Spazio satira
L'intervista
29.05.2024 - 11:00
Il sindaco di Firenze Dario Nardella, candidato alle elezioni europee, nella redazione di Ciociaria Oggi
Polo e scarpe blu, pantaloni beige. Un dress code “casual” per Dario Nardella, sindaco di Firenze e candidato per un seggio da europarlamentare nella lista del Pd. Un dress code dettato non soltanto dalle esigenze di una campagna elettorale molto impegnativa, ma anche e soprattutto da un modo di intendere la politica che guarda ai territori e ai cittadini. Ieri Dario Nardella in provincia di Frosinone ha effettuato diverse tappe. È stato ospite della redazione di Ciociaria Oggi. Con lui Daniele Leodori (consigliere regionale e segretario del partito nel Lazio) e Francesco De Angelis, presidente regionale dei Democrat. C’era pure Mauro Buschini. Abbiamo intervistato il primo cittadino di Firenze.
Allora Nardella, si vota per l’Europa ma il peso politico nazionale del test è fortissimo. Partita doppia?
«Sì, partita doppia. Per l’Italia queste elezioni sono come quelle del Midterm (metà mandato) negli Usa. Tutti i cittadini al voto lo stesso giorno: i risultati peseranno. A livello europeo l’importanza è perfino maggiore sul piano politico. Siamo in una fase cruciale: due guerre, una crisi economica forte e il post pandemia. O vince il blocco antieuropeista o il blocco europeista (nel quale siamo noi). Ma dico subito che in caso di una nostra vittoria non si può reiterare il modello interpretato da Ursula von der Leyen».
Lei insiste da anni sul ruolo degli amministratori locali. Possono fare la differenza anche in Europa?
«Gli amministratori locali rappresentano il vero valore aggiunto delle liste. Hanno un bagaglio insostituibile di conoscenze e pragmatismo. L’Europa viene percepita dai cittadini come troppo lontana. Ecco, credo che sindaci e amministratori locali, con la loro concretezza, sono gli unici a poter avvicinare l’Europa ai territori. Pensiamo pure alle opportunità del Pnrr».
Circoscrizione ampia, sistema elettorale proporzionale, preferenze. Territori come la provincia di Frosinone rischiano una crisi di rappresentanza. Come si ovvia a questo?
«Allora, sicuramente le elezioni europee sono assai impegnative. Un collegio di 4 regioni è gigantesco. Vado subito al punto: il sottoscritto assume l’impegno di rappresentare tutti i territori. A cominciare da quello della provincia di Frosinone. Nello stesso modo con il quale rappresenterò Firenze. Mettendo a disposizione pure la rete di relazioni che ho costruito in questi anni. Un esempio concreto. La provincia di Frosinone è composta da 91 Comuni, molti dei quali sono piccoli. Conosco bene le difficoltà che i piccoli Comuni incontrano nelle procedure che servono per intercettare i fondi europei, gli unici che possono fare la differenza. Metterò a disposizione di questo territorio il mio team di esperti per ottenere finanziamenti fondamentali in settori come la cultura, il sociale e tanto altro ancora. E aggiungo una considerazione: la Regione Lazio guidata dal centrodestra non fa nulla per poter ottenere i fondi europei. Un fallimento».
Il generale Roberto Vannacci (Lega) ha detto che non tutti possono permettersi auto elettriche e case green e che certe scelte non possono essere imposte con delle direttive. Lei cosa pensa?
«Intanto che i ciociari potranno scegliere tra un sindaco come il sottoscritto che conosce bene temi come la mobilità, la sanità e l’ambiente e una persona che con l’amministrazione del quotidiano non si è mai cimentata. Dico che non possiamo sposare la causa ambientalista senza fornire ai cittadini giusti strumenti economici e sociali. Però non dimentichiamo che Vannacci fa parte di uno schieramento politico nel quale ci sono tantissimi negazionisti del cambiamento climatico. Insomma, i fenomeni della siccità e delle alluvioni li abbiamo visti ad ogni latitudine in questi anni. Le emergenze ambientali non si affrontano con l’ideologia o con frasi fatte, ma con un lungo e duro lavoro di programmazione. Fatto di progetti concreti e di scelte difficili, che vanno armonizzate con tutto il resto. Noi puntiamo ad ottenere risorse importanti per dare risposte alle famiglie, alle imprese, alle fasce deboli della popolazione».
La provincia di Frosinone attende da anni la bonifica della Valle del Sacco.
«Conosco bene la situazione. Che affonda le radici nell’inquinamento ambientale e che ha determinato la chiusura o il trasferimento di tante aziende e la perdita di numerosi posti di lavoro. La strada è obbligata: le imprese non possono certo sostenere i costi di una bonifica ambientale di questo livello. Occorre intercettare fondi europei. L’obiettivo è questo, da oggi anche mio».
Quale risultato si aspetta per il Pd? E in questo territorio?
«Intanto la Ciociaria non è un territorio sconosciuto al sottoscritto: sono venuto per le comunali e per le regionali. Inoltre ho rapporti importanti con la classe dirigente locale del partito. E poi nel Lazio c’è un segretario del calibro di Daniele Leodori. Penso che il risultato del Pd sarà molto simile a quello di cinque anni fa (ndr: 22,69% a livello nazionale, 26,82% nella circoscrizione), quando però Renzi e Calenda stavano con noi».
Senta Nardella, con la possibilità di tre preferenze sarà anche una conta tra le correnti del Pd?
«Le europee non saranno una gara tra le correnti. Rappresenteranno invece l’occasione per dare forza ad una generazione politica all’interno del Pd: una generazione leale alla segretaria Elly Schlein e capace di rappresentare un valore aggiunto vero».
Però scusi, soprattutto nelle trasmissioni di Giovanni Floris e Corrado Formigli lei viene individuato come possibile futuro segretario del Pd. Magari per il dopo Schlein.
«Giovanni Floris e Corrado Formigli sono miei amici, tranne quando dicono queste cose».
Due guerre e uno scenario geopolitico di eccezionale instabilità. L’Europa ha bisogno di una difesa comune?
«Politica estera e difesa comune saranno due obiettivi della prossima legislatura (che mi auguro sia altresì costituente). Non c’è un solo imprenditore che non abbia espresso preoccupazione per il fatto che siamo in un’economia di guerra che sta facendo perdere all’Italia quote fondamentali di mercato: nell’export, nel manifatturiero, nel turismo, nei trasporti».
A chi si ispira?
«A David Sassoli: persona eccezionale e leader politico straordinario».
Finite le europee bisognerà affrontare il tema delle alleanze nel campo progressista. Guarda ancora ai Cinque Stelle?
«Rispondo così: se il Pd farà un buon risultato nel Lazio, dove abbiamo un grande segretario (ndr: Daniele Leodori), allora ci sarà più spazio per effettuare manovre di traino politico. Nell’alleanza di centrosinistra il sottoscritto vede anche i Cinque Stelle. Dobbiamo essere bravi a tenere tutto (e tutti) dentro. Il senso politico della sfida è questo».
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