprogrammi e produzione, dall’altra voli pindarici, arrampicate sugli specchi e salti nel vuoto (senza rete). D’altronde il 7 giugno 2024 Leonardo Maria Del Vecchio disse: «Questo investimento, inoltre, mira a coinvolgere attivamente la comunità locale che è il cuore pulsante di questa azienda». Si va fino in fondo.

Lo strano caso della politica del capoluogo
Impossibile immaginare o prevedere il punto di caduta delle operazioni politiche al Comune di Frosinone (che è pur sempre il capoluogo). Negli ultimi giorni è successo questo. Il Psi ha annunciato che nel 2027 si presenterà con una coalizione di tre liste (una di partito e due civiche), con un proprio candidato sindaco. Vincenzo Iacovissi. Il gruppo consiliare del Pd ha immediatamente fatto scattare il fuoco di sbarramento, dicendo che i Socialisti in questi anni mai hanno voluto cogliere i segnali lanciati per ripristinare l’unità del centrosinistra. Il Psi la pensa diversamente. Ma in ogni caso è chiaro che le posizioni politiche dei due partiti della sinistra sono lontani anni luce a Frosinone. Nonostante nei Democrat fossero emerse aperture importanti e significative. Il risultato politico è che il centrosinistra rimane spaccato. Come del resto il centrodestra, considerando che da più di un anno Forza Italia è fuori dalla maggioranza (politica, non numerica) che sostiene il sindaco Riccardo Mastrangeli. Si sta andando a grandi passi verso scenari di estrema frammentazione, che sicuramente favoriscono il primo cittadino in carica. Su questo non ci sono dubbi. Però a tutti sfugge un punto sostanziale: Frosinone (il capoluogo) non ha mai dettato davvero la linea politica in questo territorio. In ambito provinciale intendiamo. Quasi sempre la classe dirigente che ha dato le carte nei partiti non era di Frosinone. Magari può esserci un motivo serio?

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