Spazio satira
L'editoriale
25.08.2024 - 10:30
Arianna e Giorgia Meloni
Non è semplice tenere separati i livelli. La politica e la famiglia. Non è semplice perché non si vive a compartimenti stagni. C’è una frase nell’intervista che Arianna Meloni ha rilasciato a Il Foglio sulla quale vale la pena riflettere: «Sì, è vero, non stiamo più insieme da un po’. Per Lollo mi butterei nel Tevere, come si dice a Roma. Ci vogliamo bene, so quanto vale, conosco di che pasta politica sia fatto: uno in grado di lavorare 500 ore al giorno. È una persona solida, onesta e con una grande preparazione… Il nostro progetto politico va avanti, poi l’amore è un’altra cosa». Ecco, il senso di responsabilità è questo e il ragionamento dimostra come Arianna Meloni (alla guida della segreteria politica di Fratelli d’Italia) non perde mai di vista il partito.
Come del resto la sorella, Giorgia Meloni, ha costantemente messo al primo posto il ruolo di presidente del consiglio. Entrambe hanno dovuto affrontare il momento della separazione: Giorgia da Andrea Giambruno, Arianna da Francesco Lollobrigida. Entrambe hanno dovuto fare i conti con la curiosità morbosa, con il gossip, con le cattiverie e con il cinismo di un mondo (quello politico) che non perdona il successo (degli altri). In assoluto. Figuriamoci quando a scalare le posizioni apicali è una donna. O due sorelle. Una settimana fa la notizia, annunciata dal direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, che Arianna Meloni possa finire sotto inchiesta per “traffico d’influenze”. Non è una questione di vittimismo e neppure di voler giocare d’anticipo. È uno scenario che va avanti da tempo e non è un caso se Antonio Di Pietro ha voluto esternare la sua solidarietà ad Arianna Meloni. Perché in realtà l’obiettivo è Giorgia. Probabilmente il Governo. Siamo nel pieno di una stagione intensa e sul tavolo ci sono anche diverse riforme. L’Italia è un Paese nel quale impera la logica del Gattopardo: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Il problema è che il presidente del consiglio e il Governo intendono davvero cambiare le situazioni. E perfino la narrazione. Perché ci sarà pure un motivo se l’Italia è arrivata ad un punto di non ritorno. Perché magari a dare le carte non è stata la politica o soltanto la politica.
Ma quello che emerge maggiormente è la difficoltà ad accettare il responso democratico, il voto dei cittadini. Il centrodestra ha vinto libere elezioni, Fratelli d’Italia da due anni è di gran lunga il primo partito in ogni tipo di consultazione. Eppure avversari e alleati tendono a dimenticarlo. Giorgia Meloni sa che ogni giorno c’è chi pensa alla spallata, ma va avanti. Proprio in virtù del consenso. Arianna Meloni ha un ruolo diverso. Non ama i riflettori, ma conosce il partito perfettamente. Ed è stata chiamata a gestire una fase complessa e complicata per Fratelli d’Italia. Passare dal 4% al 30% può determinare vertigini e la fase di governo inevitabilmente richiede un bagno di realismo che spesso confligge con i convincimenti di quando si stava all’opposizione. Ma Arianna Meloni ha una dimensione totalmente parametrata sul partito. E solo in quest’ottica si muove. Nel film “Le Idi di Marzo” Paul Zara (Philip Seymour Hoffman) dice: «C’è solo una cosa che conta a questo mondo, Steven: essere leali. Se non lo sei, non sei nessuno! E resti solo! E in politica è l’unica moneta su cui puoi contare. Per questo ti licenzio. Non perché sei incapace, non perché sei noioso, perché la fiducia conta più della bravura, e io non mi fido più di te».
Fiducia e lealtà: sono questi i concetti chiave che declinano Giorgia e Arianna Meloni nei loro ruoli di presidente del consiglio e di dirigente di partito. Avendo dimostrato di saper gestire situazioni difficili sul piano personale e familiare senza mai nascondersi o cercare alibi. Senza il minimo tentativo (e qui viene fuori l’intelligenza e la solidità caratteriale) di sminuire sul piano personale, professionale e politico (nel caso di Francesco Lollobrigida) la caratura dei loro compagni. Salvaguardando costantemente il partito, che nel caso di Fratelli d’Italia è una comunità politica e di persone.
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