Spazio satira
La vicenda
22.06.2024 - 11:00
Il capogruppo della Lega in Provincia Andrea Amata
Un ente costituito, poi cassato, mai entrato in funzione, ma che sta producendo, comunque, costi di rilievo a carico dei cittadini. È la storia, per certi versi, assurda e beffarda dell’Egato di Frosinone per la gestione integrata dei rifiuti per la cui liquidazione i Comuni-soci, in queste ore, stanno ricevendo dal commissario straordinario comunicazioni di invito a pagare quanto dovuto per consentire il compiuto e celere espletamento delle attività liquidatorie in ottemperanza all’incarico ricevuto dal presidente della Regione, Francesco Rocca, con apposito decreto di nomina. Si parla, solo a titolo esemplificativo, di cifre, in alcuni casi anche importanti come gli 86.000 euro richiesti al Comune di Frosinone o i 55.000 del Comune di Alatri. Ma ce n’è anche per i piccoli Comuni; quello di Vicalvi, ad esempio, è stato invitato a corrispondere 3.500 euro.
L’appello della Lega
Sul punto sono intervenuti il capogruppo della Lega in Provincia Andrea Amata e il consigliere Luca Zaccari che hanno chiesto di «annullare in autotutela le richieste che il collegio di liquidazione sta inviando alle amministrazioni locali». «Abbiamo subito apprezzato la sua volontà» scrivono i due consiglieri, rivolgendosi al presidente Rocca «di fare chiarezza rispetto a una pagina opaca della politica regionale a guida centrosinistra. E ci riferiamo alla costituzione degli Egato per la gestione dei rifiuti che, soprattutto in provincia di Frosinone, hanno assunto la forma di poltronifici per sistemare coloro che il popolo avrebbe sonoramente bocciato in sede elettorale». «Con il suo insediamento - proseguono Amata e Zaccari - sono stati prodotti atti che hanno portato all’annullamento della costituzione degli Egato, in particolare quello del nostro territorio e alla conseguente cancellazione di tutti gli atti approvati nel breve tempo di esistenza. È stato anche dato mandato a un liquidatore di compiere tutti gli atti per lo scioglimento dell’organismo».
«Adesso, però, stanno arrivando ai Comuni della nostra provincia delle lettere da parte del collegio di liquidazione con le quali si richiedono somme per portare a compimento l’opera di scioglimento dell’Egato. I Comuni già hanno difficoltà di bilancio, così si creano ulteriori problemi. Sarebbe paradossale – argomentano Amata e Zaccari - che, dopo aver decretato la morte di questi organismi, si faccia arrivare ai Comuni richieste del genere, considerato che l’Egato della provincia di Frosinone ha avuto vita brevissima».
«Sarebbe pertanto opportuno sospendere in autotutela tali atti e verificare preventivamente di quali spese si tratti. Se sono gli stipendi e le indennità dell’organo di governo degli Egato, dovrebbero essere i componenti dell’organo a restituire i soldi e non le amministrazioni comunali, dunque i cittadini. Ci auguriamo che si faccia chiarezza e si continui nell’azione di trasparenza e di attenzione alle comunità» concludono Zaccari e Amata. Intanto, per il 1º luglio, alle 15, nel salone di rappresentanza della Provincia, è prevista un’assemblea di tutti i Comuni nella quale saranno illustrate le finalità della liquidazione dell’Egaf (Egato Ambiente Frosinone) e la relativa situazione economico - finanziaria.
La storia
Gli Egato dovevano sostituire i Comuni nella gestione dei rifiuti, ma hanno subito una fine ingloriosa, prima di iniziare. Il piano rifiuti regionale del 2020 ha istituito gli Ato, Ambiti territoriali ottimali, dei perimetri geografici corrispondenti alle cinque province del Lazio (Frosinone, Viterbo, Rieti, Latina, Città metropolitana di Roma), all’interno dei quali è fatto obbligo di chiudere il ciclo di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Lo stesso piano prevedeva però la definizione, subito successiva, degli Egato, ossia degli enti di gestione che si occupino di fatto dei rifiuti all’interno degli ambiti territoriali.
Si tratta di enti con personalità giuridica di diritto pubblico, e dotati di autonomia organizzativa, amministrativa, contabile e tecnica. Vi partecipano tutti i sindaci dei Comuni che fanno parte dell’Ato, che poi eleggono il presidente tramite un’assemblea e un consiglio direttivo. Tra presidenti, membri dei Consigli direttivi, direttori e revisori dei conti potrebbero essere assegnati 42 incarichi. Per quanto riguarda le retribuzione, per i presidenti era prevista una retribuzione pari all’80% dell’indennità del presidente della Regione, dunque oltre ottomila euro, e per i componenti del direttivo pari al 40%.
Di cosa si occuperebbe l’Egato? Il testo unico ambientale, che già li definisce, all’articolo 222, riformato nel 2020, prevederebbe esclusivamente la gestione della raccolta differenziata. In realtà la proposta regionale allargava anche all’organizzazione generale del servizio integrato dei rifiuti, all’adozione del piano d’ambito, agli affidamenti del servizio, alla determinazione delle tariffe, alla stipula degli accordi di programma.
Per semplificare, con gli Egato non sarebbero stati più i singoli Comuni a occuparsi della gestione dei rifiuti. L’intento, almeno sulla carta, era quello, accentrando il servizio, di efficientarlo, uniformarlo e organizzarlo al meglio.
L’unico ad essersi costituito, nel dicembre 2022, sul finire della seconda legislatura di Zingaretti, non senza polemiche, fu quello di Frosinone. L’assemblea dei sindaci elesse come presidente Mauro Buschini, che, dopo nemmeno un anno, a ottobre 2023, lasciò l’incarico. Nel frattempo, il Consiglio regionale del Lazio aveva abrogato, con 29 voti favorevoli e 13 contrari, la legge regionale con cui nel luglio del 2022 la stessa assemblea della Pisana aveva istituito gli enti di gestione degli ambiti territoriali ottimali relativi ai rifiuti. Un passaggio consequenziale all’approvazione della cancellazione che era stata licenziata nel giugno 2023 dalla giunta Rocca. Ma oggi si stanno scrivendo altre pagine di questa storia.
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