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Frosinone

Provincia, equilibri difficili. Spunta la quinta commissione

Quattro non bastano per garantire tutti gli equilibri e Forza Italia potrebbe restare fuori dal novero delle presidenze. E allora la conferenza dei capigruppo propone di aumentare il numero

Provincia, equilibri difficili. Spunta la quinta commissione

I sei consiglieri provinciali dei partiti del centrodestra

La narrazione dominante è sempre la stessa: la Provincia è un ente di secondo livello, le deleghe ai consiglieri non sono certamente paragonabili a quelle degli assessori e via di questo passo. Poi però ogni volta che si procede con delle nomine o delle indicazioni, allora l’imperativo categorico è quello di mantenere gli equilibri e di non alterare i rapporti di forza. Tradotto dal politichese vuol dire che vanno trovati spazi per tutti.

Oggi pomeriggio alle ore 16 il consiglio provinciale si riunisce in sessione straordinaria, di prima convocazione. All’ordine del giorno due punti: le comunicazioni del presidente Luca Di Stefano (sull’assetto delle deleghe definito nei mesi scorsi) e l’istituzione delle commissioni consiliari. Il punto è esattamente questo: le commissioni sono 4 e le composizioni sono state definite.

Ognuna sarà composta da 5 membri. In totale i consiglieri provinciali sono 12. Fatto sta che la conferenza dei capigruppo ha deciso di proporre al consiglio provinciale l’istituzione di una quinta commissione. Sulle seguenti materie: politiche sociali, controllo fenomeni discriminatori, cultura, affari generali e riassetto istituzionale. Sembra che l’input sia arrivato dopo una netta presa di posizione di Gianluca Quadrini (Forza Italia). Bisognerà capire quali saranno i tempi e se alla fine bisognerà limare gli assetti parametrati su quota 4. Inoltre, particolare niente affatto trascurabile, con 5 commissioni c’è una presidenza in più.

La composizione dei 4 organismi previsti è quella anticipata nell’edizione di ieri da Ciociaria Oggi.
La prima commissione è quella dei Lavori pubblici e attività tecniche (viabilità, edilizia scolastica, patrimonio e fabbricati, programmazione rete scolastica). I membri saranno: Andrea Amata (Lega), Roberto Caligiore (Fratelli d’Italia), Antonella Di Pucchio (Pd), Alessandro Mosticone (Pd), Gaetano Ranaldi (Pd).

La seconda commissione è quella allo Sviluppo e tutela del territorio (pianificazione territoriale e trasporti, ambiente ed ecologia, attività produttive). Ne faranno parte Roberto Caligiore (Fratelli d’Italia), Antonella Di Pucchio (Pd), Gaetano Ranaldi (Pd), Andrea Velardo (Fratelli d’Italia), Luigi Vittori (Partito Democratico).
La terza commissione riguarda la Programmazione e regolamenti (formazione e lavoro, bilancio, personale, controllo fenomeni discriminatori, assistenza e cultura, affari generali, riassetto istituzionale, politiche sociali). I membri sono: Alessandro Cardinali (Fratelli d’Italia), Gianluca Quadrini (Forza Italia), Enrico Pittiglio (Pd), Luigi Vacana (Provincia in Comune), Luca Zaccari (Lega).

Infine la quarta commissione, Partecipate della Provincia (società partecipate, enti, consorzi, rapporti con Acea). Sarà composta dai consiglieri Alessandro Mosticone (Pd), Enrico Pittiglio (Pd), Luigi Vacana (Provincia in Comune), Andrea Velardo (Fratelli d’Italia) e Luca Zaccari (Lega).
Ogni commissione voterà per eleggere il presidente. Un accordo possibile potrebbe essere questo: Andrea Amata (Lega) alla prima, Roberto Caligiore (Fratelli d’Italia) alla seconda, Luigi Vacana (Provincia in Comune) alla terza, Alessandro Mosticone (Pd) alla quarta. Resterebbe fuori Forza Italia, che magari potrebbe rientrare nel novero dei presidenti di commissione se venisse istituita la quinta. Con Gianluca Quadrini naturalmente.

D’altronde il presidente Luca Di Stefano ha assegnato le deleghe a tutti i 12 consiglieri. Mantenendo l’impostazione bipartisan e trasversale. Il punto politico però rimane sempre lo stesso: nessuno vuole perdere posizioni, partiti e gruppi si marcano con un pressing asfissiante. Fra l’altro alle provinciali votano gli addetti ai lavori (sindaci e consiglieri), ma proprio per questo il peso, tutto politico, dell’elezione è notevole. Inoltre, con gli spazi di rappresentanza ridotti sia per in Parlamento che alla Regione, i 12 seggi da consigliere alla Provincia sono molto ambiti.
Il dato comunque è evidente: quattro commissioni non bastano per tenere tutti gli equilibri. Ne serve una quinta.

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