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Tensione alle stelle. L’attacco di Tagliaferri: «Pronto a dimettermi»

A tu per tu con il presidente del Consiglio comunale. Le luminarie e la goccia che rischia di far traboccare il vaso. E la maggioranza

Tensione alle stelle. L’attacco di Tagliaferri: «Pronto a dimettermi»

Il presidente del Consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri

La questione “luminarie” venuta fuori a margine di una riunione di giunta nella quale ha fatto sentire forte la sua voce il presidente del Consiglio Comunale rischia di essere la goccia che farà traboccare il vaso della malconcia maggioranza che sostiene Riccardo Mastrangeli. E Massimiliano Tagliaferri, come è suo costume, non le manda a dire…
«Senza entrare nella “qualità” dell’illuminazione della città, sulla quale è meglio stendere un velo pietoso, avevo invitato la giunta a non creare artificiose disparità nella sistemazione delle luminarie. Cosa che è puntualmente avvenuta»

Tagliaferri, si riferisce alla “strana” disposizione delle luminarie?
«Il risultato sotto gli occhi di tutti è invece proprio il contrario di quello che avevo chiesto. Per una questione di parità. Non esistono cittadini di serie A e altri di serie B. Se si decide di illuminare una strada il lavoro va fatto dall’inizio alla fine della stessa. Senza interruzioni».

Quindi, il motivo della discussione che lei ha avuto con alcuni assessori al termine della riunione di giunta, non ha portato a un cambio di passo nell’organizzazione degli addobbi natalizi…
«Luci e installazioni sono disposte senza un minimo senso logico con strade ad “altissima intensità natalizia” e strade illuminate a macchia di leopardo. Gli esempi più incredibili sono quelli di via Mària e via Tiburtina con “amnesie” di centinaia di metri nel posizionamento degli addobbi luminosi».

A parte le luminare anche lei sembra stia per iscriversi al partito anti-Mastrangeli…
«Chi mi conosce bene, sa anche come ragiono e come mi sforzi ogni giorno per dimostrare lealtà e rispetto nei confronti dei miei amici. Ho sostenuto Mastrangeli con tutte le mie forze e ho continuato a farlo nonostante molte decisioni e tante iniziative che non ho condiviso. Adesso è il momento di dire basta. La misura è colma. Il sottoscritto non rimarrà parte di questo progetto a dispetto dei santi. Sono pronto a dimettermi sia dalla carica alla quale con grande onore sono stato eletto dal Consiglio comunale sia da consigliere di questo Comune. Ormai non mi riconosco più in questo modo di fare le cose. Per me i cittadini, elettori o no, amici o avversari, sono tutti sullo stesso piano. E lo sono soprattutto quelli che non hanno voce per difendersi, che non hanno nessuno che pensa a loro. Peraltro, a differenza di molti assessori, il mio destino non è legato a quello del sindaco. Al quale, proprio per questo motivo, sono tutti costretti ad andare dietro».

Lei è stato sempre il collante tra le diverse anime della maggioranza…
«Lo sono stato, forse. Ma sarebbe meglio chiederlo prima a Ottaviani e poi a Mastrangeli… Nel metodo di governo di quest’ultimo non mi riconosco più. Penso per esempio alla delega non data per partecipare all’attività dell’Anci. Delegare significa coinvolgere, può essere un riconoscimento che rende più coesa una maggioranza. Invece, con grande rammarico, nonostante tutto quello che c’è da fare al Comune, il sindaco ha deciso di esercitare anche questo ruolo senza tener conto dell’opinione degli alleati».

Siamo in prossimità di un consiglio pre-natalizio molto importante. Altre fibrillazioni in vista…
«Non escludo nulla. Il count-down per vedere cosa cambierà nel frattempo è iniziato. Avevo avuto assicurazioni che le luminarie venissero messe senza “distinguo” e senza tutte le strane interruzioni, spesso sulla stessa strada, che danno una pessima immagine dell’amministrazione. O paga chi ha sbagliato oppure il sottoscritto è pronto, senza tentennamenti, a togliere il disturbo. Poi succeda quel che deve succedere…».

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