Spazio satira
La stanza della domenica
25.05.2025 - 13:00
Una panoramica di Frosinone
In questa provincia quando non si sa cosa fare concretamente, si evoca un... tavolo. Attorno al quale discutere, confrontarsi, magari litigare. E basta. Invertire la narrazione è impossibile. Ormai evidente che la realizzazione della Stazione Tav a Ferentino-Supino è una sorta di “mission impossible”. Ma tutto questo non ha determinato uno scatto di concretezza. Dove per concretezza si intendono strategie, progetti e risorse. Oltre che capacità di interloquire con chi davvero ha il potere di decidere. Vale a dire Rfi e Ferrovie dello Stato. Poi però ci sono gli studi, le ricerche e i numeri a riportare tutti (bruscamente) alla realtà. L’Istat ha certificato lo spopolamento. La provincia di Frosinone aveva 495.815 residenti nel 2011. Oggi ne conta 462.363: vuol dire una perdita netta di 33.452 abitanti. In termini percentuali comporta un -6,74%. Nello stesso periodo la provincia di Latina è passata da 546.421 a 566.671 abitanti. Facendo segnare un +3,70%. Parliamo di più di 20.000 unità. Naturalmente in contesti del genere il capoluogo ha un’importanza strategica e un “peso” non indifferente. Nel 2002 a Frosinone c’erano 48.727 residenti. A gennaio 2025 sono 43.099: -11,55%. Persi quindi 5.600 abitanti. Sempre nel 2002 a Latina i residenti erano 108.234. Adesso il capoluogo pontino è arrivato a quota 127.732. Significa una crescita di 19.498 unità: +18,01%. Tutto il resto è conseguente e le chiacchiere stanno a zero. L’attrattività dei territori è un fattore fondamentale nello sviluppo, nelle prospettive e perfino nella percezione. Fra l’altro non sfugge a nessuno che ormai da anni il baricentro del Basso Lazio, in termini di rappresentanza, si sia spostato a Latina.
I segnali non colti e l’incapacità di “scaricare a terra”
Eppure non è vero che in Ciociaria c’è il deserto ovunque. L’investimento della Novo Nordisk ad Anagni, il Polo del freddo a Ferentino e le iniziative di Leonardo Maria Del Vecchio a Fiuggi dimostrano che questo territorio mantiene comunque una sua importanza e una sua attrattività. Oltre ad una dimensione logistica significativa, perché nel mezzo tra Roma e Napoli. Però bisogna tenere presente che c’è una metà di questa provincia, quella sud, che è alle prese con una crisi senza precedenti dell’automotive. Una crisi determinata dalla situazione di Stellantis, una crisi che coinvolge anche un indotto che ha costituito per decenni un punto di forza. Ecco perché il tema della rappresentanza del territorio è decisivo. Fondamentale. Ma il punto è che proprio per la posizione geografica la provincia di Frosinone avrebbe bisogno di un potenziamento delle infrastrutture. La Stazione Tav rappresenterebbe il cardine di future e concrete politiche di sviluppo. Per il trasporto dei passeggeri e delle merci. Purtroppo però non possiamo farci illusioni. Detto questo, si è rimasti fermi per anni su altri versanti strategici. Il prolungamento della Ferentino-Frosinone-Sora fino ad Avezzano è rimasta una pagina mai scritta del libro dei sogni. Così come una riqualificazione e un potenziamento della strada che collega Frosinone con Latina. Per non parlare del raddoppio della Sora-Cassino. Il presidente della Provincia Luca Di Stefano ha ripreso queste tematiche e ha fatto bene. In realtà va detto che se pure si mettessero in moto contemporaneamente tutti questi cantieri (ipotesi puramente teorica), quanto occorrerebbe per completare le opere? Nel frattempo come fermare lo spopolamento della provincia di Frosinone? La verità è che si sono persi anni (anzi, decenni) e occasioni. È già troppo tardi. L’emorragia di residenti comporta una serie di effetti, tutti negativi. Diminuiscono gli introiti delle tasse e, di conseguenza, la fruibilità dei servizi. Diminuiscono i consumi, con tutto quello che ne consegue. Il mercato immobiliare ne risente. Sembra quasi che affrontare un tema, segnalare le criticità e organizzare convegni a raffica sia sufficiente. Non lo è. La differenza si fa soltanto “scaricando a terra” le idee, trasformando le proposte e i progetti in opere. Il tallone di Achille della Ciociaria è questo. Il discorso non riguarda solo la politica. Ma pure il mondo associativo e l’intera classe dirigente. L’apatia è spesso il tratto caratteristico di questo territorio. Quante volte abbiamo sentito frasi come “ma chi te lo fa fare” oppure “tanto è impossibile”? Alibi per la mancanza di iniziativa, di mettersi in gioco, di provare a cambiare le cose.
Tana libera tutti al Comune di Frosinone
La riunione della coalizione che sostiene il sindaco Mastrangeli ha confermato che, oltre agli schieramenti, sono saltati i confini. Al Comune di Frosinone non ci sono più maggioranza e opposizione, centrodestra e centrosinistra. C’è uno schieramento (variegato) che appoggia il primo cittadino e un altro (altrettanto variegato) che invece è su altre posizioni. Nessuna traccia di politica.
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