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Lo scenario

Finalmente si vota, i due giorni più lunghi. Europee da brivido

Domani e domenica seggi aperti: tutte le sfide. Valenza politica enorme, si contano i leader dei partiti

elezioni

Il conto alla rovescia è terminato. Si vota domani (dalle 15 alle 23) e domenica (dalle 7 alle 23). Sia per le europee che per le amministrative (36 i Comuni della provincia di Frosinone chiamati alle urne). Il profilo e la valenza politica delle europee sono enormi. La circoscrizione Centro comprende Lazio, Toscana, Umbria e Marche. Il colore della scheda è rosso. Si eleggono 15 dei 76 eurodeputati che spettano all’Italia. Le liste in corsa sono 12, i candidati 180. I leader nazionali sono capilista. Non tutti però. Per esempio non Giuseppe Conte (Movimento Cinque Stelle) e Matteo Salvini (Lega).

A guidare la lista di Fratelli d’Italia c’è Giorgia Meloni, presidente del consiglio dei ministri e leader del partito. Così come per il Partito Democratico c’è la segretaria nazionale Elly Schlein. Per Forza Italia c’è Antonio Tajani, segretario nazionale e ministro degli esteri. Capolista della Lega è il generale Roberto Vannacci, mentre per il Movimento Cinque Stelle c’è l’ex calciatrice Carolina Morace. Nella lista Stati Uniti d’Europa l’avvocato Gian Domenico Caiazza. Ma anche Matteo Renzi ed Emma Bonino. Carlo Calenda guida Azione. Ignazio Marino Alleanza Verdi e Sinistra, il giornalista Michele Santoro Pace, Terra e Dignità, Marco Rizzo Democrazia Sovrana e Popolare, Cateno De Luca Libertà. Luca Palamara è capolista di Alternativa Popolare, la lista di Stefano Bandecchi.

Il sistema elettorale è proporzionale. C’è la possibilità di utilizzare il voto di preferenza: è possibile indicarne fino a tre, rispettando la parità di genere. Una volta determinato il numero di seggi che spettano alle liste in ciascuna circoscrizione, vengono proclamati eletti quelli che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze. C’è la soglia di sbarramento nazionale del 4%: chi non la supera non otterrà seggi. Pure i big si conteranno sulle preferenze. Un fattore importante, che infatti Antonio Tajani ha voluto sottolineare negli appelli all’interno del partito. Così come lo sa bene Elly Schlein, segretaria del Pd. Il presidente del consiglio e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni punta al boom. Mentre sul piano politico ha delineato i contorni della sfida:

«Una maggioranza di centrodestra per mandare la sinistra all’opposizione anche in Europa». Ricordiamo le famiglie politiche continentali. A oggi sono presenti sette gruppi all’interno dell’europarlamento: il Partito Popolare Europeo, i Socialisti e Democratici, i liberali di Renew Europe, gli ambientalisti e i regionalisti di Verdi/Alleanza Libera Europea (Ale), Riformisti e Conservatori Europei, Identità e Democrazia, il gruppo della Sinistra al Parlamento Europeo. Poi bisogna aggiungere i cosiddetti “non iscritti”, vale a dire quei parlamentari che non aderiscono a nessuna delle famiglie politiche citate. Per quanto concerne i partiti italiani, nel centrodestra ci sono tre appartenenze diverse: Forza Italia fa parte del Partito Popolare Europeo, Fratelli d’Italia dei Conservatori e Riformisti, la Lega di Identità e Democrazia. Il Pd naturalmente sta nel gruppo dei Socialisti e Democratici.

Il voto dell’8 e 9 giugno può ulteriormente cambiare lo scenario politico provinciale. Alle europee del 2014 in provincia di Frosinone il Pd risultò primo partito con 86.238 voti (37,10%). Poi Forza Italia con 56.764 voti (24,39%). A seguire Movimento Cinque Stelle: 51.172 consensi, il 21,99%. Quindi il Nuovo Centrodestra-Udc al 6,28%, con 14.605 voti. Fratelli d’Italia: 9.616 voti, il 4,13%. Lega Nord all’1,46% (3.401 voti). Nel 2019, sempre alle europee e sempre in provincia di Frosinone, Lega al 40,35% (96.671 voti), Movimento Cinque Stelle al 18,57% (44.494), Partito Democratico al 16,08% (38.536), Fratelli d’Italia all’8,90% (21.319), Forza Italia all’8,13% (19.472). Si tratta di contesti che fanno riferimento ad un quadro politico che appare superato.

Poi ci sono altri contesti. Innanzitutto quello regionale, che vede già sul tavolo la richiesta di rimpasto in giunta avanzata da Forza Italia. Sulla base della composizione attuale dei gruppi consiliari: FI è salita da 3 a 7 esponenti, la Lega è scesa da 3 a 1. Ed entrambi i partiti contano 2 assessori ciascuno. Per la verità il Carroccio ha già alzato le barricate, sottolineando che il punto di riferimento restano i risultati delle regionali. Quindi il Partito Democratico. La recente scelta di Francesco De Angelis va letta e interpretata sia con riferimento alle dinamiche provinciali che regionali. La “terna” di voto è composta da Elly Schlein, Nicola Zingaretti e Dario Nardella. In Ciociaria l’effetto è stato quello di una frattura con la consigliera regionale Sara Battisti (che come terza indicazione ha scelto Matteo Ricci). Poi però c’è la dimensione regionale: l’asse di ferro tra Daniele Leodori (segretario del partito nel Lazio) e Francesco De Angelis è una risposta politica alla componente che fa riferimento a Claudio Mancini. In gioco ci sono gli assetti dei Democrat. Nel breve, medio e lungo periodo. Tutto in gioco quindi.

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