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L'intervista

Achille Migliorelli: «Pd, la chiave vera è la partecipazione»

Candidato alla segreteria provinciale del Partito Democratico. «Le priorità? Sanità, lavoro, ambiente, sociale e giovani»

Achille Migliorelli: «Pd, la chiave vera è la partecipazione»

Achille Migliorelli, candidato alla segreteria provinciale del Partito Democratico

«Sul tesseramento noi dobbiamo permettere a più persone possibili di partecipare ai processi ed ai percorsi del Pd. Come nella dichiarazione dei sindaci e degli amministratori del territorio, credo sia importante facilitare la partecipazione e l’aggregazione». Così Achille Migliorelli, candidato alla segreteria provinciale del Pd. È sostenuto da AreaDem di Francesco De Angelis e dal Collettivo Parte da Noi di Danilo Grossi, Nazzareno Pilozzi e Umberto Zimarri.

Allora Migliorelli, giovane amministratore e una lunga esperienza nella militanza studentesca. Pronto al grande salto?
«Il Pd è la comunità in cui sono nato ed in cui ci sono le mie radici. Vengo da una storia di centro-sinistra ed ho trovato nel Pd la mia casa nel lontano 2013, quando decisi con qualche amico di aderire ai Giovani Democratici aprendo per la prima volta il circolo di San Giorgio a Liri».

Come si è arrivati al suo nome per la segreteria provinciale?
«Credo che a questa domanda sappiano rispondere meglio le tante persone che hanno visto in me la persona giusta per la candidatura a ricoprire il ruolo di segretario provinciale. Colgo l’occasione per ringraziarle nuovamente, il loro sostegno significa tanto».

Si sente espressione di una delle correnti del Pd?
«Ogni volta che si parla di correnti all’interno del nostro partito, si tocca un nervo scoperto. È preferibile chiamarle “sensibilità” perché il Partito Democratico, per sua natura, è un’aggregazione di diverse anime che si sono unite con l’intento di dar vita a un grande progetto di centro-sinistra in Italia. Porto con me l’eredità di mio nonno, un uomo che ha dedicato la sua vita alla politica e alla comunità, e che mi ha trasmesso valori di servizio e di lotta. La sua storia è per me un faro e un esempio di impegno. La mia candidatura è certo frutto di una proposta condivisa da alcune correnti, quelle nelle quali mi riconosco. Tuttavia, voglio sottolineare che il Pd è uno solo. Se dovessi essere eletto segretario provinciale, il mio impegno sarà rivolto a rappresentare l’intero Pd locale».

Lei e Luca Fantini rappresentate la parte più giovane del partito. Che effetto fa sfidarsi in una sorta di “derby”?
«Parto con il dire che non siamo “l’uno contro l’altro”. Gli avversari politici sono fuori dal Pd. Io e Luca Fantini condividiamo una militanza comune nella politica giovanile, un aspetto che considero molto bello e arricchente. Poi ci sono anche delle differenze tra di noi».

Quali saranno i temi della sua campagna elettorale?
«Sanità, occupazione, sociale, ambiente, Europa, giovani e formazione. I temi sono il nostro “dna”, sono ciò che siamo. Intendo sicuramente portare avanti la sfida delle “Cinque officine delle idee - Per costruire il futuro insieme” promossa dal Collettivo Parte da Noi. Il lavoro è sinonimo di emancipazione, indipendenza, diritto e, soprattutto, dignità. È un nostro dovere essere presenti ovunque ci siano fabbriche, posti di lavoro precari o salari inadeguati. Vengo dal sud della nostra provincia, so bene cosa significhi per il territorio la crisi di Stellantis».

Il Pd vince a Cassino ma non a Frosinone. E stenta sul voto di opinione. Come invertire la rotta?
«A Frosinone in una situazione difficile, abbiamo anche se di poco, perso le elezioni al ballottaggio. Il Pd è stato il primo partito, presentando una lista forte. Tutto questo non è stato sufficiente. Dobbiamo lavorare molto sulla coalizione per mettere in campo un’alleanza più larga e più forte. Il mio primo obiettivo sarà quello di recuperare un rapporto ed un intesa con il Psi di Gianfranco Schietroma. A Frosinone dobbiamo ritrovare le ragioni dell’unità e lavorare insieme per tornare a vincere. Il circolo locale del Pd, con i suoi consiglieri comunali in testa, avrà un ruolo cruciale in questo processo, supportato dalla segreteria provinciale. La chiave sarà partire con idee chiare e un progetto ben definito, così da presentarci ai cittadini con una proposta alternativa all’attuale modello Mastrangeli, che fatica a gestire le sfide della città capoluogo. Cassino è stata la dimostrazione della buona amministrazione e della forza di squadra. Un risultato che è figlio di tanta mediazione e tanta discussione ma sicuramente merito di un sindaco capace e aggregatore come Enzo Salera. Ancora ricordo quando mi chiamò per chiedermi una mano e lui era dall’altra parte del telefono con un amico come Gianrico Ranaldi, che sicuramente sarebbe fiero di questa nostra nuova avventura e sorriderebbe».

Come immagina il “suo” Pd?
«Il Pd che vogliamo deve tornare ad essere la casa delle persone. Quel luogo in cui tutti devono sentirsi liberi di poter dibattere ed esprimersi. Iscriversi e militare. Sognare insieme e ambire al futuro. Con la forza di una comunità e di tante e tanti amministratori che sono il motore del Pd. Questo nuovo slancio lo dobbiamo alla nostra storia, a coloro che in questi decenni hanno contribuito a costruire un’Italia più giusta e unita. Lo dobbiamo ad una nuova generazione che rivendica spazi e bisogni. Lo dobbiamo a tutti coloro che ci guardano con tante aspettative per potersi finalmente sentire accolti».

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