Spazio satira
Frosinone
21.07.2024 - 12:00
La sede di Unindustria - Foto Google Maps
Il problema non è rappresentato dalle priorità, che tutti conoscono e declinano a memoria. Il punto sta nelle risposte che non arrivano. Mai. Insomma, l’inversione di tendenza non c’è. Lo ha sottolineato Miriam Diurni, presidente della Territoriale di Unindustria Frosinone. Il mandato quadriennale volge al termine e Diurni ha sintetizzato così il suo pensiero: «Il problema di questo territorio è che i tempi sono sempre lunghissimi e regna sovrano l’immobilismo. Non cambia mai nulla». Ma a cosa si riferisce nello specifico Miriam Diurni? Intanto ai tempi biblici per ottenere un’autorizzazione ambientale, passaggio fondamentale per le imprese. Non è bastato il caso Catalent, a nulla sono serviti gli appelli a dare segnali rapidi e operativi.
Specialmente alle aziende del chimico-farmaceutico, settore che rappresenta un’eccellenza della Ciociaria. Poi c’è la questione della riperimetrazione del Sin Valle del Sacco. I timidi passetti in avanti degli ultimi tempi non possono certamente colmare il gap di anni di immobilismo assoluto. Quindi la Stazione Tav, che in Ciociaria potrebbe avere lo stesso impatto dell’autostrada del Sole negli anni ’60. La Stazione Tav è cosa ben diversa dalle due fermate ottenute peraltro su un percorso nel quale il Frecciarossa non può procedere con i ritmi dell’Alta Velocità.
La Stazione Tav è un’altra cosa e Miriam Diurni ha ragione quando ribadisce che andrebbe considerata come un’opera di bacino, a servizio anche della provincia di Latina e di alcune zone dell’Abruzzo e del Molise. La Stazione Tav era stata pensata in un’area tra Ferentino e Supino, a due passi dal casello A1 e dalla superstrada. Se ne sono perse le tracce e nessuno si è davvero battuto affinché l’opera fosse prevista (e finanziata) all’interno del Piano delle Ferrovie dello Stato. Si è rimasti alle intenzioni. Meglio, agli auspici.
Non è più tempo di attese. Serve uno scatto
Il consiglio generale di Unindustria ha designato all’unanimità Giuseppe Biazzo per la presidenza del quadriennio 2024-2028. Biazzo ha un profilo operativo e “tosto”: non è certamente uno che si limiterà all’ordinaria amministrazione. Ora si tratta di costruire la squadra, che sarà presentata il 12 settembre. Poi il 24 settembre l’assemblea procederà con l’elezione vera e propria. Per quanto riguarda le Territoriali di Frosinone e Cassino, i nomi che circolano maggiormente sono, rispettivamente, quelli di Corrado Savoriti e Vittorio Celletti. Il primo è presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria (e molto altro ancora). Il secondo è un manager di livello assoluto.
Hanno le carte in regola per interpretare il ruolo nell’attualità dei tempi moderni. Parliamo di un contesto in evoluzione totale e rapida. Da un lato ci sono le grandi sfide come quella dell’Intelligenza Artificiale e dell’energia, dall’altro c’è la necessità di dare risposte alle imprese che continuano a restare in questo territorio e che chiedono politiche industriali, semplificazione normativa, superamento dello strapotere di una burocrazia elefantiaca e asfittica.
Unindustria non potrà fare tutto da sola, dovrà necessariamente relazionarsi con la politica, con le istituzioni, con le altre associazioni di categoria, con le forze sociali. Ma potrà farlo cambiando impostazione. Non sta scritto da nessuna parte che ci si debba rassegnare alla mancanza di risposte come se fosse una cosa normale. Non è normale. Negli anni la provincia di Frosinone ha perso una serie di occasioni fondamentali: lo scalo aeroportuale civile, la Stazione dell’Alta Velocità, l’Ente Fiera. E molto altro in termini di insediamenti che avrebbero aumentato la capacità attrattiva del territorio. La nuova governance di Unindustria può provare a cambiare le “regole d’ingaggio”, perfino sul piano delle alleanze che poi portano agli assetti di enti intermedi importanti. Non ci si può rassegnare alla... rassegnazione. Ma è esattamente ciò che è avvenuto negli ultimi anni. Anche per la cronica incapacità di “fare squadra”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il declino economico, industriale e sociale del territorio è evidente. Serve una scossa e magari se arrivasse sul versante delle associazioni di categoria sarebbe probabilmente perfino più forte.
Arriva in aula la verifica della verifica
Percorso del Bus Rapid Transit ma anche piste ciclabili, modifiche alla viabilità, isole pedonali, posti auto, parcheggi, ascensore inclinato, limiti di velocità e misure per contrastare l’inquinamento. Da un anno il dibattito politico-amministrativo a Frosinone è su queste tematiche. Mai però è avvenuto in consiglio comunale. Adesso sarà possibile grazie all’autoconvocazione voluta da 9 esponenti (5 di maggioranza e 4 di opposizione). Finalmente sarà chiaro chi sta con chi. E come. Perché parliamoci chiaro: al Comune capoluogo gli schemi nazionali sono saltati. Nel 2022 l’esperimento del Campo Largo (voluto dall’allora Governatore Nicola Zingaretti) determinò la terza sconfitta consecutiva del centrosinistra. Nella maggioranza di centrodestra non si può fare finta di nulla se si limitano all’appoggio esterno un partito come Forza Italia (centrale nella coalizione) e la lista civica del sindaco Riccardo Mastrangeli. Oltre al capogruppo della Lega. Non c’è un problema numerico in consiglio comunale, anche grazie al meccanismo della seconda convocazione. Ma esiste un problema politico enorme sia nella maggioranza di centrodestra che nelle opposizioni di centrosinistra, a loro volta spaccate. Prima o poi i nodi verranno al pettine, è soltanto questione di tempo. La seduta consiliare sul Brt potrà perlomeno definire le situazioni una volta per tutte. Visto che nessuno prova a ricucire gli strappi.
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