Spazio satira
Lo scenario
11.02.2025 - 18:00
E adesso nel centrodestra che succede? L’intesa raggiunta da Riccardo Mastrangeli con la Lista Marzi cambia sicuramente sia le prospettive che le dinamiche. Ma la domanda è: esiste una volontà politica di recuperare la situazione con i “dissidenti”? Ci sarebbe un solo modo per capirlo davvero: riunire il tavolo del centrodestra. Partendo dal presupposto che la civica di Marzi si è impegnata a non interrompere la consiliatura e non rivendica assessorati in giunta. Anche se è evidente che sul piano programmatico le convergenze dovranno esserci se si vuole dare solidità all’accordo. Per esempio sulla Casa dello studente, sul tracciato del Brt, sulla pedonalizzazione di piazzale Kambo, sull’accorpamento degli uffici comunali nella sede di piazza VI dicembre. Nel centrodestra c’è chi ritiene (e teme) che tra qualche mese la situazione possa cambiare. Nel senso che si potrebbe prevedere una rappresentanza in giunta della Lista Marzi. Intanto però si dovranno capire le reazioni all’interno delle forze del centrodestra. Ci sono alcune situazioni che andranno monitorate.
Tra i fedelissimi di Mastrangeli il ragionamento è il seguente: se dagli 8 “dissidenti” non sono mai arrivate aperture, perché il Sindaco dovrebbe rinunciare all’appoggio di altre liste? Il gruppo FutuRa (3 consiglieri) è stato convocato dal Sindaco per oggi. L’oggetto dell’incontro è capire se ci sono possibilità che la lista civica voti il bilancio di previsione. In realtà gli spazi di manovra appaiono ridottissimi e l’intesa tra Mastrangeli e la Lista Marzi non aiuta. Infatti FutuRa ha sempre chiesto a Mastrangeli di non aprire alle opposizioni. Poi ci sono Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella e Giovanni Bortone. Anselmo Pizzutelli ha ribadito anche a Nicola Ottaviani che in ogni caso non sarebbe interessato ad avere una rappresentanza in giunta. Resta l’opzione dell’appoggio esterno su basi programmatiche.
In teoria però, considerando le divergenze su tematiche come la mobilità urbana, la pedonalizzazione di piazzale Kambo e la riapertura di via del Casone. Tanto per citare tre esempi. Quindi c’è Forza Italia, che ha due consiglieri: Pasquale Cirillo e Maurizio Scaccia. Gli “azzurri” sono il partito fondatore del centrodestra. Al Comune si trovano da mesi ai margini della maggioranza, ad un passo dall’opposizione. Per un eventuale rientro chiedono la convocazione urgente del tavolo del centrodestra. L’accordo tra Riccardo Mastrangeli e la Lista Marzi è arrivato sul tavolo del senatore Claudio Fazzone, coordinatore del partito nel Lazio. Per Forza Italia il quadro del centrodestra non c’è più a Frosinone. E si fa notare come Domenico Marzi (comunque esponente del Pd) sia stato due volte sindaco alla guida di una coalizione di centrosinistra. Oltre che avversario di Riccardo Mastrangeli nel giugno 2022, sempre alla guida del centrosinistra. FI sembra avere l’intenzione di portare la questione all’attenzione dei livelli regionali (forse perfino nazionali) della coalizione di centrodestra. Perché in ogni caso si sta parlando di un Comune capoluogo. Infine, a giudizio di Forza Italia il via libera all’intesa con Marzi da parte di Fratelli d’Italia e Lega merita un approfondimento. Agli “azzurri” in ogni caso non è piaciuto.
Un discorso a parte merita la posizione di Massimiliano Tagliaferri, presidente del consiglio comunale, esponente di spicco della Lista Ottaviani e dell’intero centrodestra cittadino. Prima o poi un chiarimento tra lui e Mastrangeli dovrà esserci.
Tornando al bilancio, non sarà indifferente se verrà approvato in prima o in seconda convocazione. E con quanti numeri. Parliamo dell’atto di maggiore valenza politica di qualsiasi Amministrazione. Nei due anni precedenti Riccardo Mastrangeli ha fatto il pieno di voti della maggioranza di centrodestra uscita dalle urne: 22 su 22. Se stavolta dovesse fermarsi a quota 16, sarebbe comunque un segnale non positivo. Anche se l’intesa con la Lista Marzi gli garantisce la prospettiva di fine consiliatura. Ci sono altri elementi da considerare. A costruire l’intesa con la Lista Marzi è stato Fabio Tagliaferri, referente di Fratelli d’Italia a Frosinone. E lo ha fatto sulla base di un accordo con una civica. Non con un partito di centrosinistra. Evidente che ci sia stato pure il via libera del vicesindaco Antonio Scaccia, leader della Lista per Frosinone e coordinatore regionale dell’associazione Noi con Vannacci. Il tema dei prossimi giorni potrebbe essere quello di una ricomposizione del centrodestra. Ma andrebbe assunta un’iniziativa forte, decisa e condivisa. Sicuri però che sarebbero tutti d’accordo? La sensazione è che in realtà si stia guardando già alle elezioni del 2027. In ordine sparso.
La stagione del tana libera tutti. Il commento
Il dato di fatto è che si è chiusa una stagione politica del centrodestra al Comune di Frosinone. La coalizione uscita dalle urne trentadue mesi fa non c’è più. L’intesa tra Riccardo Mastrangeli e la Lista Marzi non è soltanto una conseguenza. Perché Domenico Marzi non è uno qualunque: sindaco per nove anni, ha portato il centrosinistra alla vittoria in una città profondamente di centrodestra. Vero che le situazioni e i contesti sono cambiati profondamente. Vero che un aspetto amministrativo c’è. Però sarebbe da ingenui (e da ipocriti) negare l’evidenza. Mastrangeli non ha più la maggioranza che lo ha sostenuto in campagna elettorale. Era già chiaro che Domenico Marzi non avrebbe mai partecipato ad iniziative per interrompere la consiliatura. Allora perché l’accordo? Perché Riccardo Mastrangeli intende portare avanti alcune tematiche senza rivedere nulla: Brt, pedonalizzazione di piazzale Kambo, Piano urbano della mobilità sostenibile. Le fratture con i “dissidenti” sono avvenute soprattutto su questo. Il sindaco vuole poter contare su una maggioranza pure numerica. I riflessi sul piano politico li vedremo dopo il bilancio. Intanto però c’è un punto che non può essere sottovalutato. Una “strambata” di questo genere al Comune capoluogo rappresenta un precedente impossibile da ignorare. Anche e soprattutto sul piano della tenuta delle coalizioni. Se a Frosinone prevale il profilo trasversale, perché altrove ci si dovrebbe meravigliare? In alcuni casi, per esempio a Ferentino e Veroli, ci sono stati dei laboratori di respiro bipartisan e “civico”. Ma nel capoluogo il peso politico è differente. Non è più una questione di responsabilità. Il gap riguarda la leadership politica degli schieramenti. Ora siamo al “tana libera tutti”.
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