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Quel che resta della settimana

La scossa dei giovani e il coraggio di osare

Il convegno “Living Next” di Ance Giovani ha fotografato una situazione già profondamente cambiata e destinata a mutare ulteriormente

edilizia pixabay

Student housing, social housing e senior housing. Questi i temi del convegno “Living Next”, organizzato a Fiuggi dai Giovani imprenditori di Ance del Centro Italia. Con l’obiettivo di individuare i modelli abitativi innovativi, sostenibili e realmente inclusivi del prossimo futuro. Ma in realtà l’appuntamento è stato molto di più, perché ha fotografato una situazione già profondamente cambiata e destinata a mutare ulteriormente. Con un’unica certezza però: l’edilizia rimane il motore dello sviluppo, sebbene la fisionomia e il profilo del “cantiere” si sono evoluti grazie alla tecnologia, alla digitalizzazione e a tutto il resto. Inoltre ormai l’edilizia non è più soltanto costruzione, ma investe tematiche come la rigenerazione urbana, la coesione sociale, il futuro delle comunità. Le abitazioni del domani sono progettate tenendo presenti elementi come l’invecchiamento della popolazione, la difficile tenuta del sistema pensionistico, perfino la necessità di assicurare servizi con l’assistenza e la telemedicina. Senza considerare, e questo è un discorso che riguarda direttamente la provincia di Frosinone, la perdita di residenti. Negli ultimi quattordici anni la Ciociaria ha un gap negativo di quasi 34.000 abitanti. E la cosa che maggiormente preoccupa è che il trend non si inverte. Anzi. A Fiuggi il confronto tra giovani imprenditori, politica, istituzioni, mondo della cultura e professionisti del settore ha però fatto emergere che ci sono la visione, il coraggio, l’entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco. Naturalmente nessuno può garantire che i risultati vengano ottenuti, però di certo la base di partenza esiste e non è affatto male. Anzi.

L’attrattività del territorio e la fuga di cervelli
Uno dei principali argomenti sui quali ci si è confrontati è il seguente. L’investimento della Novo Nordisk ad Anagni, il Polo del freddo a Ferentino, le strategie di un imprenditore come Leonardo Maria Del Vecchio a Fiuggi dimostrano che questo territorio (perlomeno la parte nord) rimane attrattivo. Ma nonostante questo tanti giovani vanno via. Per studiare e per lavorare. Un paradosso? No. Una contraddizione? No. L’emigrazione dei giovani è un fenomeno che si spiega con la mancanza di opportunità lavorative adeguate, con la precarietà del mercato del lavoro, con il fatto che gli stipendi non sono all’altezza. Ma pure con l’impossibilità di poter immaginare una carriera in linea con quelli che sono gli studi e le competenze che una persona ha acquisito. I “nostri” ragazzi spesso vanno altrove per studiare e per lavorare. Nelle Università del nord, ma pure all’estero. È una situazione che non riguarda esclusivamente la Ciociaria, ma è una situazione con la quale i conti andavano fatti già parecchi anni fa. Perché se la mancanza di lavoro è l’elemento principale, è anche vero che questo territorio continua a precipitare in qualunque tipo di classifica riguardante la qualità della vita. E come si fa a cambiare la narrazione? Per esempio con una seria attività di bonifica ambientale: da quanto tempo si parla (e basta) del risanamento della Valle del Sacco? Per esempio investendo sulle infrastrutture: da quanto tempo di parla (e basta) della Stazione Tav? Da quanto tempo in questa provincia non si realizza un’opera pubblica degna di questo nome? Peraltro è evidente che se il territorio mantiene comunque una certa “attrattività” lo deve proprio alla presenza dell’autostrada, di diversi caselli e di una superstrada, la Ferentino-Frosinone-Sora, che avrebbe bisogno di arrivare fino... ad Avezzano. Si potrebbe continuare all’infinito. Per esempio c’è quella che gli imprenditori definiscono (a ragione) una burocrazia padrona e matrigna al tempo stesso. Vero, i tempi di risposta non sono compatibili con le esigenze di chi vuole investire. Ma come si esce da un vicolo cieco del genere? Magari le associazioni di categoria potrebbero aumentare il livello del pressing.


La necessità di un clima favorevole per chi investe
Più un generale questa provincia avrebbe bisogno di uno spirito di squadra che delimitasse i confini di un terreno condiviso. Mettendo al centro le imprese e le attività che vogliono investire. Quelle grandi, quelle medie, quelle piccole. Perfino quelle piccolissime. Invece questo non succede, perché prevalgono la superficialità, l’incompetenza, la pigrizia, l’invidia. Ecco perché è complicato cambiare la rotta. Un certo Steve Jobs disse: «Il mio modello di business sono i Beatles: erano quattro ragazzi che tenevano reciprocamente sotto controllo le proprie tendenze negative. Si bilanciavano tra loro. E il risultato era più grandioso della somma delle parti. Questo per me è il business. Le grandi cose nel business non vengono mai fatte da una sola persona. Sono fatte da un team di persone». Già, ma bisogna crederci.

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