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L'intervento

«Ripartiamo dai territori»

Il coordinatore regionale della Lega e candidato alle europee Davide Bordoni indica le priorità programmatiche. «C’è l’inderogabile necessità di sostenere le start up e le imprese che creano innovazione, ricchezza e posti di lavoro»

salvini bordoni

Il leader della Lega, ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, e Davide Bordoni, coordinatore regionale del Carroccio e candidato alle prossime elezioni europee

Vogliamo costruire un’Europa diversa da quella che negli ultimi dieci anni ha basato la sua agenda su politiche ideologiche, dannose e fallimentari. La Lega e il segretario Matteo Salvini lo hanno detto in modo chiaro fin dall’inizio di questa campagna elettorale. Senza ambiguità. Vogliamo un’Europa che riparta dai territori valorizzando le caratteristiche specifiche delle singole regioni degli Stati membri. Vogliamo un’Europa con un piano industriale, che sia capace di sostenere le start up e le imprese che creano innovazione, ricchezza e posti di lavoro. Puntare sull’innovazione tecnologica e sullo sviluppo economico per noi vuol dire generare benessere. Vogliamo un’Europa che si difenda all’immigrazione incontrollata, con accordi chiari e stabili con gli Stati di partenza dei migranti e più investimenti nella sicurezza dei nostri confini. Grazie al sostegno dei tanti cittadini che in queste settimane si sono mobilitati per la Lega, dal 10 giugno lavoreremo per cambiare l’Unione europea.

Tutto questo ho provato a raccontarlo ai cittadini che ho incontrato nel Lazio, in Umbria, in Toscana e nelle Marche, le regioni della circoscrizione Italia centrale nella quale ho scelto di candidarmi. Ho parlato della esperienza amministrativa che ho maturato a Roma negli ultimi trent’anni e del fatto che, ne sono certo, solo chi ha comprovate capacità nell’amministrazione e chi conosce in modo approfondito il territorio che vuole rappresentare può pensare di ottenere risultati concreti a Bruxelles e Strasburgo. Ho spiegato agli elettori che ripartire dai territori significa ripartire dai cittadini.

C’è chi sogna un’Europa sempre più simile a un “super-Stato” che limiti la nostra sovranità, la nostra indipendenza e le nostre identità. Non è un sogno, è un incubo dirigista. L’Europa dell’oppressione burocratica è quella che ha partorito il Green Deal, messo in discussione ormai dai suoi stessi ideatori. Mentre a Bruxelles ci impongono di trasformare le nostre case e di farle diventare “green”, a costi molto elevati per i cittadini, noi in Italia con il decreto Salva Casa, promosso dal ministro Salvini, abbiamo vinto una battaglia per la semplificazione edilizia che consentirà a milioni di italiani di ristrutturare il loro immobile, sanando tutte le piccole irregolarità che riempiono di carte gli uffici comunali, e di venderlo o affittarlo liberamente.

Diciamo no a Bruxelles quando vuole obbligarci a fermare la produzione e la vendita dei motori termici dal 2035 per passare alle auto elettriche, perché significherebbe distruggere le nostre filiere produttive, che invece vanno sostenute, a vantaggio delle aziende straniere. La transizione delle automobili all’elettrico deve avere senso e si potrà raggiungere nel tempo solo a fronte di un importante aumento della produzione in Italia.

L’Europa di oggi è così lontana dalle vite dei cittadini da chiedere loro sforzi economici irragionevoli in nome di un ambientalismo ideologico. Non dimentico inoltre le tante battaglie fatte dalla Lega per tutelare i nostri operatori balneari. Vogliamo rimettere mano alla direttiva Bolkestein che obbliga chi lavora sulle nostre spiagge, valorizzandole, a rinunciare agli sforzi e agli investimenti frutto di anni di lavoro. Non svenderemo le nostre spiagge a operatori stranieri che nulla sanno della storia e delle tradizioni delle nostre coste.

Di tutti questi temi parleremo questa sera alle 18 in Piazza Santi Apostoli a Roma, durante l’evento di chiusura della campagna elettorale della Lega. Io ci sarò, ci sarà Matteo Salvini, ci saranno tanti militanti e tanti cittadini che hanno lavorato giorno e notte in questo mese per diffondere il più possibile le nostre idee. Chi da lunedì vuole un’altra Europa è invitato a partecipare. Sabato 8 e domenica 9 giugno possiamo davvero cambiare l’Europa.

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