Cerca

Frosinone

Terremoto nel Pd. Si dimettono cinque commissari

La tensione resta altissima sul tesseramento. Clamorosa iniziativa dopo lo strappo del 23 dicembre

Terremoto nel Pd. Si dimettono cinque commissari

Hanno depositato le dimissioni da membri della commissione congressuale del Partito Democratico. Come avevano annunciato in una nota alla vigilia di Natale. Massimo Lulli, Carlo Di Santo Giampiero Di Cosimo, Maria Rita Cinque e Alberto Festa (i primi due fanno riferimento all’area di Antonio Pompeo, gli altri tre a quella di Sara Battisti) hanno scritto in un comunicato stampa: «Per queste ragioni, con rammarico e senso di responsabilità, annunciamo le nostre dimissioni irrevocabili da membri della commissione congressuale».

Lo strappo
I cinque motivano così la loro decisione: «Alla luce della mancata risposta da parte degli organi competenti alle gravi questioni da noi sollevate sullo svolgimento del congresso del Partito Democratico della provincia di Frosinone, e preso atto che le condizioni necessarie per garantire trasparenza, regolarità e rispetto delle regole non sono state ripristinate, riteniamo impossibile proseguire il nostro lavoro all’interno della commissione congressuale». E aggiungono che «non è stato preso alcun provvedimento». Nella nota precedente, riferita alla riunione del 23 dicembre della commissione congressuale, i cinque esponenti del Pd avevano reso noto di aver presentato un ricorso, chiedendo di «ripristinare le condizioni per un regolare svolgimento del congresso». Aggiungendo: «Qualora ciò non dovesse avvenire annunciamo sin da ora le nostre irrevocabili dimissioni da membri eletti della commissione congressuale». Per Massimo Lulli, Carlo Di Santo, Giampiero Di Cosimo, Maria Rita Cinque e Alberto Festa la distribuzione dei moduli per il tesseramento dello scorso 23 dicembre non è avvenuta seguendo i passaggi e le forme previste. Infatti avevano scritto nel primo comunicato stampa: «Questa distribuzione è avvenuta senza alcun criterio, né numerico né territoriale, contravvenendo alle modalità di assegnazione seguite fino a quel momento dalla commissione... Il numero di tessere richieste era stato calcolato sulla base della possibilità per tutti i circoli di ricevere un incremento del 30%, pari a 1.000 tessere, rispetto a quanto già assegnato ad ogni circolo sulla base della media del tesseramento avvenuta negli ultimi 5 anni, pari a 3.000. L’operato di ieri (ndr: il 23 dicembre) ha ignorato questo criterio, previsto dal regolamento regionale e approvato da tutta la direzione». Inoltre secondo i cinque esponenti del Pd a consegnare le tessere doveva essere il presidente della commissione Alberto Tanzilli, non il responsabile dell’organizzazione Pd Lazio Andrea Ferro.

Cosa succede adesso
Complicato capire cosa può succedere adesso, soprattutto sul versante dei tempi dell’esame del ricorso. Considerando pure il fatto che siamo nel pieno delle festività natalizie. L’articolo 6 del regolamento congressuale regionale recita al secondo comma: «In presenza di variazioni della media dei tesseramenti dal 2019 al 2023 in misura superiore al 30% la Commissione regionale di garanzia, su segnalazione motivata, verificherà la correttezza delle procedure di tesseramento dei circoli in questione». Per il resto, il tesseramento si concluderà il prossimo 31 dicembre. Il 7 gennaio è prevista la presentazione ufficiale delle candidature alla segreteria. Le assemblee dei circoli si terranno dall’11 gennaio al 2 febbraio. Quindi la riunione dell’assemblea provinciale, che dovrà essere celebrata entro l’8 febbraio. A votare saranno gli iscritti nei vari circoli e questo spiega l’importanza del tesseramento.

La distanza politica
In ogni caso, comunque vada a finire questa situazione, la frattura politica interna è enorme. In particolar modo tra AreaDem di Francesco De Angelis e Rete Democratica di Sara Battisti. Per quanto concerne il tesseramento, all’interno di AreaDem il ragionamento è che il Pd in provincia di Frosinone deve avere l’ambizione di contare almeno 4.000 iscritti. In ogni caso per quanto concerne la sfida per la segreteria della federazione, gli schemi sono definiti. AreaDem di Francesco De Angelis e il Collettivo Parte da Noi (la componente che fa riferimento a Elly Schlein) sono schierati con Achille Migliorelli. Mentre Rete Democratica di Sara Battisti e Base Riformista di Antonio Pompeo appoggiano Luca Fantini, peraltro segretario uscente. Va sempre ricordato che la mappa politica è completamente cambiata rispetto a sette mesi fa. Quando cioè Francesco De Angelis ha deciso di aderire ad AreaDem di Dario Franceschini e di Daniele Leodori. Da quel momento il correntone Pensare Democratico (fondato da De Angelis) non c’è stato più. È stato subito chiaro che si sarebbe andati verso un congresso di “conta” più che di confronto. Ma nessuno poteva immaginare uno scontro frontale di questo tipo. Perché la sensazione forte è che sia venuto meno un terreno di garanzia e di confronto condiviso tra le diverse correnti. Un problema da qualunque punto di vista si analizzi la situazione. Perché dopo il congresso ci saranno i tradizionali appuntamenti elettorali. A cominciare dalle comunali. Un Pd così lacerato ha spazi stretti davanti.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione