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Politica

Il trionfo del 2005. Quando andò oltre i partiti

Socialista riformista da giovane, poi giornalista di primo livello. Era conosciuto e apprezzato. E questo aiuta sempre in un’elezione diretta

Piero Marrazzo

L'ex presidente della Regione Lazio

Piero Marrazzo diventò presidente della Regione Lazio alle elezioni del 3 aprile 2005. Ottenendo 1.631.501 voti, pari al 50,69%. Battendo il governatore uscente Francesco Storace, che di preferenze ne mise in fila 1.524.712, il 47,37%. C’era anche Alessandra Mussolini (1,94%). Fu una sorpresa, ma fino a un certo punto. Le liste del centrosinistra si fermarono al 48,49%, quelle del centrodestra toccarono invece quota 50,27%. Vuol dire che Marrazzo prese più voti della coalizione che lo sosteneva. E quel voto disgiunto fu il suo valore aggiunto.

Socialista riformista da giovane, poi giornalista di primo livello. Era conosciuto e apprezzato. E questo aiuta sempre in un’elezione diretta. Ma c’era dell’altro. Ai tempi dell’Ulivo il centrosinistra andava da Fausto Bertinotti a Clemente Mastella. Si trattava di tenere insieme gli opposti: Piero Marrazzo ci riusciva grazie alla capacità di ascoltare ma anche di saper trovare dei “punti di caduta” condivisi. In provincia di Frosinone Marrazzo diede degli input importanti, capaci di fare la differenza. C’è la sua firma politica in calce ad opere come l’inaugurazione del nuovo ospedale “Spaziani”. Importante l’apporto sull’apertura del casello autostradale di Ferentino, ma pure sull’ultimazione della Sora-Frosinone-Ferentino.

Piero Marrazzo era un presidente di Regione presente: non partecipava per timbrare il cartellino, voleva rendersi conto delle situazioni. Cogliendo le sfumature e conoscendo le persone. Le dimissioni da presidente (il 27 ottobre del 2009) hanno cambiato la narrazione politica della Regione Lazio. Perché la volta successiva (il 28 marzo 2010) vinse il centrodestra guidato da Renata Polverini, con il 51,14%. Emma Bonino (centrosinistra) si fermò al 48,32%. Chissà come sarebbe andata con Piero Marrazzo ancora in campo. Con i se con i ma non si fa la storia. E neppure la cronaca. Certo è però che Marrazzo era lanciatissimo per giocarsi la conferma. Poi in un attimo cambiò tutto. Già.

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