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L'intervista

Europee, tutte le sfide di Carolina Morace

La capolista dei Cinque Stelle nella redazione di Ciociaria Oggi: «L’Europa sia il faro della transizione ecologica e digitale»

carolina morace

Carolina Morace, capolista dei Cinque Stelle nella circoscrizione Centro, nella sede di Ciociaria Oggi

«Meno armi, più diritti. Non è uno slogan, ma il perno della campagna elettorale che sto facendo. Perché credo che la linea di discrimine delle prossime politiche europee sarà soprattutto questa». Così Carolina Morace, capolista del Movimento Cinque Stelle nella circoscrizione Centro. Ieri Carolina Morace è stata ospite nella redazione di Ciociaria Oggi. Ad accompagnarla la deputata Ilaria Fontana e Aniello Prisco, responsabile dei pentastellati nella città di Frosinone. Ex calciatrice e allenatrice, Carolina Morace è laureata in Giurisprudenza e dal 1998 esercita la professione legale. Volto noto della televisione, è stata opinionista de La Domenica Sportiva. Giuseppe Conte, presidente dei Cinque Stelle, l’ha voluta come capolista nella circoscrizione Centro alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno. L’abbiamo intervistata.

Allora Morace, perché in politica? E perché nel Movimento Cinque Stelle?
«Beh, intanto sfatiamo il mito dei calciatori e delle calciatrici ignoranti che non si occupano di politica. Non è mai stato così e fa sempre bene ripeterlo. Ho 60 anni: oltre che in Italia, ho vissuto in Inghilterra, Canada, Australia, Trinidad e Tobago. Lo dico perché l’incontro con culture diverse arricchisce. Ai Cinque Stelle mi sono iscritta nel 2022. Perché? Perché mette al centro i lavoratori e i soggetti più deboli e vulnerabili. Ma soprattutto perché, relativamente al conflitto tra Russia e Ucraina, ha subito sposato la linea della contrarietà alle armi. Sono passati due anni e mezzo: oggi più che mai è necessario perseguire politiche di ricerca della pace. L’Europa è totalmente assente su questo versante. Parliamoci chiaro: l’escalation continua e io ho paura. Perché, dopo le armi, si sta parlando di inviare soldati. Insomma, la seconda guerra mondiale non c’è stata tantissimo tempo fa. Vogliamo la terza?».

Che tipo di Europa immagina?
«Intanto centrale nei processi di pace. Poi deve rappresentare un faro sui versanti della modernità, della transizione ecologica, della transizione digitale. E nel campo dei diritti civili, molti dei quali sono sotto attacco».

In quale famiglia politica europea si colloca il Movimento? Giuseppe Conte ha annunciato una sorpresa.
«Beh, non sarò certamente io a svelarla. Siamo in un contesto progressista, ma vorrei aggiungere che per contare in Europa servono le scelte giuste. La volta scorsa i voti del Movimento sono stati determinanti per l’elezione di Ursula von der Leyen presidente della Commissione europea».

Senta Morace, la svolta green ha costi insostenibili per la stragrande maggioranza delle famiglie italiane, che per esempio non possono permettersi di acquistare un’auto elettrica. E allora come si fa?
«Tematiche del genere dipendono anche da scelte dei Governi nazionali. Mi riferisco agli incentivi: per esempio la Norvegia da anni agisce su questo versante».

Le europee avranno un peso politico forte a livello nazionale. L’alleanza con il Pd è ancora possibile?
«Il punto è semplice e non retorico: le alleanze si fanno sui programmi e sui progetti. Non è che può bastare l’appello ad unire le forze per battere il centrodestra. Per il Movimento al centro ci sono i principi. Il motivo è evidente: soltanto con principi condivisi le alleanze possono essere durature. Per esempio posizioni condivise ed unitarie sulla necessità di politiche di pace potrebbero aiutare. Inoltre i Cinque Stelle sono nati per contrastare fenomeni come la corruzione e i conflitti di interesse».

Ma crede davvero, per come stanno le cose e per l’appartenenza dell’Italia alla Nato, che si possa fermare l’invio delle armi all’Ucraina?
«Le rispondo così: penso che la politica debba interpretare, attuare e perfino seguire quello che chiedono i cittadini. Qualcuno pensa davvero che la maggioranza dei cittadini vuole l’invio delle armi? Proviamo a chiedere alla gente se è favorevole ad una vera e forte svolta pacifista».

Alle politiche e alle europee il Movimento ottiene risultati. Alle comunali molto meno.
«Infatti la priorità è quella di un maggiore radicamento nel territorio. Detto questo, il Movimento è ancora molto “giovane” e rappresenta comunque la terza forza politica italiana».

Le politiche ambientali passano soprattutto dalle bonifiche. Spesso solo annunciate. Pensiamo alla Valle del Sacco. Ma il punto è che occorrono tanti fondi.
«La transizione ecologica è un imperativo categorico. Certo che vanno intercettati fondi e finanziamenti, nazionali ed europei. Diciamo pure che questo Governo taglia i fondi del Pnrr. Poi ci sono i negazionisti del cambiamento climatico. Noi invece pensiamo che la salvaguardia di aria, acqua e suolo sia prioritaria. E che salute e ambiente siano centrali. Non si tratta di frasi fatte o di banalità. In politica si fanno delle scelte, anche e soprattutto per quanto riguarda le risorse, i finanziamenti, i fondi, le spese».

Lei da calciatrice ha spesso portato avanti battaglie controcorrente. Farà lo stesso in politica?
«Guardi, sono stata giudicata la quarta calciatrice più forte del mondo e la terza in Europa. Ma pochi sapevano e sanno che sono stata altresì la prima allenatrice donna a guidare una squadra maschile di calcio in ambito professionistico. Già questo è indicativo. Ho sempre lottato, spesso da sola. Ma semplicemente perché avevo maggiore visibilità. Se sarò eletta parlamentare europeo, non andrò certo a scaldare la sedia. Altrimenti meglio restare a casa. Spesso mi sento chiedere: ma perché dovremmo credere alle sue promesse? Rispondo così: perché sono una sportiva e non una politica».

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