Spazio satira
Cassino
17.07.2024 - 11:00
Il consigliere di opposizione Arturo Buongiovanni, ex candidato sindaco del centrodestra
Sono passati quasi quaranta giorni dalla tornata elettorale che lo ha visto protagonista. Anche dall’opposizione intende portare avanti le proposte che hanno caratterizzato la sua campagna elettorale. Arturo Buongiovanni, già candidato sindaco del centrodestra, ha le idee chiare. Intende continuare sulla strada di un’opposizione responsabile, che vigili sul rispetto delle regole ma, allo stesso tempo, sia pronta a convergere sulle proposte d’interesse per la città.
Da ormai un mese siede negli scranni dell’aula Di Biasio. Come sta vivendo questa sua prima esperienza da consigliere comunale?
«Vivo il mio ruolo di consigliere di minoranza con lo stesso senso di responsabilità che avrei avvertito qualora fossi stato eletto sindaco. Ho sempre detto, anche in campagna elettorale, che ciò che conta è far bene dal luogo in cui si viene posti. Con questo spirito cerco di fare del mio meglio per il bene della nostra città, e questo primo mese di consiliatura mi conferma che è possibile contribuire a costruire una città migliore anche sedendo nei banchi dell’opposizione. Rimettere al centro della politica la persona - sottolinea - resta il faro del mio impegno, e sono convinto che su questo terreno possano essere fatti grandi passi in avanti».
Ha più volte sottolineato come l’opposizione rivesta un ruolo fondamentale nell’esercizio della dialettica democratica. Il centrodestra si è contraddistinto, in queste prime sedute consiliari, per un atteggiamento moderato e collaborativo. Continuerete a seguire questa linea per il resto del mandato?
«Continueremo con questo stile, perché credo fermamente che il ruolo dell’opposizione sia prioritariamente quello di partecipare responsabilmente all’amministrazione della città, vigilando sul rispetto delle regole valutando con serenità le scelte della maggioranza, da appoggiare quando sono nell’interesse della città e da contrastare fermamente quando non lo sono. Compito altrettanto importante dell’ opposizione è poi quello di portare all’attenzione del dibattito politico temi e proposte, con l’auspicio di una convergenza da parte della maggioranza. Per poter sperare in una sinergia tra maggioranza e minoranza - osserva - è importante che il canale di dialogo resti aperto, per questo bisogna superare la tentazione degli irrigidimenti, e questo vale ovviamente anche per chi ha vinto le elezioni».
Come risponde alle accuse pervenute dai consiglieri Sebastianelli ed Evangelista in merito alle presunte convergenze con la maggioranza?
«Si tratta evidentemente di scaramucce post elettorali che mi auguro si risolvano presto in una ritrovata unità di intenti. Come già detto, la nostra opposizione costruttiva non sconfinerà mai in logiche consociative, che non ci appartengono. Durante il primo consiglio comunale ho citato Norberto Bobbio, il quale amava dire che il vero discrimine, anche in politica, dovrebbe essere non tanto tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti. Ho auspicato pertanto un impegno da parte di tutti a superare, pur senza abbandonarle, le rispettive fedi politiche, per incontrarci sul terreno del ragionamento. Credo che sia la migliore risposta alla tentazione di arroccarsi su posizioni preconcette, che non fanno bene a nessuno, neanche a chi si arrocca».
Nell’ultimo consiglio comunale si è resa necessaria la sospensione dei lavori. Cosa si sente di dire in merito a quanto accaduto?
«Che da parte di tutti, maggioranza e opposizione, è evidentemente necessaria una maggiore moderazione. Quando si arriva alla sospensione dei lavori difficilmente la responsabilità è univoca, e credo che l’ultimo consiglio comunale abbia evidenziato le tensioni eccessive che ancora serpeggiano tra alcuni consiglieri, tensioni rispetto alle quali il nostro gruppo ha dimostrato una matura estraneità. Detto questo, non bisogna mai drammatizzare. In politica può accadere che si alzino i toni, può anche accadere che si esageri con alcune espressioni, ma io credo che si debba sempre cercare il chiarimento e la ricomposizione in sede politica, evitando per quanto possibile di ipotizzare il ricorso alla querela. Tendenzialmente - conclude - preferisco che a giudicare sulle espressioni utilizzate dai politici siano i cittadini e non i tribunali».
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