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Frosinone

Morte di Gina Turriziani Colonna, la condanna in appello scende di quattro mesi

La Corte d’appello ha inflitto 1 anno e 8 mesi al fidanzato della studentessa vittima di incidente stradale. Pena ridotta di 4 mesi: cade il reato di lesioni agli occupanti dell’altro veicolo coinvolto nel sinistro

Morte di Gina Turriziani Colonna, la condanna in appello scende  di quattro mesi

L’incidente si è verificato a Borgo Grappa il 2 luglio 2017

Per l’incidente stradale costato la vita alla studentessa frusinate Gina Turriziani Colonna, condannato anche in appello il fidanzato. Per Danilo C., 38 anni di Ceccano, la pena scende dai 2 anni del primo grado a un anno e otto mesi. I giudici di appello, infatti, hanno mantenuto la condanna per omicidio stradale mentre hanno assolto il ceccanese, alla guida dell’auto sulla quale viaggiava Gina al momento dello schianto, dalle lesioni ai danni degli occupanti dell’altra vettura con a bordo un gruppo di giovani di Aprilia.

Nel processo d’appello c’è stata la rinnovazione dell’istruttoria per cui la Corte ha ascoltato il perito della pubblica accusa. Erano stati i giudici a chiedere approfondimenti di natura tecnica, relativi alla velocità del veicolo.
La studentessa universitaria di Frosinone, iscritta alla facoltà di Medicina di Tor Vergata, era morta nell’incidente verificatosi sulla strada della Segheria alle porte di Latina, il 2 luglio 2017, mentre, dopo una giornata trascorsa al mare insieme al fidanzato, si stava recando a Latina per il pranzo.

Era a bordo di una Alfa Romeo Mito, condotta appunto da Danilo C., di Ceccano che si era scontrata con una Fiat 500 guidata da Vincenzo V., residente ad Aprilia. I due conducenti in primo grado, davanti al giudice monocratico del tribunale di Latina Beatrice Bernabei, erano stati condannati alla pena di due anni con la sospensione della pena. All’epoca era stata disposta anche la revoca della patente per i due imputati.
Il giovane di Aprilia aveva scelto di non impugnare la condanna, così in appello si è andati solo per il fidanzato di Gina, assistito dall’avvocato Christian Alviani.

Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, il giudice aveva messo in rilievo la condotta di guida dei due imputati: «Il conducente della Mito avrebbe potuto prevedere (in quanto debitamente segnalato da cartellonistica stradale) che altro utente della strada avrebbe potuto immettersi sulla strada principale da lui percorsa, e avrebbe potuto evitare l’evento morte se avesse osservato una velocità di 50 chilometri orari». La difesa ora attenderà di leggere le motivazioni dei giudici di appello e poi deciderà se ricorrere in Cassazione.

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