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Frosinone

Una cena per lo sprint finale. Mastrangeli brinda al 56% tra assenze e obiettivi

Il sindaco Mastrangeli ha offerto un momento conviviale agli esponenti di maggioranza. Tanti presenti, ma non sono mancate le assenze rumorose come quella del vice sindaco Scaccia

Una cena per lo sprint finale. Mastrangeli brinda al 56% tra assenze e obiettivi

Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli

Un momento conviviale per “celebrare” il risultato del recente governance poll del Sole24Ore, per agevolare l’armonia e la condivisione all’interno delle forze di maggioranza e per serrare le file in vista del Consiglio del 31 luglio in cui si discuterà il delicato punto degli assestamenti di bilancio.
Riccardo Mastrangeli, il sindaco di Frosinone che cavalca l’onda di un 56% di gradimento, ha deciso di festeggiare, martedì sera, il momento di gloria con una cena che aveva tutto per essere epica. Location? Il “Mantova del Lago” di Posta Fibreno, un angolo di paradiso dove il riflesso del lago sembra sussurrare promesse di unità politica. Ma, come in ogni buon copione, non sono mancate le sorprese. E le sedie vuote. Il tavolo rettangolare, apparecchiato nella parte più scenografica del locale, con vista sullo specchio d’acqua che farebbe invidia a un quadro di Monet, era pronto ad accogliere assessori e consiglieri.

Quasi tutti presenti, pronti a leccarsi i baffi e, magari, a rafforzare l’armonia di squadra. Quasi, perché alcune assenze hanno fatto più rumore di un bicchiere rotto durante un brindisi. Al convivio erano stati invitati tutti i consiglieri, compresi Andrea Turriziani e Claudio Caparrelli, che, a inizio consiliatura, erano all’opposizione. Mancavano, ad esempio, all’appello Francesca Campagiorni, Dino Iannarilli, Paolo Fanelli e Sergio Crescenzi, che spesso ha rappresentato una voce critica in maggioranza, per esigenze di carattere personale, ma a non rispondere all’appello sono stati alcuni pezzi da novanta, sublimando il “Che dici mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?” di morettiana memoria in “Ecce bombo”: il vicesindaco Antonio Scaccia e Francesca Chiappini.

Ufficialmente, Scaccia e Chiappini erano “impegnati” in una riunione di lista che si è svolta contemporaneamente alla cena, alla quale, comunque, erano presenti gli altri esponenti della “Lista per Frosinone) (Verrelli e Renzi). Ma il tam-tam politico frusinate racconta un’altra storia: tra Mastrangeli e il suo vice l’aria è più gelida di un sorbetto al limone. Rapporti raffreddati, dicono i beninformati, anche se l’appoggio all’amministrazione non è in discussione e resta più saldo di un’ostrica allo scoglio. Il sindaco, però, non è tipo da lasciarsi rovinare la serata. Con un calice di Cesarini Sforza in mano, un bianco così buono da meritare un assessorato al gusto, ha preso la parola Mastrangeli che ha sostanzialmente voluto esprimere un concetto importante: “Questo 56% non è solo mio, è il trionfo di tutta l’amministrazione”, ha detto, con un’enfasi che voleva scaldare i cuori, compresi quelli degli assenti.

Un discorso da manuale, ma il vero protagonista della serata è stato il menù, che ha messo d’accordo anche i palati più esigenti. Due antipasti di mare, uno caldo e uno freddo, hanno aperto le danze come un’orchestra ben diretta. Poi, gnocchetti ai frutti di mare, soffici come promesse elettorali ben confezionate, seguiti da un primo e un secondo di pesce che hanno fatto sospirare persino i più cinici. La focaccia pugliese, croccante al punto da meritare un’ovazione, ha fatto da spalla a una frittura e ai crostacei alla brace che avrebbero potuto candidarsi come capolista. Chiusura in bellezza con un dessert che ha addolcito gli animi, il tutto innaffiato da fiumi di Cesarini Sforza, un vino che, diciamolo, è più affidabile di certe alleanze politiche. Ma la cena non era solo un’occasione per deliziare il palato e lucidare l’ego del sindaco.

Era anche un momento strategico, un pit-stop per ricaricare le batterie in vista del consiglio comunale del 31 luglio, quando si voteranno gli assestamenti di bilancio. Un appuntamento che richiede compattezza, precisione e, soprattutto, presenze. Le sedie vuote al “Mantova del Lago” sono un avvertimento: in politica, come a tavola, lasciare il piatto mezzo pieno non è mai una buona idea. Mastrangeli ha provato a ricompattare la squadra, tra un brindisi e una battuta ben piazzata, ma quelle assenze pesano come un’aragosta mal digerita. La politica frusinate è come quel lago lì fuori: placido in superficie, ma con correnti che possono trascinarti a fondo. Riuscirà il sindaco a navigare senza scossoni? Il 56% è un bel biglietto da visita, ma la vera prova sarà tenere unita una squadra dove qualcuno, forse, preferisce cenare altrove. Intanto, il “Mantova del Lago” ha servito una serata da applausi. Per il resto, il Consiglio comunale dirà se questo gradimento è un fuoco d’artificio o una fiamma che brucia a lungo.
Intanto, i numeri, per quanto rassicuranti sono risicati.

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