Spazio satira
L'analisi
29.04.2024 - 11:00
«Ho deciso di scendere in campo per guidare le liste di Fratelli d’Italia in tutte le circoscrizioni elettorali, se sopravvivo». Con queste parole Giorgia Meloni, presidente del consiglio e leader di Fratelli d’Italia, ha annunciato l’impegno diretto. Andando al cuore del problema. Perché le europee saranno un test politico formidabile anche e soprattutto in chiave di politica interna. Un giudizio sull’operato del Governo, sul gradimento dei partiti.
La Meloni ha concluso il suo intervento così: «Mi candido alle Europee perché voglio chiedere agli italiani se sono soddisfatti del lavoro che stiamo facendo in Italia e del lavoro che stiamo facendo in Europa. Lo faccio perché oltre a essere il presidente di Fratelli d’Italia, io sono anche la leader dei Conservatori europei che vogliono avere un ruolo decisivo nel cambiare rotta alle politiche europee. Lo faccio perché voglio che sia chiaro il messaggio che votando Fratelli d’Italia l’8 e il 9 giugno si voterà per dare ancora più forza al nostro governo e all’Italia in Europa».
L’attacco alla sinistra
A Pescara si è svolta la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia. Foltissima la delegazione della Ciociaria, guidata dal deputato e presidente provinciale Massimo Ruspandini. Che Giorgia Meloni guidasse Fratelli d’Italia in tutte le circoscrizioni era chiaro da tempo. Ha detto sul palco di Pescara: «Vogliamo creare una maggioranza che metta insieme le forze di centrodestra e mandare all’opposizione la sinistra anche in Europa. Si tratta di una impresa difficile ma possibile e dobbiamo tentare. Inoltre possiamo portare anche in Europa il modello italiano, sarebbe una rivoluzione in cui il partito dei Conservatori è strategico e fondamentale». Poi ancora: «Chiedo agli italiani di scrivere il mio nome, ma il mio nome di battesimo, alle europee. Sono fiera che la maggior parte dei cittadini che si rivolge a me mi chiami Giorgia. Io sono stata derisa per anni per le mie radici popolari, perché loro sono colti. Ma io sono fiera di essere una persona del popolo. Se volete dirmi che ancora credete in me scrivete sulla scheda Giorgia, perchè io sono e sarò sempre una di voi. Il potere non mi cambierà, il palazzo non mi isolerà. Io ho bisogno di sapere ancora una volta che ne vale la pena». Ha continuato: «Faccio quello che faccio solo ed esclusivamente per gli italiani. Non c’è altra ragione sostenibile per fare questa vita, ve lo garantisco. Mi interessa solo il giudizio dei cittadini, che rispetto e rispetterò sempre. Non toglierò un minuto al governo del Paese per la campagna elettorale. Siccome non sono la segretaria del Pd, penso di poter confidare che il mio partito farà di tutto per darmi una mano». Nel corso dell’intervento Giorgia Meloni ha riservato una battuta all’indirizzo di Matteo Salvini: «Grazie a Matteo che ci ha preferito il ponte… Lo so, per noi che siamo genitori non è facile lo so che ci teneva a essere qui con noi». Il numero uno della Lega non era alla kermesse di Pescara, a differenza del segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani.
Le liste
Dunque Giorgia Meloni capolista di Fratelli d’Italia. Nella circoscrizione Centro ci sarà l’europarlamentare uscente Nicola Procaccini, tra gli uomini di punta del partito nella tornata delle europee (co-presidente del gruppo dei Conservatori europei e responsabile del settore ambiente ed energia di FdI). In lista potrebbe esserci Maria Veronica Rossi, pure lei deputata europea uscente. Nei giorni scorsi ha lasciato la Lega, nella quale aveva concorso nel 2019. Ottenendo 23.417 preferenze in tutta la circoscrizione Centro, 12.318 delle quali in Ciociaria. Maria Veronica Rossi fu la prima dei non eletti della Lega. Poi nel 2023 è diventata parlamentare europea dopo le dimissioni della collega di partito Simona Baldassarre, nel frattempo nominata assessore regionale. Quindi l’addio al Carroccio e l’avvicinamento a Fratelli d’Italia. Nella Lega il capolista alla Centro sarà il generale Roberto Vannacci, la candidatura del quale (voluta fortemente da Matteo Salvini) ha spaccato il Carroccio. In corsa Mario Abbruzzese, esponente della provincia di Frosinone e già presidente del consiglio regionale del Lazio. Ci saranno Susanna Ceccardi, Davide Bordoni, Giovanna Miele, Cinzia Bonfrisco e Laura Cartaginese. Poi Forza Italia. Capolista Antonio Tajani, segretario nazionale del partito e ministro degli esteri. L’europarlamentare uscente Salvatore De Meo è tra gli esponenti di spicco degli “azzurri” e punta alla conferma. In lista anche Rossella Chiusaroli, segretario provinciale del partito in Ciociaria. In corsa Renata Polverini, ex Governatore del Lazio. Tra i temi di questa campagna elettorale c’è sicuramente quello della sfida tra Forza Italia e Lega, con il partito di Antonio Tajani che punta apertamente al sorpasso. Scenario che avrebbe dei riflessi ad ogni livello. Non escluso quello di un possibile rimpasto alla Regione Lazio.
Il precedente del 2019
Il precedente del 2019 è lontanissimo sul piano politico e dei rapporti di forza. In provincia di Frosinone la Lega ottenne 96.670 voti, pari al 40,3%. Percentuale superiore a quella del Lazio (32,6%), della circoscrizione Centro (33,4%) e del livello nazionale (34,3%). Mentre Fratelli d’Italia raggiunse l’8,9%, in virtù di 21.319 voti. Nel Lazio il 9%, nella circoscrizione Centro il 6,9%, in Italia il 6,4%. Mentre Forza Italia in Ciociaria arrivò all’8,1%: 19.472 voti. Nel Lazio il 6,7%, nella circoscrizione Centro il 6,2%. In Italia l’8,7%. Oggi la situazione politica è completamente cambiata, sia in Italia che nel Lazio. Basta dare uno sguardo ai risultati delle politiche del settembre 2022 e delle regionali del febbraio 2023. Alle ultime regionali Fratelli d’Italia ha toccato quota 28,11% in Ciociaria. Mentre alle politiche del 25 settembre 2022 il partito di Giorgia Meloni si era attestato al 33,09%. Alle regionali Lega al 12,32%, alle politiche al 10,65%. Forza Italia al 10,46% alle regionali e al 10,18% alle politiche. Ecco perché le prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno rappresenteranno un termometro estremamente attendibile per misurare lo stato di salute dei partiti nel territorio. Gli equilibri sono già cambiati da due anni a questa parte. Mai come adesso però i voti e le percentuali definiranno il quadro e gli incastri nel centrodestra provinciale.
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