Cerca

Verso il voto

Europee, pochi manifesti e comizi. La campagna elettorale è tutta social

Le elezioni diventano social. Ecco chi sono i candidati più influencer

manifesti europee frosinone

Qualche manifesto elettorale tra le plance vuote e arrugginite

Che fine hanno fatto i comizi in piazza oppure il classico manifesto che fino a qualche anno fa invadeva le strade delle città? Nel 2024 sono (quasi) solo ricordi. Perché inevitabilmente il modo di comunicare è cambiato. Così come è cambiato il modo di fare politica. Oggi se vuoi conoscere i temi elettorali di un qualsiasi candidato basta semplicemente uno smartphone ed essere iscritto in uno dei più noti social network.

Facebook, Instagram e per i più influencer c’è pure Tik Tok. Su questi canali i politici condividono proprio tutto: da momenti privati ai temi più divisivi, in modo da alimentare il dibattito che, sulle piattaforme social, si traduce in interazioni (ossia mi piace e commenti). Fino, appunto, alla campagna elettorale vera e propria. In vista delle prossime elezioni europee dell’8 e del 9 giugno in molti hanno investito risorse anche per quanto riguarda i profili social. Così compaiono brevi reel (i classici video arricchiti da un sottofondo musicale orecchiabile) in cui i protagonisti sono sempre i candidati. Insomma una sorta di propaganda elettorale parallela. Perché al di là di post, storie e dirette social qualche appuntamento vero e proprio non può mancare.

Nonostante i manifesti oramai sono stati archiviati perché superflui, o meglio fuori moda, per i vari quartieri non possono mancare le lastre di metallo. Semivuote e arrugginite, ma in ogni caso sono obbligatorie. C’è una legge del 1956, infatti, che obbliga i Comuni ad installare le plance una cinquantina di giorni prima del voto. Ma chi attaccherebbe oggi un manifesto elettorale? La verità è che sempre meno candidati sono rimasti fedeli a questa abitudini. Anche se qualcuno si trova ancora.

Una campagna tutta social
Poco importa il livello di competizione elettorale. La maggior parte dei candidati, di ogni colore politico, è alla ricerca continua di un consenso elettorale. Mancano meno di quattordici giorni per le elezioni europee dell’8 e del 9 giugno e i big in corsa, oltre che per eventi elettorali, presentazioni di libri e qualche appuntamento, stanno spendendo anche per Facebook e Instagram. Secondo i dati forniti da Meta, per quanto riguarda la circoscrizione Centro è Massimiliano Smeriglio ad investire di più di tutti per i post a pagamento. Candidato con Alleanza Verdi e Sinistra ha già speso 3.630 euro. Subito dopo c’è Mario Abbruzzese, in lizza con la Lega e esponente della provincia di Frosinone, ha già investito 3.117 euro. Terzo posto per Giuliano Pacetti del Movimento Cinque Stelle con i suoi 1.650 euro. Ma anche Nicola Procaccini (Fratelli d’Italia) sta investendo in sponsorizzazioni. Ha già pagato 1.486 euro. Poi c’è anche Alessandra Mussolini (Forza Italia) che però non è andata oltre i 315 euro. Tra i nomi più noti molti non hanno speso ancora un euro. Stiamo parlando di Renata Polverini (Forza Italia) e Alessio D’Amato (Azione). Zero euro pure per Nicola Zingaretti (Partito Democratico), che però per avvicinare l’elettorato più giovane ha lanciato l’iniziativa “Una birra con Nicola”.

I più influencer
Al primo posto tra i candidati al parlamento europeo con più followers c’è il giornalista Michele Santoro. Capolista di Pace Terra e Dignità conta 1.070.041 seguaci virtuali tra Facebook e Instagram. Al secondo posto si piazza l’ex presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. In corsa con il Pd, conta 480.800 followers. Sempre con il Pd subito dopo c’è il sindaco di Firenze Dario Nardella. Ha 182.599 seguaci. Al quarto posto Massimiliano Smeriglio che, con Alleanza Verdi e Sinistra, ha 140.667 followers. Smeriglio ha anche un profilo Tik Tok, ma con poco seguito. Infine, Carolina Morace del Movimento Cinque Stelle con 116.415 seguaci. In ogni caso per tutti resta la consapevolezza che il consenso sulle piattaforme virtuali non sempre si trasforma in un voto di preferenza. Anzi, quasi mai.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione