Spazio satira
Frosinone
19.02.2025 - 14:00
Sul decreto Milleproroghe il Governo ha posto la fiducia. Il che vuol dire, considerando i numeri della maggioranza di centrodestra, che il testo è blindato. Al Senato il semaforo verde si è già acceso. Adesso manca il via libera della Camera a Montecitorio. Nel documento c’è anche una modifica alla normativa che regola l’elezione dei presidenti delle Province. Cioè la richiesta di prorogare sia per il 2025 che per il 2026 la deroga ai diciotto mesi di mandato da sindaco previsti dalla legge 56/2014 (la Delrio) per la candidatura alla presidenza della Provincia. Uno scenario al quale guarda con attenzione Luca Di Stefano. Vediamo i tempi: le elezioni per la presidenza della Provincia, se resterà in vigore la Delrio, si terranno a dicembre 2026. Quando a Luca Di Stefano, come sindaco di Sora, mancheranno meno di diciotto mesi di mandato. Alla presidenza possono concorrere soltanto i primi cittadini con la Delrio. E devono avere davanti più di diciotto mesi di mandato. Palazzo Madama ha già detto sì alla proroga. Adesso il testo è a Montecitorio, all’attenzione della commissione affari costituzionali. A porre con forza il tema della proroga è stata l’Unione delle Province Italiane. Per un motivo in particolare: nei prossimi due anni sono in programma elezioni amministrative in Comuni importanti.
Una volta che la Camera avrà confermato il sì all’emendamento, Luca Di Stefano potrà puntare al bis. Il presidente dell’Upi Pasquale Gandolfi ha dichiarato: «Il testo del decreto Milleproroghe, licenziato dalla commissione affari costituzionali del Senato, ha accolto le richieste di modifica presentate da Upi su questioni molto importanti per le Province e per i territori, perché ci permetteranno di proseguire nella realizzazione di investimenti ed opere strategiche per le comunità. Siamo molto soddisfatti del risultato, perché la forte azione istituzionale dell’Upi ci ha portato ad essere ascoltati dai senatori di maggioranza e opposizione». Uno scenario che si basa sul presupposto che resti la Delrio, entrata in vigore nel 2014. Una riforma che ha trasformato radicalmente le Province, diventate enti di secondo livello. Perché non votano più i cittadini, ma i sindaci e i consiglieri dei Comuni. Con il meccanismo del voto ponderato. C’è stata altresì una forte riduzione di risorse e competenze. Per quanto riguarda la Provincia di Frosinone, due volte (2014 e 2018) ha vinto Antonio Pompeo, una Luca Di Stefano. In tutte e tre le occasioni a prevalere sono state logiche trasversali.
Negli ultimi giorni è tornato di attualità pure il tema del ritorno all’elezione diretta del presidente e dei consiglieri provinciali. Lo ha posto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. Anche il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri ha espresso lo stesso concetto. Più volte in questi undici anni sono state avanzate proposte di legge per archiviare la Delrio e tornare al sistema precedente. Alcune di questi “disegni” hanno un iter parlamentare avviato, ma è chiaro a tutti che alla fine la differenza potrà farla soltanto la volontà politica. Nell’eventualità di un ritorno all’elezione diretta, sarebbero protagonisti i leader. Per le scelte ma pure per le candidature. A cominciare da Massimo Ruspandini, parlamentare (al secondo mandato) e presidente provinciale di Fratelli d’Italia.
Nel Pd i nomi non mancano: Francesco De Angelis, Mauro Buschini, Antonio Pompeo. La Lega potrebbe pensare a Nicola Ottaviani, deputato e coordinatore provinciale. Poi ci sono comunque i sindaci, nella condizione di poter concorrere in entrambi i casi. Sia se restasse la Delrio, sia se si tornasse all’elezione diretta. Alcuni nomi: Riccardo Mastrangeli (Frosinone), Germano Caperna (Veroli), Massimiliano Quadrini (Isola del Liri). E diversi altri. Per quanto concerne lo scenario dell’elezione diretta, a dicembre, in occasione dell’assemblea dell’Upi, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha detto chiaramente che la riforma non può limitarsi a reintrodurre l’elezione diretta dei presidenti. Ma che è fondamentale andare avanti con una modifica del Testo unico degli enti locali. Aggiungendo però che per le risorse finanziarie necessarie per il ritorno all’elezione diretta bisognerà aspettare la Manovra economica del 2026.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione