Spazio satira
Frosinone
17.04.2024 - 14:00
Massimiliano Tagliaferri, Riccardo Mastrangeli, Adriano Piacentini e Paolo Fanelli
«Il punto vero è la linea amministrativa e programmatica. Non le caselle». Massimiliano Tagliaferri, presidente del consiglio comunale ed esponente della Lista Ottaviani, esprime un concetto destinato a pesare nelle dinamiche di una verifica politica complessa e incerta, sia per quanto riguarda i tempi che le modalità. Rileva: «Sulle caselle non ci sono e non ci saranno problemi, ma credo che sia fondamentale definire un perimetro amministrativo condiviso». Il ragionamento è così sintetizzabile: è necessario dare delle indicazioni sul piano dei programmi e poi capire chi ci sta. Altrimenti, concentrando l’attenzione sui numeri e sugli equilibri, si rischia che la situazione sfugga di mano. L’approvazione del bilancio con 22 voti su 22 è sicuramente un buon punto di partenza. Sullo sfondo però ci sono altre tematiche. Decidere se chiudere o meno il tratto urbano della Monti Lepini al traffico dei mezzi pesanti è una di quelle scelte che sicuramente avranno delle ricadute anche politiche sulla maggioranza. Definire il tracciato del Bus Rapid Transit e il futuro assetto di piazzale Kambo sulla pedonalizzazione sono argomenti che incideranno negli equilibri della coalizione. Il dibattito sull’impianto di cremazione ha già messo in evidenza delle forti contrapposizioni. Si potrebbe continuare. Vero che si tratta di temi amministrativi, ma è altrettanto evidente che la maggioranza di centrodestra è chiamata a scelte di carattere pure politico.
Proprio il dibattito e la votazione sul bilancio hanno dimostrato che le aperture ai gruppi delle opposizioni difficilmente si trasformeranno in un cambio della maggioranza. Il perché è evidente: diversi gruppi del centrodestra hanno fatto capire che non gradirebbero orizzonti del genere. La presa di posizione di Massimiliano Tagliaferri si inquadra in tale contesto. Per quanto concerne le richieste sul tavolo della verifica sono note. Mauro Vicano si aspetta che il posto in giunta lasciato vacante dalle dimissioni dell’assessore Alessandra Sardellitti venga comunque attribuito al suo gruppo. In virtù dell’accordo raggiunto al ballottaggio con Riccardo Mastrangeli. Alla presenza altresì di Nicola Ottaviani. Pasquale Cirillo ha chiesto a Mastrangeli un cambio dell’assessore di riferimento della lista Frosinone Capoluogo, che lui rappresenta in aula. Sulla base anche di un patto federativo tra la civica e Forza Italia, partito al quale lo stesso Cirillo ha aderito. Risposte però non sono arrivate.
C’è quindi il gruppo formato da Anselmo Pizzutelli (Lista Mastrangeli), Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli) e Giovanni Bortone (Lega). Il voto favorevole al bilancio è stato un passo importante e segnali di distensione con il primo cittadino ci sono stati. Ma prima o poi dovrà essere affrontato seriamente il tema dell’eventuale attribuzione di un assessorato. Opzione sulla quale lo stesso Anselmo Pizzutelli è assai cauto. In questi giorni nei corridoi di Palazzo Munari (ma anche fuori) si è molto parlato di tentativi per ricucire i rapporti tra Anselmo Pizzutelli e Francesco Pallone. Nell’ottica di una ricomposizione sostanziale della Lista Mastrangeli. Però non è un obiettivo semplice da raggiungere.
La campagna elettorale per le europee di fatto è già nel vivo. Probabilmente Riccardo Mastrangeli sta valutando se in questa fase sarebbe saggio procedere con una verifica politica che inevitabilmente potrebbe determinare dei malumori. Sull’altro piatto della bilancia, però, c’è il fattore tempo. Nel senso che gruppi e partiti attendono delle risposte. E delle scelte. Il punto di vista di Massimiliano Tagliaferri ribalta la prospettiva, perché sapere con esattezza quanti consiglieri condividono i punti più impegnativi del programma amministrativo darebbe certezze anche politiche. Il riassetto della giunta sarebbe una conseguenza. Altrimenti il rischio è quello di procedere come avvenuto negli ultimi mesi, con numeri ballerini perfino in seconda convocazione. E con tre anni di mandato ancora davanti non sarebbe esattamente una passeggiata.
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