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L'intervista

Davide Bordoni e l’Europa che verrà

Parla il segretario regionale della Lega, candidato alle elezioni dei prossimi 8 e 9 giugno. «Difendere il lavoro, chi produce e le libertà individuali. Ma anche salvaguardare i valori della nostra società»

davide bordoni

Davide Bordoni, segretario regionale della Lega e candidato alle elezioni europee

Davide Bordoni è segretario regionale della Lega nel Lazio e consigliere del vicepremier Matteo Salvini. È candidato alle elezioni europee nella lista del Carroccio nella circoscrizione Centro. Il suo impegno in politica inizia nel 2001, quando a soli 28 anni viene eletto presidente del X° Municipio di Roma. Più volte consigliere capitolino, ha ricoperto il ruolo di assessore.

Allora Bordoni, con il sistema proporzionale ognuno corre per sé. Quali gli obiettivi della Lega, sia nella circoscrizione Centro che nel Lazio?
«Gli ultimi trent’anni sono stati caratterizzati da una continua cessione di sovranità a Bruxelles e dal mantra “più Europa” che si è tradotto spesso in soluzioni superficiali ai problemi emergenti nei singoli Paesi membri. È ora che l’Unione europea segua un percorso nuovo, ad esempio per sottrarsi al declino demografico e produttivo apparentemente inevitabile delle sue aree interne e più periferiche. Dobbiamo rimettere al centro le priorità nazionali e dare soluzioni che esaltino le competenze e le caratteristiche uniche di un gruppo di regioni vitali dell’Italia come il Lazio, la Toscana, le Marche e l’Umbria. L’Europa deve respingere l’illusione di un “super-Stato” e valorizzare di più le autonomie regionali. Principi come la sussidiarietà e la proporzionalità, da questo punto di vista, sono fondamentali».

Non pensa che si parli troppo poco di Ue e molto di assetti di politica interna? Quale Europa immagina la Lega?
«Oggi siamo gli unici a proporre un’idea di Europa diversa da quella che vediamo. Vogliamo fermare quella deriva dirigista che mette a rischio la casa degli italiani con l’introduzione di nuove tasse, e le auto degli italiani obbligando tutti a comprare vetture elettriche nel futuro prossimo. Vogliamo un’Europa che rimetta al centro il cittadino e il territorio. Meno regolamenti, meno burocrazia e più interventi a sostegno delle imprese, soprattutto piccole e medie, che costituiscono l’ossatura del nostro Paese. È necessario anche incrementare la trasparenza del processo legislativo europeo, ad esempio chiarendo qual è il ruolo delle Ong. Vogliamo salvaguardare il voto all’unanimità in Consiglio perché è garanzia di tutela degli interessi e dell’equilibrio tra i singoli Stati membri, permettendo loro di esercitare un controllo sulle decisioni in alcuni settori fondamentali come l’economia e le politiche interne».

Tre priorità da affrontare e da risolvere in Europa per migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani?
«Difendere il lavoro, chi produce e le libertà individuali, compresa la libertà di espressione. Dobbiamo difendere i valori e radici religiose e culturali della nostra società, ma soprattutto tornare a una politica di buonsenso, in particolare riguardo a politiche finora intraprese dall’Ue che sono state fallimentari. Penso alla direttiva Bolkestein e al Green Deal. Dal prossimo 10 giugno la Lega intende rimettere mano a questi provvedimenti che danneggiano il lavoro e gli investimenti fatti negli anni, con sacrificio, dalle famiglie italiane».

Si parla molto dello scenario di un eventuale sorpasso di Forza Italia che potrebbe determinare anche un rimpasto della giunta regionale. Lei cosa pensa di questo argomento?
«La Lega farà un ottimo risultato alle elezioni di giugno, lo so perché conosco la qualità della classe dirigente del nostro partito soprattutto nel territorio laziale. Del resto questa non dovrebbe essere una corsa tra alleati, ma l’occasione per ricordare a tutti gli elettori che in Europa siamo alternativi alle sinistre e ai socialisti. Per quanto riguarda il rimpasto in Giunta regionale, le dico che non è un tema all’ordine del giorno».

Le province del Basso Lazio (Latina e Frosinone) hanno bisogno di un rilancio sotto tutti i punti di vista. Quanto può essere importante una forte rappresentanza in Europa per “cambiare verso”?
«Latina e Frosinone sono due aree di straordinaria importanza per l’economia della Regione Lazio. Bisogna tener conto che gran parte delle normative italiane in materia di sviluppo industriale ha origine dalle direttive europee e più della metà del nostro export avviene in paesi dell’Ue. La capacità di saper amministrare un territorio, dunque, è fondamentale per ottenere risultati concreti in Europa. Per questo mi candido al Parlamento europeo, perché intendo portare a Bruxelles e a Strasburgo l’esperienza che ho accumulato negli ultimi venti anni in Campidoglio, da amministratore locale attento ai bisogni dei cittadini e del territorio».

L’esito delle Europee determinerà anche il futuro della Lega, in particolare della segreteria di Matteo Salvini?
«Il futuro della Lega è Matteo Salvini».

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