Stellantis
08.12.2025 - 08:00
Stellantis
Nelle ultime settimane lo stabilimento di Cassino e il suo indotto si trovano sospesi in una sorta di equilibrio fragile, in cui ogni segnale rischia di essere interpretato come un cambiamento imminente o, al contrario, come l’ennesima attesa senza sbocchi. La “mini proroga” concessa a Trasnova e alle subappaltatrici Teknoservice e Logitech si inserisce in questa fase complessa: un tassello piccolo ma significativo che evita un impatto sociale immediato, pur lasciando intatto il quadro generale di incertezza. Per un territorio che da decenni lega la propria identità alle sorti dell’automotive, anche una proroga di breve periodo assume il valore di uno slittamento decisivo, una sorta di tempo supplementare che permette di respirare, riflettere e, soprattutto, sperare in soluzioni più strutturate. Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm e responsabile settore auto spiega nel dettaglio la situazione.
Mini proroga a Trasnova e subappaltatrici Teknoservice e Logitech. Come interpretate questo passaggio?
«Allora, per quanto riguarda Trasnova, è una breve proroga che ci viene data e che scongiura i licenziamenti nell’immediato. Ma che evidentemente deve servire a costruire un’ipotesi di tutela e di occupazione solida e concreta».
Stabilimento in affanno e tempi incerti sui nuovi modelli…
«Per quanto riguarda i modelli, abbiamo avuto una buona notizia: finalmente Stellantis ha sciolto la riserva sull’allocazione dei modelli a Cassino. Ma non ne conosciamo ancora i particolari, e questo ci preoccupa, anche perché sappiamo che la situazione industriale italiana è inevitabilmente legata alle scelte che farà l’Unione europea. In altri termini, sappiamo che il piano industriale per l’Italia - e per Cassino - prevede sì l’assegnazione di auto ibride a tutte le fabbriche, ma per certi versi può risentire delle scelte, negative o positive, che farà l’Unione europea. Sarà decisiva la capacità dell’Unione europea di rimediare ai propri errori e di rivedere il percorso della transizione».
Per quanto riguarda invece i continui fermi produttivi e le lunghe ferie di Cassino Plant a dicembre, nonché il suo indotto in grossa sofferenza?
«Purtroppo, finché non arriveranno e non saranno messi in produzione nuovi modelli, continueremo a vedere Cassino in sofferenza. Ed è proprio per questo che chiediamo sia all’Unione europea sia a Stellantis di fare presto. Contestualmente, le istituzioni regionali e centrali devono aiutarci con gli ammortizzatori sociali necessari a traguardare l’agognata ripresa».
Una sofferenza resa ancora più evidente dal confronto con gli altri stabilimenti del gruppo, già avviati sulla strada delle nuove produzioni. Però gli altri stabilimenti hanno avuto la loro missione produttiva e anche la “messa all’opera”, diciamo così. Cassino ancora vaga nel buio...
«Questo infatti è il problema. Ci piace ricordare che Cassino e Termoli sono le grandi priorità della Uilm in questa fase, proprio perché siamo già riusciti a ottenere non solo l’assegnazione ma anche l’avvio della produzione dei modelli ibridi a Mirafiori, a Pomigliano e a Melfi. Per Cassino, invece, fino a poco tempo fa avevamo esclusivamente l’assegnazione di vetture elettriche del vecchio piano industriale, quello dell’ex amministratore delegato Tavares, nel “Dare Forward”. Le elettriche, in generale, sul mercato – e in particolare per il gruppo Stellantis – se ne vendono poche. Quindi Cassino è la prossima battaglia che dobbiamo vincere nell’interesse dei lavoratori».
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