Cerca

Frosinone

Si dimette Tanzilli, Pd nel caos. Slitta il congresso

Lascia anche il presidente-garante dell’apposita commissione. Tesseramento, esame dei ricorsi, nuovo organismo: le opzioni sul tavolo

Si dimette Tanzilli, Pd nel caos. Slitta il congresso

Il congresso provinciale del Pd è destinato a slittare. Se di qualche settimana o di qualche mese lo si capirà meglio nei prossimi giorni. Ma è evidente che le dimissioni del presidente della commissione congressuale Alberto Tanzilli, rassegnate nella tarda serata di sabato, sono un fatto del quale non si può non tenere conto.

Il passo indietro
Alberto Tanzilli ha indirizzato la lettera di dimissioni all’attenzione delle segreterie nazionale e regionale. Mettendo in evidenza che sono venuti meno i presupposti politici e organizzativi che erano stati alla base della sua designazione. Tanzilli era stato individuato, all’unanimità, come garante e “traghettatore” verso il congresso. Al vertice di una commissione composta da dieci membri, in rappresentanza delle varie correnti. Ma è chiaro che le polemiche al vetriolo degli ultimi giorni e le dimissioni di cinque membri della stessa commissione hanno radicalmente mutato il quadro. A effettuare un passo indietro sono stati Massimo Lulli, Carlo Di Santo, Giampiero Di Cosimo, Maria Rita Cinque e Alberto Festa (i primi due fanno riferimento all’area di Antonio Pompeo, gli altri tre a quella di Sara Battisti). La loro decisione è scaturita dal fatto che «non è stato preso alcun provvedimento» dopo il ricorso che gli stessi avevano presentato all’indomani della riunione della commissione del 23 dicembre scorso. Quando sono stati consegnati dei moduli per il tesseramento. Hanno scritto tra l’altro in una nota: «Questa distribuzione è avvenuta senza alcun criterio, né numerico né territoriale, contravvenendo alle modalità di assegnazione seguite fino a quel momento dalla commissione... Il numero di tessere richieste era stato calcolato sulla base della possibilità per tutti i circoli di ricevere un incremento del 30%, pari a 1.000 tessere, rispetto a quanto già assegnato ad ogni circolo sulla base della media del tesseramento avvenuta negli ultimi 5 anni, pari a 3.000». Alberto Tanzilli, contestualmente alle dimissioni, ha evidenziato che i prossimi atti finalizzati al tesseramento e alle successive fasi congressuali non potranno essere compiuti sotto la sua responsabilità di presidente della commissione. La chiusura del tesseramento era prevista per il 31 dicembre.

Cosa può succedere
Difficile definire quali potranno essere nel dettaglio i prossimi passaggi. È evidente che, senza sei membri su undici (tra i quali il presidente), l’attuale commissione congressuale non potrà continuare a svolgere le sue mansioni. Per logica dovrebbe essere decaduta. Ne andrà costituita un’altra. Da capire se la composizione sarà ancora affidata agli esponenti locali (in tal caso occorrerebbe una votazione in direzione provinciale) o se invece saranno gli organismi nazionale e regionale a costituire quest’organo. Poi ci sono i ricorsi presentati. Andranno all’attenzione della commissione regionale di garanzia, della quale è presidente proprio Alberto Tanzilli. Il quale potrebbe decidere di astenersi dal giudicare la questione essendo stato alla guida della commissione congressuale. Vedremo. Se così dovesse essere, allora la vicenda andrebbe esaminata dalla commissione nazionale di garanzia. Per quanto concerne il tesseramento vero e proprio, è chiaro che il giudizio della commissione di garanzia (sia essa regionale o nazionale) peserà in modo decisivo. Nel frattempo però è possibile che l’intera documentazione relativa al 2024 venga depositata presso i tesorieri delle federazioni provinciale e regionale. E presso la segreteria organizzativa del Pd Lazio. Si tratta in ogni caso di passaggi che dovranno essere definiti e dei quali si occuperà probabilmente il segretario regionale del Partito Democratico, Daniele Leodori. Poi c’è un altro aspetto. Anzi, una domanda: è possibile che nel frattempo venga nominato un commissario per la guida della federazione? Si tratta di una scelta di competenza dei livelli nazionali. Comunque, per dirla con le parole della celebre canzone di Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo.

Tempi e percorsi
Dicevamo dei tempi, destinati a slittare. Il cronoprogramma era questo: il 7 gennaio la presentazione dei candidati alla segreteria, dall’11 gennaio al 2 febbraio i congressi dei circoli, entro l’8 febbraio l’assemblea provinciale, chiamata a ratificare il risultato di una votazione nella quale gli unici protagonisti sono gli iscritti. Ecco perché il tesseramento è cruciale. In ogni caso è chiaro che a questo punto ci sarà uno slittamento. Tra i punti più importanti all’attenzione delle commissioni di garanzia ci sarà l’interpretazione dell’articolo 6 del regolamento congressuale regionale, che al secondo comma recita: «In presenza di variazioni della media dei tesseramenti dal 2019 al 2023 in misura superiore al 30% la Commissione regionale di garanzia, su segnalazione motivata, verificherà la correttezza delle procedure di tesseramento dei circoli in questione».

Il nodo politico
Per la segreteria provinciale sarà comunque sfida a due. Da una parte Achille Migliorelli, sostenuto da AreaDem di Francesco De Angelis e dal Collettivo Parte da Noi (la componente che fa riferimento a Elly Schlein). Dall’altra Luca Fantini, appoggiato da Rete Democratica di Sara Battisti e Base Riformista di Antonio Pompeo. In tutta questa fase convulsa non è passato inosservato il silenzio di AreaDem. L’indicazione di Francesco De Angelis è stata quella di non alimentare alcuna polemica. Sul piano politico non sfugge a nessuno che lo scontro è frontale. In particolare tra AreaDem di Francesco De Angelis e Rete Democratica di Sara Battisti. Fino a maggio entrambi facevano parte di Pensare Democratico, il correntone maggioritario fondato proprio da De Angelis. La lacerazione è stata profonda e quanto sta accadendo adesso è la conseguenza altresì della mancanza assoluta di una mediazione su qualunque tema. Fermo restando che sui passaggi del tesseramento saranno gli organismi di garanzia a pronunciarsi. Inoltre, se il congresso slitterà, allora potrebbe essere aperta pure una “finestra” per il 2025 sul versante proprio del tesseramento. L’aspetto che nessuno sembra considerare è il “day after”. Il giorno dopo il congresso. Perché le spaccature di queste settimane sono destinate a lasciare il segno. Anzi, lo hanno già lasciato.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione