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Frosinone

L’incrocio di destini tra Marzi, Ottaviani e Mastrangeli

Le riunioni in contemporanea di domenica. Intanto nei Democrat il dibattito diventa incandescente

L’incrocio di destini tra Marzi, Ottaviani e Mastrangeli

Alessandra Mandarelli e Domenico Marzi

Domenica 9 febbraio, ore 19. Nello studio dell’avvocato Nicola Ottaviani (ex sindaco, parlamentare e coordinatore provinciale della Lega) ci sono il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri, il consigliere Pasquale Cirillo (commissario cittadino di Forza Italia) e Anselmo Pizzutelli, consigliere della Lista Mastrangeli. Il tema del confronto è il possibile recupero di una maggioranza di centrodestra.

Domenica 9 febbraio, ore 20. Nello studio dell’avvocato Domenico Marzi arriva il sindaco Riccardo Mastrangeli. Oltre a Marzi ci sono gli altre tre consiglieri della lista civica: Alessandra Mandarelli, Carlo Gagliardi e Armando Papetti. Si discute di prospettive programmatiche per un patto di fine consiliatura. Ma il risultato più importante è che la Lista Marzi ribadisce al primo cittadino che non firmerà mai né dimissioni di massa né mozioni di sfiducia. La fumata bianca arriva “de plano”. Vuol dire che sul bilancio non ci saranno problemi sul versante del numero legale. I 4 esponenti della Lista Marzi resteranno comunque in aula, anche se dovessero votare no. Probabilmente si asterranno. La notizia, pubblicata in esclusiva da ciociariaoggi.it, manda in fibrillazione l’intero panorama politico cittadino e provinciale. D’altronde, come cantava Fabrizio De André, «ma una notizia un po’ originale non ha bisogno di alcun giornale, come una freccia dall’arco scocca, vola veloce di bocca in bocca». Il dibattito si accende immediatamente sui social e, soprattutto, nelle chat degli schieramenti e dei partiti. Andrà avanti per diverse ore, fino a notte inoltrata.

Il centrosinistra
All’incontro presso lo studio di Marzi erano stati invitati anche i 3 consiglieri del Pd: Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi. Non hanno partecipato per una ragione politica: i Dem tutto possono fare meno che un accordo con il centrodestra. Il punto è che due esponenti della civica, Domenico Marzi e Armando Papetti, fanno riferimento al Pd. E nel dibattito in corso a livello di circolo cittadino il tema è stato posto. Da Stefano Pizzutelli soprattutto. Con una domanda rivolta al segretario Marco Tallini: cosa intende fare il partito davanti ad una situazione di questo tipo? Sembra che tra Stefano Pizzutelli e Domenico Marzi ci sia già stato un botta e risposta. Vedremo quello che succederà: la riunione del circolo cittadino ci sarà sabato. Marzi si è detto tranquillo, anche nel caso qualcuno volesse chiedere una sua estromissione dal partito. Comunque sul tavolo c’è pure un’altra chiave di lettura. E cioè che l’impegno della Lista Marzi a non interrompere la consiliatura ha messo in evidenza i problemi politici di un centrodestra fermo a 16 voti su 33 in aula consiliare. Con 3 esponenti che provengono dalle opposizioni. E con 8 “dissidenti”. I 4 della Lista Marzi saranno comunque decisivi. Detto in altri termini: l’operazione politica mette in evidenza i limiti del centrodestra. C’è però un ulteriore punto di vista, rappresentato dalla posizione di Stefano Pizzutelli. Così sintetizzabile: ma perché se il centrodestra che amministra il capoluogo da dodici anni va in crisi, deve essere il centrosinistra a fare da stampella?

Le motivazioni
Domenico Marzi ha spiegato così i motivi della scelta: «Non parlerei di svolta, ma di convergenza su tematiche amministrative importanti e condivise. Come Lista Marzi abbiamo ribadito al sindaco Riccardo Mastrangeli che non avalleremo mai iniziative per interrompere la consiliatura. Indipendentemente dal voto che daremo sul bilancio. C’è inoltre una serie di proposte programmatiche sulle quali si può lavorare. Credo sia un momento importante nell’interesse della città. Non chiediamo nulla, non vogliamo nulla. Soltanto dare il nostro contributo sul piano amministrativo». Alessandra Mandarelli dice: «Faccio presente che sono in ballo interventi e fondi per milioni di euro per opere riferibili al Pnrr. Nel caso di interruzione della consiliatura si fermerebbe tutto e bisognerebbe anche dare indietro i finanziamenti. Qualcuno si è chiesto chi sarebbe a pagare il conto? I cittadini di Frosinone. La nostra motivazione è stata soprattutto questa. Ecco perché non posso accettare le critiche che provengono da alcuni dei “dissidenti” della maggioranza. Ai quali ricordo che loro hanno sottoscritto il programma di Mastrangeli, loro lo hanno votato in campagna elettorale. Salvo poi cambiare posizione contestando i punti salienti di quel programma che avevano firmato e condiviso. E vogliono fare la morale politica a noi? Ma non scherziamo».

I numeri in aula
Ma come cambia la situazione in consiglio? Mastrangeli è sostenuto da Fratelli d’Italia (5), Lista Ottaviani (4), Lista per Frosinone (3), Lega (1), Lista Vicano (1). Poi ci sono Andrea Turriziani (Lista Marini) e Claudio Caparrelli (Polo Civico). Più il Sindaco. In totale fa 17 ma in realtà la quota è 16. Perché il presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri si è astenuto sulla maggior parte delle delibere nell’ultima seduta ordinaria. Dopo aver chiesto (invano) l’azzeramento della giunta e una verifica finalizzata a ricostituire l’originaria maggioranza di centrodestra. Ci sono quindi gli 8 “dissidenti” eletti nel centrodestra: Pasquale Cirillo, Maurizio Scaccia (Forza Italia), Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (eletto nella Lista Ottaviani), Giovambattista Martino, Teresa Petricca, Francesco Pallone (FutuRa). Poi le opposizioni: Lista Marzi (4), Pd (3), Psi (1). I numeri dicono che con l’impegno a non interrompere la consiliatura la civica di Domenico Marzi è baricentrica in questa fase. Una eventuale intesa programmativa rappresenterebbe un passo ulteriore.

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