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La stanza della domenica

Tanta rabbia e poco orgoglio. A dominare è il caos calmo

La seduta consiliare del 20 dicembre a Frosinone è stata convocata esclusivamente in prima convocazione. Intanto la stagione congressuale del Pd è entrata nel vivo

panoramica frosinone

Lo speciale compleanno di Unindustria (80 anni di presenza in provincia di Frosinone) è stata l’occasione per ripercorrere le tappe economiche e produttive di un territorio che ha conosciuto la stagione del boom economico ma pure quella delle discese ardite e delle risalite, per dirla con le parole della canzone di Lucio Battisti. Però è vero quanto hanno voluto sottolineare tutti i “past president” dell’associazione di via del Plebiscito.

E cioè che in realtà ogni periodo ha fatto i conti con le proprie crisi, trasformate poi in opportunità dallo spirito che caratterizza gli imprenditori. In ogni caso oggi c’è un elemento diverso, che ruota attorno ai giovani. Impensabile non ripartire da loro. Già, ma come? Perché ormai da anni tanti ragazzi della Ciociaria vanno via, per studiare o per lavorare. Sia nelle città del nord Italia che all’estero. Come si fa concretamente a invertire la narrazione, a rendere “attrattivo” questo territorio? Con il lavoro certamente, ma pure con una formazione degna di questo nome, in grado davvero di mettere in contatto il mondo della scuola con quello del lavoro. La fondazione Its Meccatronico del Lazio è sicuramente un’eccellenza.

Ma pure un’eccezione. Mentre invece investimenti di questo tipo dovrebbero essere sistematici. La domanda che però bisogna porsi è questa: cosa rappresenta davvero una priorità per i giovani? L’essere “connessi”. Alla Rete nel senso più ampio del termine. E questo conduce direttamente al tema dei collegamenti e quindi delle infrastrutture (materiali e immateriali). La Stazione Tav davvero potrebbe rappresentare un’opera pubblica dello stesso impatto dell’autostrada. Il problema è che siamo ancora fermi alla fase degli impegni. Per “scaricarla a terra” servono risorse, progetti e peso politico.

Resa dei conti in Consiglio nel capoluogo
La seduta consiliare del 20 dicembre a Frosinone è stata convocata esclusivamente in prima convocazione. Segnale politico inequivocabile: non si scherza. La maggioranza, per non correre rischi, dovrà avere 17 voti. Opposizioni e “dissidenti” dovranno decidere... cosa fare da grandi. Se cioè provare ad affondare il colpo (con la sciabola) oppure se continuare a tenere alta la guardia (con il fioretto). Siamo arrivati a metà consiliatura e alcune cose sono ormai chiarissime. Il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri ha posto un tema di carattere politico: dal momento che la maggioranza è profondamente cambiata e ha un profilo trasversale, perché non procedere ad un azzeramento e ad un rimpasto di giunta? Magari a seguito di una verifica? La sensazione è che finora nessuno gli ha risposto su questo. Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha ormai definito il perimetro: andare avanti con l’azione amministrativa. Se poi dovessero esserci elezioni anticipate, allora sarebbe quello il terreno della verifica. A mancare è la politica, davvero.

La maggioranza ha perso 8 consiglieri eletti in due anni e mezzo. Non è una cosa normale. Forza Italia è ai confini tra appoggio esterno e opposizione: parliamo del partito fondatore del centrodestra. L’opposizione di centrosinistra è ridotta a 8 consiglieri, 3 sono passati in maggioranza. Pure in questo caso non c’è stato alcun sussulto. Nemmeno questo è normale. Massimiliano Tagliaferri è un esponente di spicco della coalizione di centrodestra: tutto si può fare, meno che snobbarlo. Contemporaneamente si stanno registrando situazioni precise. Il vicesindaco Antonio Scaccia e la Lista per Frosinone hanno aderito all’associazione Noi con Vannacci, della quale Scaccia è adesso coordinatore regionale del Lazio. Roberto Vannacci è stato eletto europarlamentare nella Lega, ma ha un suo profilo. Parliamo di un generale dei paracadutisti, abituato a prendere decisioni. Non ha lo spirito del gregario. La costituzione di un suo movimento o partito politico resta all’ordine del giorno.

Antonio Scaccia è un esponente di spicco della maggioranza. Non si può liquidare un passaggio del genere facendo “spallucce” e cercando (maldestramente) di far passare il concetto che è tutto normale e concordato. Non è così. Anche perché le fibrillazioni e i malumori si stanno moltiplicando. Perfino Fratelli d’Italia sta riflettendo sul da farsi. Fabio Tagliaferri sta valutando ogni singolo elemento. Ha sempre blindato l’Amministrazione. Però è impensabile fare finta di nulla quando ogni giorno scoppia un problema diverso. Cosa impedisce al sindaco Riccardo Mastrangeli e all’intera maggioranza di guardarsi negli occhi e di effettuare una verifica politica? Tanto più che tutti (pur se nell’anonimato e lontano dai riflettori) assicurano di non temere il ricorso anticipato alle urne? A chiacchiere però.

Il terreno inesplorato nel quale si muove il Pd
La stagione congressuale del Pd è entrata nel vivo. Per anni il correntone Pensare Democratico ha rappresentato la stanza di compensazione di ogni tipo di situazione. Oggi quell’equilibrio non esiste più: da una parte Francesco De Angelis, dall’altra Sara Battisti. Si tratta di una novità di non poco conto. Capiremo soltanto a gennaio se il congresso si trasformerà in una “conta” oppure se sarà trovato un assetto condiviso, perlomeno formalmente. In ogni caso non cambierà nulla sul piano sostanziale: vale a dire che su ogni tipo di candidatura dovrà essere trovato un “punto di caduta”. La governance del partito è diventata contendibile. Può anche darsi che alla fine una situazione del genere possa rappresentare una scarica di adrenalina. Sicuramente il prossimo segretario dovrà stare in trincea. Con l’elmetto.

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