Spazio satira
Frosinone
10.12.2024 - 08:31
Il sindaco Riccardo Mastrangeli e il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri
Un terremoto politico. Le dichiarazioni del presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri a Ciociaria Oggi hanno profondamente scosso la maggioranza. E allertato sia i “dissidenti” che le opposizioni. Perché è evidente che il Rubicone è stato attraversato. Ha detto tra le altre cose Tagliaferri: «Ho sostenuto Mastrangeli con tutte le mie forze e ho continuato a farlo nonostante molte decisioni e tante iniziative che non ho condiviso. Adesso è il momento di dire basta. La misura è colma. Il sottoscritto non rimarrà parte di questo progetto a dispetto dei santi. Sono pronto a dimettermi sia dalla carica alla quale con grande onore sono stato eletto dal Consiglio comunale sia da consigliere di questo Comune. Ormai non mi riconosco più in questo modo di fare le cose». È una frattura politica e amministrativa.
La situazione
Massimiliano Tagliaferri ha un peso politico non indifferente nel centrodestra che governa Frosinone dal 2012. Con Nicola Ottaviani ha fatto l’assessore, con Riccardo Mastrangeli è presidente dell’aula. Dunque è evidente che la sua presa di distanza produce un effetto forte. Però non si tratta di un fulmine a ciel sereno. Tagliaferri ha esternato subito i suoi dubbi sul percorso iniziale del Brt e quattordici mesi fa non ha sottoscritto la mozione di fiducia a Mastrangeli dopo uno strappo fortissimo in consiglio comunale. Al punto che all’interno della maggioranza più di qualcuno avanzò l’ipotesi di sfiduciarlo come presidente dell’aula. Poi la situazione è rientrata. Ma Massimiliano Tagliaferri in diverse occasioni ha manifestato i suoi dubbi. Per esempio sull’istituzione del senso unico in via Marittima. E infine anche sulla scelta di come e dove prevedere le “luminarie” di Natale. Peraltro l’interpretazione politica delle sue parole è chiara. Massimiliano Tagliaferri fa capire che sarebbe necessario un rimpasto di giunta. Su quante “caselle”? Probabilmente almeno tre. Considerando che attualmente l’Esecutivo è parametrato su 8 assessori, non su 9. Non è neppure un caso che Massimiliano Tagliaferri ha fatto sentire la sua voce a metà consiliatura. Al giro di boa. Fra l’altro dopo che nei fatti c’è una nuova maggioranza, assai diversa da quella uscita dalle urne nel giugno 2020. Della quale fanno parte 3 esponenti eletti nelle file dell’opposizione, mentre 8 consiglieri di centrodestra sono ormai sulla linea di confine tra presa di distanza, appoggio esterno e opposizione vera e propria.
Consiliatura a rischio.
Ha rilevato ancora Massimiliano Tagliaferri: «Non escludo nulla. Il count-down per vedere cosa cambierà nel frattempo è iniziato». La prossima seduta ordinaria del consiglio comunale rappresenterà un test importante. Senza il voto di Massimiliano Tagliaferri la coalizione scende a quota 16 (su 33). La maggioranza non c’è. E andare “sotto” su una delle delibere all’ordine del giorno nella sostanza equivarrebbe ad una mozione di sfiducia. Ecco perché Tagliaferri si aspetta un segnale politico da Mastrangeli in tempi brevi. Se non dovesse arrivare, allora davvero ci si incamminerebbe su un terreno completamente inesplorato. Dal canto suo il sindaco Mastrangeli non rilascia dichiarazioni. Ma ha allertato i fedelissimi, perché a suo giudizio potrebbero esserci elezioni anticipate. A seguito di dimissioni di massa, per le quali servono 17 firme. Uno scenario evocato (o temuto: dipende dai punti di vista) pure in passato. Stavolta però il “clima” è diverso. Non nel breve periodo forse, ma nel medio sì.
L’assetto del centrodestra
La consiliatura è iniziata con 22 consiglieri di maggioranza, tutti eletti nel centrodestra. Tranne Mauro Vicano, che aveva raggiunto un’intesa con Riccardo Mastrangeli al ballottaggio. Adesso la coalizione che sostiene Mastrangeli è composta da 17 esponenti, 3 dei quali provenienti dalle opposizioni: Francesca Campagiorni (da settimane in Fratelli d’Italia dopo che era stata eletta nel Polo Civico), Andrea Turriziani (Lista Marini) e Claudio Caparrelli (Polo Civico). Nel frattempo però della maggioranza non fanno più parte 8 consiglieri eletti nelle liste a sostegno di Mastrangeli. Fra i quali 2 di Forza Italia, partito fondatore del centrodestra: Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo. Poi ci sono Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli) e Giovanni Bortone (Lega). Infine, i 3 esponenti del gruppo FutuRa: Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone. I primi due eletti nella Lista Ottaviani, il terzo nella Lista Mastrangeli. Adesso ci sono state le parole del presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri, della Lista Ottaviani. Siamo a metà consiliatura. Inevitabile un bilancio sia politico che amministrativo. Dalla verifica della scorsa estate le distanze sono perfino aumentate e in ogni caso all’interno della maggioranza di centrodestra nessuno ha preso un’iniziativa per cercare di ricucire. Segno che la volontà politica non c’è. Nel frattempo i confini sono saltati all’interno del consiglio comunale. All’opposizione sono rimasti 8 consiglieri: 4 della Lista Marzi, 3 del Pd, 1 del Psi. A questo punto inizieranno una riflessione sul da farsi. Stesso discorso per gli 8 “dissidenti” della maggioranza. Poi c’è Massimiliano Tagliaferri, presidente del consiglio comunale, carica dal profilo anche istituzionale. Complicato pensare che la sua posizione sia isolata. Nel caso poi davvero si definisse lo scenario delle elezioni anticipate, la partita sarebbe apertissima pure sul versante delle candidature a sindaco. Riccardo Mastrangeli si ripresenterebbe. Nel centrodestra però Fratelli d’Italia (primo partito) direbbe la sua. Forza Italia si muoverebbe autonomamente. Nel centrosinistra distanze incolmabili tra Pd e Psi. In un contesto del genere le liste civiche farebbero pesare il loro ruolo. Insomma, scenario imprevedibile.
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