Frosinone
22.08.2025 - 09:00
Uno scorcio dell’aula di Palazzo Munari durante una seduta del consiglio comunale di Frosinone
«Ho la sensazione che non ci si renda conto che nel prossimo futuro a Frosinone si governerà sulle macerie. Anzi, per la verità si sta già governando sulle macerie». Così Anselmo Pizzutelli, consigliere della Lista Mastrangeli, il primo dei “dissidenti”. Da tempo all’opposizione. Rileva Pizzutelli: «Non c’è stata alcuna scossa, anzi. Il termometro è rappresentato dal continuo e inesorabile calo di residenti. E purtroppo questo succede perché il capoluogo resta un “paesone” senza servizi e senza investimenti. Senza una prospettiva di futuro. Dobbiamo avere il coraggio di dire che c’è stato un fallimento politico e amministrativo evidente». Aggiunge Anselmo Pizzutelli: «Sinceramente rimango perplesso nel leggere oggi le critiche su determinate scelte amministrative da parte di gruppi o consiglieri che in questi anni nulla hanno eccepito sulle decisioni del sindaco Mastrangeli e della sua giunta. Per quello che ci riguarda, abbiamo preso le distanze subito proprio perché la linea era chiara».
Non solo mobilità urbana
Afferma Anselmo Pizzutelli: «Mi verrebbe da chiedere a molti colleghi consiglieri: dove siete stati in questi ultimi due anni? A meno di non pensare che in realtà sia ormai prevalente il profilo politico. Nel senso che si sta guardando già alle prossime elezioni e quindi c’è un riposizionamento. Per quanto riguarda il Bus Rapid Transit e le piste ciclabili, è stato immediatamente chiaro che ci si sarebbe infilati in un vicolo cieco. Perché le scelte non sono state concordate, perché non si è mai tenuto conto dell’assetto viario della città (le carreggiate sono strette), delle esigenze dei residenti e dei commercianti. Alcune prese di posizione potevano e dovevano arrivare prima, in modo da correggere la rotta sul Brt e su piazzale Kambo. Detto questo, aggiungo una considerazione di carattere politico. Siamo arrivati ad un punto della consiliatura nel quale chi non è più d’accordo con l’impostazione del sindaco Riccardo Mastrangeli (e di pochi altri) dovrebbe pensare a iniziative consequenziali. Penso al ritiro degli assessori, ma pure ad altre opzioni». Chiaro il riferimento alla mozione di sfiducia o alle dimissioni di massa. Rileva Anselmo Pizzutelli: «Spesso ho ricevuto questo tipo di critica: ma perché non prendete voi un’iniziativa coerente con la posizione “dissidente” assunta? La risposta è semplice: noi possiamo arrivare a quota 9. Forse. Bisogna raggiungere 17». Chiediamo ad Anselmo Pizzutelli: ma perché non si è dimesso dalla Lista Mastrangeli, della quale peraltro è capogruppo? Risponde: «Perché ho preso i voti in quella lista, nella quale concluderò la consiliatura. Pensavo di poter dare un contributo importante, anche critico in determinati frangenti. Mi sbagliavo. Clamorosamente». Prosegue: «Tornando al Brt, qualcuno si è reso conto che è previsto che giri alla Sacra Famiglia? Dove avrà, come in altre zone del resto, una sede propria e non promiscua? La domanda è: che fine faranno ulteriori posti auto, oltre a quelli già “saltati” precedentemente? E quali saranno gli effetti su determinati quartieri della città? Per esempio sullo Scalo? Chi vorrà recarsi in chiesa o magari in farmacia, dove potrà parcheggiare?». Conclude Anselmo Pizzutelli: «Mesi fa parlai della maggioranza dei cinque sindaci. Perché Mastrangeli è sostenuto (direttamente o indirettamente) da Nicola Ottaviani, Michele Marini, Domenico Marzi e Paolo Fanelli. Ricordo a me stesso che Fanelli venne mandato a casa da un’iniziativa politica di Ottaviani. Lo ricordo perché oggi leggo di critiche ed inviti ai cosiddetti “dissidenti”. A proposito dei cambiamenti di linea politica. Bisognerebbe ricordare il passato prima di chiedere le dimissioni ad altri. Ma sinceramente non mi sorprendo. Torno al punto di partenza: non riesco a comprendere davvero dove si pensi di poter arrivare. Perché Frosinone perde residenti. Non solo: è chiaro a tutti che le decisioni sulla mobilità urbana peggioreranno la situazione. Inoltre il capoluogo ha tante altre priorità, non soltanto la viabilità. Infine, tutti avvertono la necessità di avere servizi all’altezza della situazione. Ma non ci sono».
La situazione
C’è attesa per la ripresa dei lavori consiliari. Non ci sono stati (e non ci saranno) chiarimenti dopo quanto successo nelle scorse settimane. Con riferimento all’assenza dei due assessori di Fratelli d’Italia alla seduta della giunta nella quale c’è stata la presa d’atto del percorso del Bus Rapid Transit. Ma pure riguardo alla decisione del presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri di uscire dalla Lista Ottaviani. Il punto è questo: nessuno prenderà iniziative per interrompere la consiliatura o per sfiduciare Mastrangeli. Non in questa fase comunque. Si andrà avanti con la coalizione trasversale, che può contare su 16 voti su 33. Ragione per la quale la Lista Marzi resterà decisiva per il mantenimento del numero legale nelle sedute ordinarie di prima convocazione. Tutto questo però non toglie che tutti gli schemi (e i confini) sono saltati. E che sia all’interno del centrodestra che del centrosinistra si sta già pensando alle elezioni del 2027. Specialmente sul versante delle candidature a sindaco e delle possibili coalizioni. Meglio se trasversali. C’è chi continua a ritenere che nel momento decisivo i livelli regionali dei partiti proveranno a riunificare il quadro. In realtà non è così scontato. Per un motivo soprattutto: le lacerazioni sono state forti e profonde. Complicato fare finta di nulla. Ecco perché le variabili non mancheranno.
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